Lo spunto è quasi prossimo al remake, di un mitico nero giudiziario anni 50 di Sidney Lumet. Ma poi la vicenda di Justin, solo tra dodici giurati a dubitare della colpevolezza del perfetto sospetto (di uxoricidio), prende una strada diversa e più complessa, che lo riguarda molto da vicino. Nel segno del Dubbio. Una portentosa crime story, scritta alla perfezione e girata da manuale, in cui il regista californiano cattura, diverte, ma anche parla di indifferenza di massa e omologazione dei pensieri
Uscito in poche sale e già pronto a lanciarsi su qualche piattaforma, boicottato ingiustamente in patria, e proprio dallo scudo che da decenni lo protegge, quello della Warner da tempo alleata della sua casa di produzione Malpaso, il nuovo, 41mo, qualcuno dice ultimo film di Clint Eastwood, Giurato numero 2, è un magnifico esempio di cinema classico e moderno, che non ti lascia un attimo, come un libro di cui vorresti divorare le pagine e finisci con un Dubbio. Una portentosa crime story, un legal thriller tribunizio che ridà la “parola ai giurati” e non a caso si cita il famoso film di Sidney Lumet con Henry Fonda poi più volte remakizzato. C’è una similitudine non casuale. Anche in questa nuova storia, scritta magnificamente dal giovane Jonathan Abrams, un membro di una giuria, da solo, la pensa diversamente e si oppone a tutti gli altri undici colleghi che devono giudicare un caso di assassinio. Una ragazza è stata trovata in un fosso, in una brutta sera temporalesca, dopo aver litigato violentemente in un pub ed essere stata aggredita dal compagno violento. Perfetto sospetto.
Ma Justin, il giurato 2, un ex alcolista che sta per diventare papà e inaugurare una famigliola con villetta american style, si rende conto che quella serata dell’omicidio era la stessa in cui lui, guidando sotto la pioggia, ha creduto di aver travolto un cervo. E se non fosse così? Se fosse lui il colpevole? Il film inizia con la giustizia con gli occhi bendati, quindi non aspettatevi certezze, e anche il nostro “eroe” si chiede se verità e giustizia siano sempre sovrapponibili o se siano ammesse eccezioni. Da qui il dibattimento, col pubblico ministero che è a un passo dal diventare procuratrice. Pur essendo ufficialmente un giallo, lo straordinario film del “cavaliere pallido” Clint, col suo cast perfetto, si traveste da Dostoevskji e indaga nella coscienza e nei complessi di colpa di questo uomo medio che teme di veder travolta la propria vita e le proprie certezze. Sono temi che l’autore aveva già affrontato in titoli come Potere assoluto (un presidente che commette omicidio va denunciato?) e Mezzanotte nel giardino del bene e del male, con cui ha in comune lo stato delle lunghe estati calde della Georgia.
La storia si snoda tra momenti privati e pubblici, quasi sempre nell’aula del tribunale, vostro onore, tutta la verità, mi oppongo, etc. o fra i giurati ciascuno dei quali ha un suo copyright sociale e anche ideologico. Ma tutto sembra nuovo. Variazione attuale sul delitto e castigo con rincorsa al complesso di colpa e al bisogno laico della confessione, il nuovo Eastwood va a pescare anche nella colpevole indifferenza della maggioranza e ogni tanto mette anche qualche battuta velenosa (il testimone che parla della generosità della polizia). Il 94enne Clint, abituato ai nostri pugni di dollari e agli Spietati di ogni ordine e grado, apre la coscienza di Justin (il bravo, angosciato Nicholas Hoult che ritrova la strepitosa Toni Collette, a 22 anni da About a Boy, dove lui era un ragazzino).
Il film è perfetto in ogni singola inquadratura, ha un’impaginazione da manuale, mette sul banco antichi valori ma anche l’attualità della indifferenza di massa e della omologazione dei pensieri e dei giudizi, alternando massimi e minimi sistemi, dove rimane essenziale la vicenda di un giovane marito con crisi coniugali alle spalle, la mediocre banalità di una famiglia fulminata dal sospetto, suspicion per dirla con Hitchcock, in un mondo reale pieno di angoli ciechi, dove forse ci si benda gli occhi apposta, ma lasciando coperta una carta.
Giurato numero 2, di Clint Eastwood, con Nicholas Hoult, Toni Collette, J.K. Simmons, Kiefer Sutherland, Leslie Bibb, Zoey Deutche, Gabriel Basso, Chris Messina, Amy Aquino, Cedric Yarbrough, Drew Scheid, Jason Coviello, Ella Fraley