E’ morto ieri uno degli autori più originali, rigorosi, discussi della storia del cinema. Vi proponiamo di cercare e rivedere alcuni dei suoi titoli premiati ai festival, applauditi dai cinefili, odiati dai detrattori
A decretare la fine ufficiale del 900, con i suoi valori e i suoi protagonisti, mancano ormai solo Pelè e Bob Dylan, ai quali auguriamo, sia detto ben chiaro, di vivere ancora parecchi anni (del resto, ne hanno, entrambi solo 81): in meno di 15 giorni se ne sono andati Michail Gorbaciov, Elisabetta II d’Inghilterra e ieri, a 91 anni, Jean-Luc Godard, il regista certamente più discusso, determinato, a suo modo rigoroso del dopoguerra. Uno sperimentatore continuo, passato dalla rivoluzione formale e tematica della Nouvelle Vague al cinema di battaglia ideologica, poi a un’originale divulgazione per immagini. Ha “combattuto” una guerra alla borghesia inquadrata in senso politico, culturale, economico, esistenziale e ha sfidato il potere inteso nel modo più ampio possibile. Un uomo, un regista certamente libero, indipendente (in senso anche cinematografico) nemico dell’establishment intellettuale e istituzionale, della banalità narrativa e degli schemi codificati, dalla recitazione al modo di girare. Il che ha portato i suoi film, a volte, a raggiungere livelli di ardua interpretazione.
Parigino di origine svizzera (è li che oggi ci ha lasciati), critico prima di diventare sceneggiatore e autore, come tanti colleghi della prima ora, poi amici/nemici (Francois Truffaut, Claude Chabrol, Eric Rohmer), vincitore dell’Orso di Berlino e del Leone veneziano, premiato a Cannes e nel 2011 con un Oscar alla carriera, è stato certamente tra i registi più longevi in assoluto. La sua carriera, iniziata splendidamente con Fino all’ultimo respiro (1960), si è conclusa solo nel 2018 con Livre d’images, storia in cinque capitoli in cui è autore/ narratore.
Non è sempre facile trovare oggi molti dei suoi film, parecchi dei quali non sono nemmeno usciti in Italia, per comprarli, noleggiarli o “piratarli” (in senso buono) in rete. Qui vi proponiamo una sorta di percorso guidato attraverso una serie di undici titoli “imperdibili”, rappresentativi delle sue diverse fasi narrative e stilistiche. Ce ne sono ovviamente molti altri, e ci scusiamo se non li troverete qui. Potete ricorrete ai repertori più attendibili per colmare le lacune, da Imdb all’Enciclopedia Treccani, dalla Garzantina ai classici Mereghetti e Morandini
NOUVELLE VAGUE: GLI INIZI
Fino all’ultimo respiro (1960), con Jean Paul Belmondo, Jean Seberg, Jean-Pierre Melville, Jean-Luc Godard. Piccolo ladro uccide un agente in moto e si rifugia a Parigi dove ritrova l’amica americana Patrizia, forse spia della polizia. Niente happy-end. Girato in strada con ritmo sincopato e molti attori esordienti o presi dalla realtà, diventa il film-manifesto della Nouvelle Vague. Si trova facilmente su Amazon, Ibs, Feltrinelli, eBay, Mondadori Store
Il disprezzo (1963), con Brigitte Bardot, Michel Piccoli, Jack Palance, Fritz Lang, Jean-Luc Godard. Dal romanzo di Alberto Moravia, adeguatamente stravolto da J.L.G., un film sull’ipocrisia della coppia, il mondo del cinema e i compromessi della società borghese. Massacrato dal produttore Ponti, ripudiato da Godard, in tempi recenti è uscito in edizione d’autore. Si trova su Feltrinelli, Ibs, Amazon, eBay
I FILM POLITICI
La cinese (1967) con Anne Wiazemsky, Jean-Pierre Leaud, Lex De Bruiin, Juliet Berto, Michel Semeniako. In un appartamento borghese un gruppo di giovani studia il marxismo-leninismo maoista e progetta attentati. Film anticipatore del maggio 68 parigino e riflessione sui meccanismi del linguaggio cinematografico. Tra Brecht e Eizenstein. Si trova su Amazon, Ibs, Feltrinelli, eBay, Mondadori Store
Week end – Una donna e un uomo da sabato a domenica (1967), con Jean Yanne, Mireille Darc, Jean-Pierre Leaud. Tra pamphlet politico a favola apocalittica e sanguinaria. Sulle strade di un week end una coppia borghese in perenne coda assiste a sanguinosi incidenti, fa strani incontri e poi finisce cattuarata da un immaginario fronte di liberazione. Celebre la carrellata di 10 minuti sulla strada congestionata. Si trova su Feltrinelli, Etsy
Crepa padrone, tutto va bene (1972) con Yves Montand, Jane Fonda, Anne Wiazemsky, Vittorio Caprioli. Coppia in crisi d’identità: lui, regista che non crede più all’impegno politico, vive filmando lavori pubblicitari di dubbia qualità; lei, giunta a Parigi come inviata di una tv statunitense per il maggio ’68, è rimasta in Francia e scrive réportage senza impegno politico. Si troveranno loro malgrado coinvolti in una cruda vertenza sindacale. Si trova su eBay.
GLI ANNI OTTANTA
Prenom, Carmen (1983), con Maruschka Detmers, Jacques Bonnafé, Myriem Roussel, Jean-Luc Godard. Carmen rivisitata con le sue vicende d’amore (Jacques e Joseph), uno zio regista malato, un gruppo terrorista che vuol rapinare una banca, una orchestra d’archi che prova Beethoven. E una casa al mare. Leone d’Oro alla Mostra di Venezia. Si trova su Feltrinelli, eBay
Je vous salue, Marie (1985) con Myriem Roussell, Thierry Rode, Juliette Binoche. La madre di Gesù diventa per J.L.G. la figlia di un benzinaio, fidanzata di Joseph che dopo molti tormenti accetterà l’idea di avere con lei un figlio, che però “non è suo”. Un film né cristiano né blasfemo, con qualche tocco di ironia e visivamente splendido. Si trova su eBay
Detective (1985), con Laurent Terzieff, Jean-Pierre Léaud, Nathalie Baye, Johnny Halliday, Alain Cuny, Claude Brasseur, Emmanuelle Seigner, Julie Delpy. Polar secondo la moda francese di rivisitare Hollywood, sconvolto con procedimento tipicamente godardiano. in scena un assassinio e l’investigazione, la vigilia di un incontro di pugilato, una storia d’amore triangolare, la mafia, debiti, ricatti, sicari e altro. Orso d’Oro a Berlino. Si trova su Ibs
NEL NUOVO MILLENNIO
E’loge de l’amour (2001), con Bruno Putzulu, Cecile Camp, Jean Davy Francoise Verny, Jean-Henry Roger, Ludovic Berthillot. Metà a colori, metà in b/n, metà in pellicola, metà in digitale. Tre coppie descrivono quattro fasi dell’amore: l’incontro, la passione, la separazione, il ritrovarsi. J.L.G. attraversa anche il nuovo millennio con un’opera originale. Il debutto a Cannes. Si trova su Amazon
Film socialisme (2010), con Quentin Grasset, Nadège Beausson-Diagne, Gulliver Hecq, Ede Haidara, Lenny Kaye. Godard lo dirige con altri sei registi. Sinfonia in tre movimenti: una crociera con un criminale di guerra, un filosofo, un ambasciatore palestinese e Patti Smith; dei bambini fanno ai genitori domande su libertà, uguaglianza, fraternità; sei false leggende legate a Egitto, Palestina, Odessa, Ellade, Napoli e Barcellona. Si trova su eBay, Amazon
Addio al linguaggio (2014), con Kamel Abdeli, Zoé Bruneau, Jessica Erickson, Christian Gregori, Alexandre Païta, Dimitri Basil. In versi, immagini e suoni, la storia di una coppia che non riesce più a parlare lo stesso linguaggio. Il racconto è interrotto e inframezzato da idee politiche, artistiche e filosofiche, organizzate sotto i titoli “Natura” e “Metafora”. Premio della Giuria al Festival di Cannes. Si trova su Amazon