L’ipertrofia del vuoto “Senza Sole” di Marie Cool e Fabio Balducci

In Arte

La galleria P420 presenta, ancora per pochi giorni, “Senza sole”, personale di Marie Cool e Fabio Balducci. Una mostra in penombra che racconta la scarsità come un incantesimo sofista o un atto di divinazione con azioni ridotte all’essenziale, rispecchiando le carenze della vita quotidiana. L’ha visitata per noi Gioele Melandri, al suo esordio su Cultweek!

La mostra “Senza Sole” di Marie Cool e Fabio Balducci, attualmente in corso presso la galleria P420 di Bologna a cura di Arnisa Zeqo, è un’esperienza percettiva che invita alla riflessione e all’introspezione. Gli artisti, noti per il loro approccio concettuale e l’uso di materiali semplici ed ermetici, creano un dialogo profondo tra spazio, tempo e percezione. La materia diviene così indizio dell’azione, una prova forense dello scorrere del tempo, dei suoi processi di distillazione, ma anche un tentativo di costruire una narrazione che viva di tensioni sottilissime, più che di analogie visive e materiali. In questa mostra, ove lo spazio della galleria sembra momentaneamente sospeso, il tempo continua a scorrere aritmicamente creando una linea tratteggiata tra un passato rievocato, un presente a cui aggrapparsi e un futuro da immaginare e verso cui tendere.

Marie Cool Fabio Balducci, Senza titolo, busta della spesa in plastica, corsa, spazio di lavoro o stanza, 1996, installazione e azione, dimensioni variabili. Courtesy gli artisti e P420, Bologna.


Sono proprio questi tre punti di vista ad articolare le scelte espositive della mostra, scandendone l’istallazione all’interno dei tre ambienti comunicanti in cui la galleria si sviluppa.
Nella prima sala, oscurata da una pellicola adesiva ad effetto finto legno (Untitled, 2024, adesivo plastico ad effetto legno su vetro, intallazione site-specific) applicata sulle vetrate della parete d’ingresso, la luce filtra faticosamente ed illumina la shopping bag di una celebre maison di moda, così come un sacchetto di plastica da discount; reliquie delle azioni Plastic Bag,1996-2024 e Shopping Paper Bag, 1997-2024 riverificate durante l’inaugurazione della mostra e che Marie Cool ha rianimato per pochi istanti, risemantizzando i due artefatti e risvegliando concetti cari alla ricerca del duo artistico, quali l’idea di lavoro, di potere e di desiderio.

Marie Cool Fabio Balducci, Senza titolo, orologio da parete, posto di lavoro, 2001, ed.3+2AP (1/3), 4’53’’
Courtesy gli artisti e P420, Bologna


Nella seconda stanza invece, tra le luci fredde dei computer e il bisbiglio degli operatori della galleria, si staglia un orologio a parete, simbolo di un presente da riempire e a cui conferire un senso; un altro contenitore, come la busta in carta e il sacchetto della sala precedente, tramite cui l’artista tenta di stare al passo, seguendo con un dito l’inesorabile spasmo delle lancette nel lavoro Wall Clock (2001-2024).
Nella terza stanza infine riposano distese a terra tre grandi colonne (Untitled, 2024, colonne reclinate, installazione site specific, dimensioni variabili), simili a quelle che reggono il peso dell’edificio e che sono ancorate verticalmente nella prima sala, immobili. Sono tre grandi Atlanti che prevedono un nuovo ordine del tempo e delle cose, a partire dallo spazio fisico della galleria stessa, tramutato nell’antro di un nuovo oracolo, o nella grotta-rifugio di una strega.

Marie Cool Fabio Balducci, Senza titolo, stelline dorate in svendita, foglia d’oro, luce solare, posto di lavoro, grotta (notte stellata), 2011-2024, 5’41’’. Courtesy gli artisti e P420, Bologna

La mostra Senza Sole è dunque un esercizio di osservazione e determinazione; un tentativo per mettere alla prova il mondo e le sue regole. È una sfida immaginifica, un percorso psicofisico, un insieme di piccoli rituali. La scarsità è la vera protagonista dell’allestimento, dove sono presenti poche cose ma sovraccariche. Piccole bombe che attendono uno sguardo per essere innescate ed esplodere nel silenzio ipertrofico che domina l’ambiente. Le opere esposte sono caratterizzate da un forte minimalismo formale, sfidano le convenzioni capitalistiche e mettono in discussione la percezione delle regole del mondo, così come il proprio innesto passivo nel contesto della vita quotidiana.

L’assenza del Sole, evocata nel titolo della mostra, suggerisce un’atmosfera di esplorazione delle ombre, sia fisiche che metaforiche. Che ricorda infine una seduta spiritica, in cui evocare quei fantasmi che quotidianamente non si riescono – o non si vogliono – vedere.

Marie Cool Fabio Balducci, Senza sole, galleria P420, Bologna, fino al 16 novembre 2024

In copertina: Marie Cool Fabio Balducci, Senza titolo, film adesivo in plastica effetto legno, vetrata (decoro sociale), 2024, dimensioni variabili. Courtesy gli artisti e P420, Bologna

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