Delude il terzo episodio della serie Marvel “Ant-man”, che lascia l’ambientazione metropolitana da cinecomic per scimmiottare “Star Wars” e “Guardiani della Galassia”. Il regista Peyton Reed, che aveva piacevolmente sorpreso nei primi due titoli, si arrende a uno script demenziale in cui perfino le scene di battaglia sono freddine. Regge il cast collaudatissimo, dall’ironico Paul Rudd ai marpioni Michael Douglas e Michelle Pfeiffer. Ma stecca il nuovo, promettente cattivo Jonathan Majors
C’erano una volta i primi due Ant-Man, geniali nella semplicità della loro ironia, tra battaglie a colpi di trenino e inseguimenti con le macchinine Hot Weels. C’era una volta Loki, a oggi probabilmente ancora la miglior serie tv prodotta dalla Marvel, capace di regalare in soli dieci minuti un cattivo splendido, per interpretazione e carisma, come il Kang di Jonathan Majors. E poi c’è il colossale pasticcio che è il nuovo Ant-Man and the Wasp: Quantumania, un film, a voler essere gentili, tutto sbagliato dal concepimento alla sua realizzazione. Il terzo capitolo nell’epopea dell’Uomo Formica commette infatti lo stesso errore già visto in parte negli ugualmente confusionari Spider-Man: No Way Home e Doctor Strange nel multiverso della follia: quello di abbandonare la consueta ambientazione metropolitana da cinecomic di avventura un po’ casereccio (perché gli eroi Marvel da tradizione sono gente comune, soltanto con superpoteri), per trasportare gli stessi personaggi, cast e regista, in una dimensione a loro del tutto estranea, per non dire stonata.
Nel caso di Quantumania, dalle atmosfere da film d’azione e spionaggio in miniatura che avevano fatto la fortuna dei primi due episodi, ci si trova catapultati senza alcuna ragione in un’ingombrante space opera fluorescente e demenziale, che copia a mani basse tanto da classici come Star Wars o Flash Gordon quanto dai cugini Guardiani della Galassia. Il risultato è in due ore di trama che paiono scritte con il generatore automatico di sceneggiature sci-fi, tra stereotipi tipici del genere, abbracci e baci a buon mercato, battute raggelanti (roba fina tipo “non è mai troppo tardi per smettere di fare il cazzone”) e persino scene d’azione e battaglie freddine e ormai viste e riviste. Al punto che, volendosi proprio fare del male restando nel filone spazial-fumettoso della Casa delle Idee, anche lo spettatore più ben disposto finirà quasi per rimpiangere l’albero parlante e il procione col cannone di James Gunn come se al confronto fossero il Dune di Denis Villeneuve.
Nonostante sia presentato come nuovo snodo cruciale per la “Fase Cinque” dell’MCU, dedicata appunto all’esplorazione e al collasso del Multiverso introdotto nelle pellicole già citate, siamo comunque ben lontani da monumentali precedenti come Avengers: Endgame o anche l’ultimo Black Panther: Wakanda Forever. Le inquietanti similitudini, nel caso, sono piuttosto con l’altrettanto mal riuscito Thor: Love and Thunder, prodotto talmente fuori luogo da esser stroncato senza appello anche dalla fanbase più irriducibile, o con il recente Strange World, lungometraggio animato per bambini targato Disney. In ogni caso, non certo una buona notizia per un pubblico che ormai da tempo immemorabile chiede a gran voce un trionfale ritorno all’epica dei primi Avengers e soci.
Eppure non proprio tutto in Ant-Man and the Wasp: Quantumania è da buttare: se la regia di Peyton Reed è irriconoscibile rispetto agli inaspettatamente ottimi Ant-Man del 2015 e Ant-Man and the Wasp del 2018, a tenere a galla quanto basta questo nuovo episodio, evitandogli l’insufficienza grave, è soprattutto un cast ormai collaudatissimo. Paul Rudd si conferma eccezionale nel non prendersi mai troppo sul serio (ma senza esagerare), Evangeline Lilly gli regge il gioco senza alcuna fatica, Kathryn Newton è l’ennesima adolescente hollywoodiana senza lode né infamia, mentre Michael Douglas e Michelle Pfeiffer giganteggiano come fossero insegnanti che portano la classe in gita scolastica.
La parziale delusione, e questa sì è un po’ una sorpresa, arriva invece proprio dalla new entry più attesa, ovvero lo spietato e irriducibile Jonathan Majors: se il suo esordio assoluto al termine della prima stagione di Loki aveva lasciato a bocca aperta, promettendo un nuovo villain degno di questo nome dai tempi del Thanos di Josh Brolin, il Kang di Quantumania pare rimpicciolito nella sostanza, più ancora che nella forma. Nonostante tutta la buona volontà del suo interprete (presto anche nei panni del pugile nemesi di Michael B. Jordan nell’imminente Creed III) il prossimo supercattivo Marvel parte decisamente con il piede sbagliato, intrappolato in battute scritte male e soluzioni narrative dalla semplicità disarmante. Se è vero che il valore di un eroe si misura dalla grandezza del suo antagonista, la speranza è che si tratti soltanto del primo round.
Ant-Man and the Wasp: Quantumania di Peyton Reed, con Paul Rudd, Jonathan Majors, Evangeline Lilly, Michael Douglas, Michelle Pfeiffer, Kathryn Newton, Bill Murray