Quella dall’1 al 6 aprile sarà per Milano una settimana di mostre, talk, visite guidate, workshop, aperture straordinarie, incontri con gli artisti e performance che trasformerà la città in un grande palcoscenico dedicato all’Arte. Tantissimi gli appuntamenti, a partire da MIART, la grande fiera dell’arte contemporanea, che coinvolgeranno più di 200 promotori tra istituzioni, musei, università, fondazioni, gallerie e associazioni, offrendo al pubblico un calendario con oltre 350 appuntamenti, di cui vi diamo anticipazione prima di raccontarveli dal vivo su Cultweek!
Nona edizione per la Milano Art Week, la settimana dell’arte milanese che torna dall’1 al 6 aprile in concomitanza con Miart, con oltre 350 eventi tra inaugurazioni, workshop, talk e studio visit. Promossa dal Comune di Milano, con main partner Banca Generali, l’edizione 2025 vede il coordinamento dell’associazione Arte Totale ETS. Dalla conferenza stampa inaugurale dello scorso lunedì 10 marzo emerge una programmazione particolarmente variegata, che abbraccia sia le grandi istituzioni con mostre di rilievo internazionale sia collettivi artistici, spazi indipendenti e iniziative di quartiere, configurando un panorama articolato e sperimentale.

Tra retrospettive e anteprime, il cinema e la video-art giocano un ruolo di primo piano in questa edizione, con la Cineteca Milano che porta al Cinema Arlecchino una importante retrospettiva dedicata a Chantal Ackerman. L’omaggio all’artista e cineasta belga, nel decennale della sua scomparsa, si inserisce in un dialogo con il Jeu de Paume di Parigi, che ha recentemente concluso una grande mostra a lei dedicata. Cinque giorni di proiezioni dei suoi film più cult, un workshop gratuito e due concerti in programma (segnaliamo il concerto per violoncello e piano che si terrà il 5 aprile Chantal Akerman, Sonia Wieder-Atherton: Dialogues, seguito dalla proiezione del film Saute ma ville.) Grande attesa anche per l’anteprima italiana di Land of Dreams, il film di Shirin Neshat realizzato con Shoja Azari, in programma il 31 marzo sempre al Cinema Arlecchino. L’opera si inserisce nel public program della mostra Shirin Neshat. Body of Evidence, prima personale italiana dell’artista iraniana, in apertura al PAC dal 28 marzo, nota per aver esplorato le rappresentazioni dell’identità femminile e maschile, offrendo uno sguardo inedito sulla storia e il presente dell’Iran e del mondo contemporaneo con un linguaggio che intreccia fotografia, video, cinema e teatro.

Copyright Shirin Neshat. Courtesy l’artista e Gladstone Gallery
Novità significative arrivano dal dialogo tra arti performative e architettura, con il debutto di Performing Architecture, festival nato dalla collaborazione tra BASE e DOPO? che porta le performance nei quartieri della periferia sud di Milano, coinvolgendo architetti e artisti in sinergia con le realtà locali. Tra gli eventi di spicco, Little Fun Palace, roulotte-padiglione itinerante di OHT, un omaggio al Fun Palace di Cedric Price e Joan Littlewood: un’idea rivoluzionaria degli anni Sessanta che puntava a trasformare lo spazio urbano in un’università della strada e in un laboratorio di sperimentazione culturale. Il Little Fun Palace riprenderà vita in cinque quartieri milanesi coinvolti, facendo tappa anche a Corvetto con un concerto strumentale. Sperimentazioni sonore trovano invece spazio all’Hangar Bicocca con Improvisation in 10 Days di Tarek Atoui, artista e compositore libanese noto per le sue indagini sul suono come esperienza spaziale. La mostra esplora le intersezioni tra scultura, architettura e vibrazioni sonore, offrendo un’esperienza immersiva che coinvolge corpo e oggetti nella propagazione del suono.

Importante segnalare anche gli spazi indipendenti che durante tutta la settimana contribuiranno in modo determinante alla ricchezza della manifestazione. settantaventidue ospiterà la mostra From One City To Another di LUCE, giovane artista spagnolo che, dopo un anno di residenza a Milano, ha realizzato una serie di opere site-specific nel quartiere del Naviglio Grande. Il progetto si sviluppa come un museo a cielo aperto, utilizzando oggetti raccolti dall’ambiente urbano e rigenerati in un percorso pubblico open air, in una riflessione sul rapporto tra città, memoria e narrazione visiva. Sembra emergere anche uno spiccato dialogo tra passato e contemporaneo nelle grandi istituzioni milanesi, dove le collezioni museali si aprono a nuove letture grazie a operazioni artistiche site-specific. Il Museo del Novecento celebra il centenario della nascita di Robert Rauschenberg con Rauschenberg e il Novecento, facendo dialogare una selezione di otto opere dell’artista statunitense con la collezione permanente del museo che vede concludersi il nuovo allestimento della collezione permanente. Il maestro della luce Robert Wilson, invece, si confronta con Michelangelo in Mother, installazione concepita per la Pietà Rondanini al Castello Sforzesco. L’opera, un ciclo di 30 minuti in loop, si sviluppa in un dialogo tra il capolavoro michelangiolesco e lo Stabat Mater del compositore estone Arvo Pärt, preghiera medievale nella versione vocale e strumentale, ponendo l’accento sulla sacralità senza tempo della scultura.

© Robert Rauschenberg Foundation / ARS, New York, 2025
Courtesy Galerie Thaddaeus Ropac, London · Paris · Salzburg · Milan · Seoul
Alla Fondazione Luigi Rovati, la mostra Etruschi del Novecento esplora le influenze della cultura etrusca sull’arte italiana del Novecento attraverso opere provenienti dal MART di Rovereto, mentre la GAM ospita una personale di Ugo Rondinone. L’artista svizzero, noto per le sue installazioni di land art, presenta una selezione di opere incentrate sui temi della terra, della cittadinanza e delle politiche migratorie, in un confronto con i capolavori della collezione permanente, tra cui Il Quarto Stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo. Infine, altra mostra highlight che fuoriesce dal contemporaneo è Andrea Solario e il Rinascimento tra Italia e Francia al Museo Poldi Pezzoli, una mostra di grande respiro internazionale con la collaborazione scientifica del Museo del Louvre, che porta alla luce il lavoro di Andrea Solario, artista rinascimentale lombardo meno noto ai più, in occasione del cinquecentenario della sua morte. Ancora tanti gli eventi da segnalare, ma concludiamo con due talks di particolare rilevanza che si terranno venerdì 4 aprile. Il Teatro dell’Arte della Triennale ospiterà la Lectio Magistralis di Koyo Kouoh, prossima curatrice della 61ª Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia e direttrice dello Zeitz Museum of Contemporary Art Africa a Città del Capo; mentre Palazzo Reale accoglierà Art for Tomorrow Talks, evento internazionale promosso dalla Democracy and Culture Foundation, costola del New York Times, che vedrà la partecipazione dell’artista Carsten Höller in una keynote conversation sui grandi temi del sistema dell’arte.

Tra grandi istituzioni, spazi indipendenti, collettivi e iniziative diffuse, la Milano Art Week 2025 sembra dimostrare una tendenza marcata verso l’interdisciplinarità, con confini sempre più labili tra arti visive, cinema, architettura e performance. Emerge una forte coesistenza tra le istituzioni e gli spazi indipendenti in un palinsesto che valorizza tanto le sperimentazioni emergenti quanto i maestri consacrati, nella volontà di coinvolgere pubblici diversi. Una settimana fitta di eventi che offrono l’occasione per riflettere sul ruolo che l’arte può svolgere in una città in costante cambiamento e in cui la pluralità di esperienze arricchisce la scena culturale. Con lo sguardo rivolto a un panorama internazionale, la città si interroga sulle nuove direzioni dell’arte, tra sperimentazione, inclusività e una rinnovata attenzione alla dimensione collettiva dell’esperienza culturale.
Milano Art Week 2025, Milano, varie sedi, dall’1 al 6 aprile 2025
In copertina: Nikki Maloof, The Crab, 2025, matite colorate su carta, 29×42 cm