Il regista italo-turco si candida col suo 15mo film a erede di Cukor radunando in una sartoria per lo spettacolo anni 70 ben 16 protagoniste: Trinka e Smutniak, Signoris e Ranieri, Venier e Vukotic, Cucciari e Savino, tra ricami, merletti e sbuffi danno vita a un coro che è singolo e collettivo. Sotto gli occhi del loro regista, felice di dirigerle, amiche e complici, che si riserva poi più di un’apparizione. Per ricordare tre gioielli del passato, Melato, Lisi e Vitti e godersi un lusso, Mina nella colonna sonora
Una tavolata in un giardino con tante donne che chiacchierano e guardano il loro mentore, consigliere cine-spirituale, Ferzan Ozpetek che ragiona sul film che si appresta a dirigere, utilizzando le sue attrici amiche e complici, i suoi Diamanti. E mentre le “ragazze” leggono il copione come in una prova teatrale a tavolino, ecco che la storia inizia, fine anni ’70, in una grande sartoria per lo spettacolo diretta da due sorelle Canova. Si parte dunque con una grande riunione all’aperto, quelle per cui Ozpetek ha il copyright dalle Fate ignoranti, ma stavolta è un avvio straniante, brechtiano, cinema nel cinema: c’è il regista in scena che poi ritorna alla fine del primo tempo sempre come commentatore, infine appare alla fine ed è una presenza un poco inutile perché era già tutto chiaro.
Per il resto la 15ma opera del regista italo turco è decisamente più convincente delle sue ultime, ben intessuta nei dialoghi, variopinta nelle psicologie, in equilibrio delicato tra dramma e commedia (un marito manesco era inevitabile), ma poco melò e per una volta nessun gay nei paraggi. Diamanti è riuscito proprio perché Ferzan lascia in pegno alla sceneggiatura i suoi stereotipi ma raggiunge l’utopia soggettiva di un film tutto di donne (gli uomini, sparuti, fanno breve apparizioni e sono abbastanza mascalzoni, copyright Camerini) e sembra diventare il nipote di George Cukor che in Donne non aveva messo nulla di maschile. L’autore gode nel radunare i suoi gioielli e nel metterli in dialettica contrapposizione per carattere, età, spirito: dice che vuole fare un film dedicato al loro splendore segreto.
Le sorelle Canova (le Fontana erano di più) al comando: una ferrea, una sull’orlo di una crisi di nervi; e poi uno stuolo di collaboratrici, sarte e sartine, impiegate, come nei film di neo realismo sentimentale con le ragazze di piazza di Spagna, esperte di ricami, merletti e sbuffi. In più una cuoca generosa (una bravissima Mara Venier) e l’ospite prestigiosa e dubbiosa, la costumista che ha vinto l’Oscar mai contenta di niente. Si tratta di vestire con la dovuta eleganza un film che vive nel Settecento, con tutti i suoi strascichi e perline. Queste “donne” hanno ciascuna i loro problemi economici, affettivi, nevrotici, sensuali, vengono picchiate dal marito (tipo Cortellesi, e Vinicio Marchioni qui si prende la rivincita), andando a rovistare anche in turbolenti passati, mentre un teen ager non esce dalla sua camera, anche se il momento migliore è la disfida tra due attrici che duellano per cinema e teatro.
Ci sono riferimenti ai grandi costumisti del cinema italiano Tosi e Donati, si sente il valzer del Gattopardo e si cita più d’una volta Beckett con i Giorni felici. Un film corale, divertente ma pensieroso, con una dedica finale dell’autore a tre grandi diamanti, la Melato, la Lisi e la Vitti con cui “spera di lavorare presto”, dice lui. La lista dei gioielli è lunga 16 nomi e cognomi, sono tutte brave, seguono il ritmo di risate e improvvise malinconie, e se Ranieri e Trinca, duetto perfetto, sono le prime in locandina, la Cucciari e la Signoris sono assai spiritose, e poi Ferzetti, Ricci, Minaccioni, la zia Vukotic, Smutniak, Savino e tutte le altre fanno un coro che è continuamente singolo e collettivo, come tutto il film, che contiene anche due adorabili intermezzi musical, molte lasagne, sacrosante istanze sociali e Mina in colonna sonora, che lusso. Una curiosità, la sartoria è tornata di moda: oltre a Ozpetek, è certo un caso, c’è in giro un bellissimo spettacolo teatrale, Lacrima di Guiela Nguyen che narra la preparazione di un abito da sposa.
Diamanti di Ferzan Ozpetek, con Luisa Ranieri, Jasmine Trinca, Stefano Accorsi, Carla Signoris, Paola Minaccioni, Geppi Cucciari, Anna Ferzetti, Luca Barbarossa, Vinicio Marchioni, Elena Sofia Ricci, Lunetta Savino, Kasia Smutniak, Mara Venier, Milena Vukotic