Scusi, lei conosce il Sym?

In Arte, Cinema

Sabato 5 ottobre, nell’ambito della XIX edizione della Festa del Racconto che si tiene in Emilia tra Carpi, Campogalliano, Novi di Modena e Solera, alle ore 11.00 all’Auditorium Biblioteca Loria di Carpi, Luca Siano, art director, curatore e direttore dell’Archivio Sandro Simeoni, racconterà attraverso materiali fotografici e video esclusivi la vita di Simeoni – o Symeoni o Sym, come amava firmarsi – uno dei più importanti e prolifici «pittori di cinema» italiani del Novecento, autore di alcune fra le più note locandine di film come Per un pugno di dollari, La dolce vita, Accattone, La grande abbuffata, Gola profonda, Profondo rosso e moltissime altre. Un’occasione imperdibile per conoscere una figura strappata all’oblio per straordinario, innegabile merito.

Il manifesto cinematografico nasce assime al cinema stesso e supera presto la funzione promozionale per diventare forma d’arte a sé stante. Le case di produzione, fino al sopravvento della computer grafica e dei trailer, affidano ai cartellonisti l’ideazione e la realizzazione dei corredi pubblicitari per la distribuzione dei film. Il risultato sono complesse opere dipinte che attraggono chi guarda e coagulano in una sola composizione psicologie dei personaggi e atmosfere delle pellicole. Uno dei più grandi maestri di cartelloni per il cinema è Sandro Simeoni, nato a Migliarino nel 1928 e morto a Roma nel 2008, grafico e illustratore, realizzatore delle affissioni di capolavori come “Accattone”, “La dolce vita”, “Il padrino”, “Profondo rosso” ed altri tremila titoli, oltre che centinaia di copertine di album musicali. Una produzione sterminata, innovativa e influente che non basta a scongiurare del tutto il rischio di oblio per questo autore. 

Luca Siano, direttore artistico, curatore e storico del cartellonismo cinematografico italiano si impegna a riportare alla luce e a catalogare l’enorme lascito artistico del pittore di cinema ferrarese. Ossessionato dal magnetismo di un poster dalla firma indecifrabile, Siano incomincia, oltre quindic’anni fa, una febbrile ricerca fatta di ritrovamenti, comparazioni, acquisti, telefonate, incontri riusciti e mancati, che a tratti somiglia alle rocambolesche indagini dei polizieschi anni ’70. L’esito del lavoro è la fondazione di un archivio e l’istituzione di un festival, ma soprattutto la ricostruzione della carriera professionale e delle vicissitudini personali di un artista a cui è ora garantita la meritata storicizzazione. 

Sabato 5 ottobre, all’auditorium biblioteca Loria di Carpi, nel contesto della XIX edizione del Festival del racconto, Siano continua la sua missione di divulgazione dell’opera di Simeoni analizzando il linguaggio originale e stratificato del pittore, che tra gli anni ’60 e ’70 matura soluzioni formali modernissime, fatte di linee taglienti e colori saturi capaci di contattare istantaneamente il sistema nervoso dell’osservatore. Considerare arte la cartellonistica cinematografica è argomento di discussione, ma la caratteristica insita del fare artistico è la critica all’autorità e in questo, Sym, come amava firmarsi, è più efficace di molti esponenti dei circuiti ufficiali. Il potere, minacciato, normalizza o annienta il dissenso, e nell’Italia del secondo dopoguerra, la censura, preposta alla salvaguardia della morale cattolica e dei patti atlantisti, si abbatte con particolare accanimento sul cinema e le sue illustrazioni. 

Lo stile di Simeoni è talvolta così frantumato e sintetico da riuscire a camuffare, all’interno dell’amalgama visiva, dettagli sconvenienti e atti licenziosi. Malgrado questo talento, egli è frequentemente trascinato in tribunale in seguito al controllo sul contenuto delle sue opere. Il manifesto per il film “Joe Hill”, ad esempio, costa al maestro la convocazione e il trattenimento forzato all’ambasciata statunitense a Roma, per aver rappresentato il protagonista, un anarchico ingiustamente giustiziato, mentre viene costretto a baciare la bandiera a stelle e strisce. Il manifesto per “I Racconti di Canterbury” viene sequestrato per immagini di nudità, così come quello dedicato a “La grande abbuffata”, in cui il personaggio interpretato da Tognazzi è raffigurato mentre brinda e pasteggia tra le gambe spalancate di una donna.

Il film di Ferreri, allegoria scatologica su pulsione di morte e bulimia capitalista, risulterebbe del tutto indigeribile, tanto per restare in metafora, per un pubblico contemporaneo. Il lavorio delle censure porta ad una società che non tollera l’orrore a fin di bene messo in scena dall’arte, ma convive serenamente con volgarità e violenze reali di ogni tipo. Sandro Simeoni è tra i più grandi inventori di immagini per il cinema mai esistiti, nonché il più perseguitato dai censori. Grazie alle sue geniali invenzioni, vero esempio di resistenza, si è spesso svincolato da manipoli di controllori ottusi e zelanti, molto simili a quelli descritti e parodiati dalla commedia all’italiana.

Festa del Racconto, XIX edizione, a cura di Leonardo G. Luccone, dal 2 al 6 ottobre 2024

Archivio Sandro Simeoni

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