“Tutti insieme appassionatamente”, con la raggiante Julie Andrews, 5° incasso di sempre, festeggia i 50 anni. Melassa per famiglie? Non solo, leggete qui…
Il 2 marzo è stato il cinquantesimo anniversario della prima di Tutti insieme appassionatamente di Robert Wise, in originale The sound of music.
È quindi una grande occasione per dire forte e chiaro, una volta per tutte, che è un film che rende più buoni. Foss’anche solo per cinque minuti, ma come si fa a non sentirsi un’innocente pecorella quando si è di fronte alla ripresa aerea di Julie Andrews, alias Maria Von Trapp, che volteggia sui prati delle Alpi bavaresi?
Persino Lady Gaga, colei che solitamente si presenta sui red carpet vestita di pezzi di carne, per cantare un medley di brani del film è arrivata sul palcoscenico degli ultimi premi Oscar avvolta in un vestito candido, degno di una principessa di Disney.
La sua ricompensa è stata non solo una standing ovation entusiastica, ma soprattutto il lungo abbraccio da parte di Julie Andrews. E, miracolo, è bastato il tocco della grande attrice per far sciogliere la Lady di ferro Gaga in lacrime. Credetemi, una signorina Germanotta così tatona non la rivedremo molto presto.
Ma questo è il potere di Tutti insieme appassionatamente. Lo sanno persino quelli che fanno i palinsesti della Rai, che da anni lo infilano nei programmi del 25 dicembre: se a Natale siete tutti più buoni, forse lo siete anche grazie alla famiglia Von Trapp.
Inutile dire che fra quella cinematografica e quella vera, di famiglia, ce ne corre un bel po’. Se è vero che Maria era una novizia nell’Abbazia Nonnber di Salisburgo, in realtà venne chiamata in casa Von Trapp solo per occuparsi della figlia più piccola, che si era ammalata. E nessun amore travolgente per il Barone Georg la convinse a sposarlo, quanto il grande affetto che portava ai sette ragazzi Von Trapp. E forse la convenienza di un matrimonio con un buon partito.
Questo avvenne molto prima dell’annessione dell’Austria alla Germania nazista, e quando decisero di fuggire lo fecero comodamente seduti in un treno diretto verso l’Italia. La destinazione finale furono poi gli Stati Uniti, dove arrivarono senza un soldo, ma con in tasca un contratto con un impresario americano. E in breve fecero così tanta fortuna da potersi comprare un’ampia proprietà in Vermont. Ancora adesso esiste il Von Trapp Lodge, un luogo con molte amenità dove si può pernottare nella replica di un chalet bavarese.
Tutto questo fu possibile quasi esclusivamente grazie a Maria, una vera forza della natura che comandava a bacchetta figli (ne ebbe tre) e figliastri. Invece il vero mammo della famiglia era Georg, molto diverso da come lo dipingono nel film. Affettuoso, giocherellone e legatissimo ai figli, tanto da scegliersi una seconda moglie per senso della famiglia.
Sicuramente una delle ragioni del successo di Tutti insieme appassionatamente è il suo essere un prodotto per famiglie, di quelli sdolcinati, zuccherosi fino all’inverosimile. Ma ci sono molte altre ragioni per renderlo ancora oggi uno dei film più famosi al mondo, e il quinto per incassi di sempre.
Innanzitutto un ottimo script di Ernest Lehman (che ha al suo attivo, tra gli altri, Sabrina, Intrigo Internazionale e Chi ha paura di Virginia Woolf); l’ottima regia di Wise (Lassù qualcuno mi ama e West Side Story) e soprattutto le musiche del duo di compositori da cinema migliore di sempre, Rodgers and Hammerstein II, scritte nel ’59 per il teatro e in scena da allora con grandissimo successo.
Julie Andrews fu sin dall’inizio l’unica scelta di Lehman e Wise. Grazie a The sound of music si prese la rivincita su Hollywood che l’aveva scartata per My Fair Lady, per il quale preferirono la molto più nota Audrey Hepburn, nonostante la sua brillante interpretazione a Broadway. Per Von Trapp venne ingaggiato Christopher Plummer, e per anni si vergognò di questa parte, lui che veniva dal teatro serio, ma di fatto il film lanciò definitivamente la sua carriera. Eleanor Parker, con l’allure della modella di razza, interpreta la Baronessa Elsa e Peggy Wood eccelle nel ruolo della Madre Badessa, tanto da essere nominata per l’Oscar alla miglior attrice non protagonista. Ne presero comunque 5 di Oscar, tra cui quelli al miglior film e migliore regia.
Tutto questo ci porta alla conclusione che non c’è niente che resista meglio all’usura del tempo del lavoro fatto da grandi professionisti. Inoltre The sound of music è uno dei primi musical che si libera dallo schema classico in voga fino ad allora, cioè le riprese tutte in studio, con improbabili fondali dipinti in luogo di paesaggi montani o marini. In questo caso nei salotti americani improvvisamente entrarono i pascoli bavaresi e abbazie, palazzi e strade austriache, che s’impressero indelebilmente nell’immaginazione.
La canzone Edelweiss fu persino confusa con l’inno austriaco tanto che all’epoca del presidente Ronald Reagan venne suonata a un pranzo di gala alla Casa Bianca in onore del presidente austriaco Rudolf Kirchschlager.
Tutti insieme appassionatamente è un film di massa ma onesto e godibile fino in fondo. E il fatto che piaccia ancora tanto lo si capisce dai mille tributi che ha ricevuto nel corso di questi cinquant’anni. The Hills Are Alive viene citata ripetutamente in Moulin Rouge di Baz Luhrmann, e John Coltrane ha rifatto My favorite things rendendola immortale.
Da innumerevoli anni il programma Fahrenheit su Raitre la usa come sigla nelle sue mille varianti. E in tutto il mondo continuano a proliferare i sing-a-long, le sessioni di canto di gruppo aperte al pubblico nelle quali, da Singapore a Los Angeles, band di onesti cittadini si trasformano in bavaresi in lederhosen che gorgheggiano jodel come se non vi fosse un domani.
Al netto di tutto quindi potete anche continuare a fare gli spiritosoni e dire che Tutti insieme appassionatamente non vale nulla: ma ricordatevi, qui si parla di bontà, non di opera culturale, e di questi tempi ne abbiamo tutti bisogno. Ci sarà sempre un Natale che vi aspetta al varco, perciò fatevi irrorare di amore e melassa e cantate tutti con me The Hills Are Alive!