C’è tempo fino a domani, 13 novembre, per visitare “Dentro il cassetto”, mostra personale di Maria Blanco a cura di Ilaria Cascino da )( Parentesi Tonde, artist Run space di Palermo diretto da cinque artisti e una curatrice: Francesca Baglieri, Rossella Poidomani, Antonio La Ferlita, Alberto Orilia, Roberto Orlando e Ilaria Cascino. Qui la giovane artista nata a La Rambla, un villaggio di Cordoba, registra vissuti e li associa alla sua esperienza personale, conserva azioni abituali mai dimenticate e le traduce in carica emozionale impressa sulle superfici, diventando autentica narratrice del presente. Ce la racconta Francesca Greco, da oggi nostra corrispondente dal capoluogo siciliano.
A Palermo, per una settimana, c’è stato il sole. Massima 22°, minima 17°; l’inverno sembra, tutt’ora, lontano. Eppure, sabato scorso, a ricordarmi che è autunno è arrivato il diluvio, durato un paio d’ore. Proprio in quelle ore stavo osservando le opere di Maria Blanco da )( Parentesi Tonde, e questo mi ha permesso di percepire la mostra in maniera differente. Umori interni ed esterni compartecipano spesso alla percezione e all’osservazione e, in questo caso, mi hanno fatto cogliere aspetti della mostra che in una giornata di sole probabilmente non avrei sentito. L’allestimento, infatti, è costruito a partire dalla relazione con la casa e, in particolare, con la casa siciliana, che si riconosce vividamente attraverso simboli ricorrenti; tra questi sicuramente oggetti realizzati all’uncinetto.
Blanco, partendo da questi simboli, riproduce e tesse motivi e ricami che ci trasportano in case antiche – e forse, oggi, polverose. Il diluvio esterno ha consentito a questa costruzione di diventare familiare, accogliente, un riparo dalla pioggia, come ogni casa di mamma nonna e zia che ti invitano ad entrare per ripararti. L’atto del ricamo, che prende corpo nella tenda/cancello che fa da divisore nello spazio, è un atto di rigenerazione di simboli antichi, e i cani che vi sono ricamati sono l’invito ad entrare per ripararsi. Il gesto del ricamo si perpetra poi nel gesto pittorico, che ne riproduce gli elementi: scene di natura, di campagna, ancora una volta esterno e interno giocano e si conciliano. Il ricamo interno alla casa attrae Blanco che ne riproduce i dettagli, che sono scene che avvengono fuori dalla casa.
La pioggia così collabora nel trasporto nei luoghi dell’infanzia, in cui centrini, quadretti ricamati e tovagliato da corredo erano all’ordine del giorno, un passato ancora presente, nonostante reperibile solo in alcuni archivi della memoria.
Vale la pena in questo senso citare le parole dell’artista, come saggiamente è stato fatto nel foglio di sala:
Siamo arrivati al cancello di ferro,
sembravano due cani a guardia della casa,
hanno aperto i cancelli, sono tornati alla macchina
e siamo entrati.
Faceva caldo e l’ambiente sapeva di chiuso,
così iniziarono ad aprire le finestre e le porte mentre noi
restavamo fermi all’ingresso a guardare tutto: il soggiorno
pieno di ricordi, un melone poco verde in cucina, alcune scale
vuote, che conducono ai letti.
Quadri all’uncinetto decoravano le pareti, copriletti ricamati,
tappeti antichi: mi sono sentita a casa.
Questa è la vita vista dalla vita
e vorrei poter tornare in quella casa.
Queste sensazioni familiari le ho sentite in due momenti: quando è iniziato il diluvio e quando mi è stata offerta una sedia per aspettare che smettesse. Parentesi tonde è sia spazio espositivo che studio d’artist_, uno accanto all’altro sono distinti ma comunicanti e io, mi sono sentita a casa in entrambi.
e vorrei poter tornare in quella casa.
In copertina: Maria Blanco, Dentro il cassetto, installation view, courtesy )(