Led Zep: come fu che quattro vivaci ragazzi inglesi reinventarono il blues e il rock

In Musica

Nella sale dal 27 febbraio, “Becoming Led Zeppelin” racconta gli esordi della band più esuberante della scena inglese e non solo. Un vulcano fatto di note e improvvisazione che cambiò la storia della musica tra la fine dei Sessanta e l’inizio dei Settanta. Imperdibile

Da anni credo che nella musica e nella sua bellezza ed efficacia conti sempre di più un parametro fondamentale: l’energia.  In Becoming Led Zeppelin  – il primo documentario ufficiale sulla band nelle sale cinematografiche dal 27 febbraio al 4 marzo 2025 – di energia ce n’è a tonnellate, e non solo dal punto di vista musicale.

La storia è quella degli inizi della band, a partire dalle infanzie più o meno turbolente di Jimmy Page, John Paul Jones, Robert Plant e John Bonham, fino alla pubblicazione e al successo del primo e del secondo album.

L’energia è quella di quattro musicisti con storie molto diverse, che si incrociano quasi per caso e che scoprono come suonare insieme sia qualcosa di unico: un vulcano fatto di rock, blues e improvvisazione che cambiò la storia del rock tra la fine dei Sessanta e l’inizio dei Settanta.

Il racconto si sviluppa attraverso quattro interviste; quella allo scomparso Bonham è un’intervista audio inedita.  Il documentario racconta gli inizi giovanili, le esperienze come musicisti da studio di John Paul Jones e Jimmy Page – hanno suonato anche per una canzone di James Bond, non vi riveliamo quale – e il senso di frustrazione di Page nel fare “l’impiegato della musica”. Infatti, mentre il grande chitarrista suonava terribile “musica da ascensori”, i suoi celebri amici come Eric Clapton e Jeff Beck già si esibivano live a Londra. Page poi grazie a Jeff Beck entrerà negli Yardbirds.

Oppure si racconta di Robert Plant, che la famiglia vuole trasformare in un commercialista. Lui scappa di casa, canta in giro e incontra John Bonham, batterista eccezionale che è diviso fra la voglia di suonare rock e lo stipendio che gli garantiscono le serate folk a cui partecipa sotto l’arcigna supervisione della futura moglie Pat.

La forza di Becoming Led Zeppelin sta soprattutto nel materiale di repertorio: il regista Bernard Mac Mahon è andato a scovare filmati rari e inediti, così poco conosciuti da stupire gli stessi membri della band, che si sorprendono divertiti a rivedere loro stessi a oltre cinquant’anni di distanza. 

Ci sono gli Yardbirds che suonano live Dazed and Confused, destinata a diventare una bandiera dei Led Zep. Ci sono i primi concerti all’estero, con il pubblico non preparato alla potenza sonora del gruppo e quindi con le mani sulle orecchie per il “troppo” rumore.       

Ci sono documenti sonori e visivi del primo tour americano, quello che cambiò la vita dei quattro ragazzi, che tornarono a casa in Inghilterra sentendosi (e in effetti lo erano già) delle rockstar. Infatti Led Zeppelin I uscì prima negli Stati Uniti e poi in Europa, Inghilterra compresa. E dopo il tour americano la band si trovò a misurarsi con lo straniamento di avere 20 anni, essere già famosi negli States e… non avere nemmeno un ingaggio in un pub in patria.

Certo, nel documentario si parla tanto di musica e poco delle leggendarie scorribande negli hotel e nel backstage dei concerti con cui i Led Zep si sono costruiti la loro leggenda oltre la musica. 
Né si affrontano i rapporti di dipendenza dall’eroina di Jimmy Page o dall’alcol di John Bonham. Ma onestamente credo che nelle sue due ore abbondanti, Becoming Led Zeppelin racconti una bella storia, fatta di passione e potenza, avendo come protagonisti due degli album più importanti della storia del rock.

 Per me è stato più che sufficiente. Andate a vederlo, sia che siate dei fans (è imperdibile), sia che amiate vedere i momenti magici legati a un’arte meravigliosa come la musica. I Led Zeppelin giovani erano fatti per reinventare il blues e il rock, e questo film vi spiega come hanno fatto.

(Visited 1 times, 1 visits today)