Abbiamo parlato con Francesca Vitale, fondatrice e direttrice del MiOFF Fringe Festival insieme a Renato Lombardo, per approfondire il dialogo tra le arti, i temi sociali e i luoghi su cui si concentra l’ampia sezione “Off dell’Off” che anticipa e accompagna il vastissimo programma degli spettacoli. Focus, approfondimenti e altre forme d’arte per riflettere sulle prospettive del teatro e fare il punto su come possa dialogare con la città.
Come fare del teatro uno spazio davvero per tutti? È la domanda su cui il sistema sta misurando le proprie possibilità di futuro: come riuscire a parlare a chi dal teatro istituzionale viene difficilmente raggiunto e dimostrare quanto esso sappia parlare, davvero, un linguaggio contemporaneo. Per capire come fare si può, anzi si deve, guardare alle realtà come il Milano OFF Fringe Festival, giunto alla sua sesta edizione, il cui cartellone – composto da oltre 52 spettacoli (208 repliche 26 settembre al 6 ottobre) – apre però con più di 80 proposte, un ricchissimo calendario di eventi gratuiti raccolti sotto la sezione “Off dell’Off” dal 10 settembre. Il teatro oggi è più che mai chiamato a essere connesso al luogo che vive e fa vivere e a rispondere alle sue urgenze. Ne abbiamo parlato con Francesca Vitale, direttrice del festival per scoprire novità, prospettive e programmi.
Quali sono le novità più significative di questa sesta edizione che partirà a settembre?
Con la sesta edizione vogliamo andare al di là dei confini geografici: per questo il concept di quest’anno è “ il viaggio”, in occasione dei 700 anni dalla scomparsa di Marco Polo. A guidarci è sempre la volontà di scoperta di Nuovi Orizzonti. Con questo sguardo abbiamo fondato Fringe Italia Off, un network che per ora unisce i Festival di Milano e Catania e che immaginiamo come un contenitore in cui creare una rete virtuosa tra diversi Fringe a livello mondiale e altre rassegna e festival italiani. Sono opportunità che offriamo agli artisti e di questo siamo molto orgogliosi.
Nel progetto Off dell’OFF del Milano OFF Fringe Festival c’è una grande attenzione all’inclusività, anche nei confronti delle persone con disabilità. Ce ne parla?
Per noi è molto importante che nel nostro programma che anticipa il cartellone degli spettacoli teatrali delle 52 compagnie che si esibiranno, e prosegue durante le 208 repliche, ci siano progetti per tutti e pensati specificatamente con sguardo inclusivo. Ad esempio, l’Hotel Madison, vicino alla stazione Centrale, ospiterà una mostra tattile di arte contemporanea e fotografia intitolata “Momenti salienti nell’arte e nella fotografia”, costruita intorno agli scatti di Robert Capa e pensata per rendere fruibile un percorso artistico anche a persone non vedenti o nello spettro dell’autismo. Anche per questo sono stati avviati partenariati con l’Associazione Nazionale dei Ciechi e con l’associazione “Portami per mano”, creata da genitori di bambini e giovani con autismo.
Nell’edizione 2024 debutta anche il “biglietto sospeso”: come rendere il teatro uno spazio veramente democratico?
Il primo passo, per noi, è consentire di fare assistere agli spettacoli persone non abbienti e pur tuttavia interessate al teatro, che così diventa un vero veicolo di diffusione della cultura e della contemporaneità, di contrasto alla povertà educativa, un’occasione di socializzazione e integrazione. Dopo un primo esperimento dello scorso anno, per il 2024 saranno selezionati 100 spettatori che potranno assistere gratuitamente agli spettacoli in programma al Festival. Le selezioni saranno curate dalle associazioni Dora & Pajtimit, Isola Ravel e Laboratorio di Quartiere Molise-Calvairate, realtà che conoscono bene i territori e per questo si assumeranno il compito di portare persone a scoprire sia i propri quartieri sia altri spazi magari periferici ma vitali e ricchi di stimoli.
Nel progetto degli eventi OFF, il MIOff ha voluto dimostrare una grande attenzione alle tematiche sociali, scegliendo spettacoli che si occupano di migrazioni e di diritti delle minoranze. Qual è l’importanza della pratica teatrale in questo senso?
Sono tanti i luoghi ove l’inclusione diventa il cardine della proposta artistica. Ad esempio Slow Mill, spazio situato tra le case popolari di via Volturno, quest’anno ospiterà lo spettacolo di Bovisateatro “Zakhor, i confini, memorie di storie migranti”. La multiculturalità è ormai insita nel tessuto sociale della città e di conseguenza è per noi importante che il teatro coinvolga tutti i cittadini e sia fruito nei luoghi in cui l’incontro tra le culture è realtà quotidiana. Al CIQ (Centro Internazionale di Quartiere), vicino alla fermata Porto di Mare, luogo che nasce con l’intento di stimolare gli artisti a immaginare e creare attraverso l’incontro tra le culture, abbiamo organizzato una giornata sul tema del Viaggio. C’è spazio per cortometraggi, round table, laboratori e spettacoli che raccolgono voci dal mondo. Grazie alla curatela di Cinzia Quadrati, componente del Festival del Cinema dell’Asia e dell’Africa, si viaggerà verso luoghi lontani, pensando anche alle molte forme di migrazioni. In questo palinsesto si inserisce il laboratorio di “Teatro Utile” tenuto da Tiziana Bergamaschi, dal titolo “Teatro e pace”. Ancora, nello spazio Isolacasateatro abbiamo inserito “Rom vs tutti”, uno spettacolo pungente per eliminare gli stereotipi sulla cultura Rom. Ma integrazione, per noi, significa anche abbattere le pareti intergenerazionali e contrastare l’isolamento: per questo nel nostro calendario ci sono spettacoli come “Il risveglio e Bonifacio VIII” di Bovisateatro, tratto da due monologhi di Dario Fo e Franca Rame, che sarà ospitato al Centro anziani “Il sorriso”.
Molti sono, anche, gli spettacoli che portano al centro le donne..
Non solo: abbiamo voluto fare del tema e del nostro lavoro una occasione per consolidare le collaborazioni con molte associazioni culturali, come Difesa Donna che difende le donne vittime di violenza, Greco in Movimento che utilizza il teatro come modalità educativa nel carcere di San Vittore ed è attivo nel Centro Donna del Municipio 2, i Gatti Spiazzati, persone provenienti da condizioni di forte marginalità sociale che si sono formate come guide turistiche, costruendosi così una prospettiva lavorativa. Nel nostro calendario si mettono in gioco anche i corpi. La consapevolezza delle donne, però, per noi deve essere soprattutto generativa: da ottobre presso il Centro Donna del Municipio 2, “Greco in movimento” darà vita a un percorso che durerà fino a maggio e nel quale si costruirà un nuovo spettacolo, che verrà messo in scena durante il MiOFF del prossimo anno. Donne e temi sociali dialogano, però, naturalmente. Lo dimostriamo al Teatro Puntozero, all’interno dell’Istituto di reclusione minorile “Beccaria”, dove si terrà “Donne, Diritti e Costituzione”, uno spettacolo dedicato ai diritti umani e in cui saranno coinvolte 10 avvocate del Foro di Milano. Inoltre, sempre a cura dell’associazione Greco in movimento, verrà messo in scena lo spettacolo “…e tutto ri-comincia”, nato da un laboratorio teatrale sulle dipendenze affettive, in cui un gruppo di donne si è messo in gioco mediante un percorso interiore profondo, di ascolto e racconto. Un altro modo per parlare di dolore metabolizzato e di rinascita femminile, attraversando i 4 elementi, acqua, aria, fuoco e terra.
Nel programma del Fringe ci sono approfondimenti in luoghi cardine della cultura cittadina, come il Piccolo, e una vocazione all’allargamento degli orizzonti e degli spazi, ma anche alla volontà di far dialogare le professioni del teatro…
La scelta degli spazi è un elemento in continua evoluzione. Anche quest’anno al Piccolo abbiamo in programma due Focus. Il primo è sui percorsi e le voci del teatro dal titolo “I mestieri del Teatro tra tradizione e innovazione”. Un modo per far dialogare due generazioni di quei professionisti che letteralmente contribuiscono alla costruzione degli spettacoli (scenografi, autori, fonici, datori luci, costumisti) per riflettere e non disperdere il patrimonio artigianale dell’arte nell’era dell’intelligenza artificiale. Vogliamo chiamare a raccolta i giovani di scuole d’arte e degli istituti professionali. Il regista Alberto Oliva curerà poi un secondo focus “Come la senape nell’hot dog. Quale cultura per quale città?”, per riflettere su quale modello la città realmente vuole allinearsi e di cosa ha bisogno. Abbiamo iniziato anche una collaborazione con Zelig e Spirit de Milan, ma per dimostrare ancora una volta quanto sia importante l’apertura a nuove location, anche non convenzionali, faremo spettacoli in una scuola, in una accademia di musica, in uno showroom di design e in una palestra di pugilato. Abbiamo fatto attenzione alla scelta delle zone per poter coprire il più possibile il territorio milanese con una particolare attenzione alle periferie.
Ne abbiamo avuto un assaggio fin qui: durante il Fringe andrà in scena un ricco programma di eventi culturali, che spazia dall’arte alle presentazioni di libri. Come devono dialogare, oggi, tra loro, le diverse arti?
Per noi lo fanno in modo molto naturale, facendo guardare con occhi nuovi a tutte le persone coinvolte anche ciò che credevano di conoscere già. Ad esempio, la Rete delle Antiche Botteghe Galleria &Friends organizza percorsi guidati a piedi tra le Botteghe Storiche della città e i suoi affascinanti laboratori d’arte. Un modo per diffondere la cultura della tradizione e per tenere insieme le diverse arti, come fanno il teatro e la lettura, che faremo dialogare anche dopo il festival, nell’impegno, in collaborazione con QuartaParete, per la creazione di una biblioteca tematica di testi di e sul teatro. Oltre alle presentazioni di vari libri al Mercato Centrale, a Villa Finzi si terranno due incontri, uno con Daria Colombo dal titolo “Il genere sentimental-politico nei romanzi di Daria Colombo” e l’altro con la psicologa Flavia Facco autrice del libro “La donna che parlava con i sassi”. Non ci basta: a MiOFF sarà protagonista anche la poesia con il festival “Poetica”: una giornata a Villa Scheibler, a Quarto Oggiaro, curata da Roberto Manfredi; il taglio è trasversale, la poesia attraversa tutti i linguaggi, dalla musica alla prosa ai video. Inoltre presso lo Spazio Alda Merini si terrà una serata di “slam poetry” a testimonianza di come un linguaggio attuale possa coniugarsi con la poesia.