Allestito nel ’97 il musical rock della Rancia di Saverio Marconi: nostalgia e parodia di un’epoca con Giuseppe Verzicco e Beatrice Baldaccini al posto di Travolta e Newton John
Di successi e riuscitissimi spettacoli la fervida Milano delle poltroncine rosse ne ha visti e ne continuerà ad applaudire tanti: ma pochi i continui sold out che registra a ripetizione. Uno di questi, Grease. E chi, altrimenti?
Difficile trovare qualcuno che non ne riconosca l’intramontabile verve, la febbricitante energia, il sempiterno sound che trascina anche gli spettatori più restii a scomporsi, la lucentezza delle chiome scolpite da brillantina (mai la combo di cera vergine, oli minerali ed acqua ha segnato così tanto intere generazioni), le ruote ad angolo giro delle longuette colorate, le coreografie studiate a regola d’arte, i tessuti dialogici tramati alla perfezione.
Tutti questi tratti distintivi hanno fatto del film datato 1978 una delle più rodate riproposte teatrali di sempre, nonché un appuntamento immancabile per gli appassionati di musical e sano divertimento.
La nuova edizione che debutta il 28 Marzo 2015 al Teatro della Luna di Milano contiene in nuce una freschezza per certi versi necessaria a rinvigorire l’assetto generale, dovuta alla scritturazione di protagonisti semisconosciuti ai più (vedi Giuseppe Verzicco e Beatrice Baldaccini), a traduzioni più attuali, ad arrangiamenti, orchestrazioni e coreografie interamente rivedute ad hoc che andranno ad affiancare le tradizionali componenti che tanto hanno fatto amare il Grease nostrano di questi ultimi anni.
Quello concepito dalla Compagnia della Rancia è un prodotto artistico che ha realmente rivoluzionato l’esperienza di vivere il teatro in Italia, e il suo long running – secondo solo allo strehleriano Arlecchino, che conta ad oggi la bellezza di 68 anni di plauso (inter)nazionale – ne è la prova concreta.
Il segreto della fortuna, della longevità e degli incassi che fa del Grease di Saverio Marconi e Marco Iacomelli una vera e propria garanzia sono molteplici: le performances degli attori che si sono succeduti nei panni di Danny Zuko e di Sally, dei T-Birds e delle Pink Ladies sono sempre state all’altezza delle aspettative, avvicinandosi spesso quasi filologicamente a quelle degli originali (l’ombra degli inarrivabili John Travolta e Olivia Newton-John si proietta sovrana su tutte le rappresentazioni); l’essenza pop dello spettacolo suscita un’incontrollata voglia di anni ’50, di spensieratezza, di amore e rock ‘n’ roll; il boom di spettatori (come non sottolineare il record storico registrato a teatro, che censisce oltre 1’500’000 astanti dal 1997) ha saputo, replica dopo replica, apprezzare a tutto tondo ogni aspetto della messinscena.
Ecco dunque i motivi per cui, tout court, Grease è un cult che ci appartiene. Questo perché la Greasemania è nostalgia ma anche parodia di un’epoca, è integro giovanilismo che grida modernità da tutti i pori, è uno spettacolo di impronta commerciale (solo apparentemente “leggero”) che però serve al teatro italiano in un’ottica di raggiungimento di un pubblico sempre più vasto e variegato.
Se proprio lo scorso 1 aprile il regista ha soffiato 67 candeline, la sua creatura ne spegne 18, augurandosi di ricevere in dono altrettanti riconoscimenti e trionfi calcati sui migliori palcoscenici italiani, come accaduto finora. Per il momento, che il nuovo Grease moltiplichi i suoi numeri – pronti con le calcolatrici in mano? – sarà la preoccupazione più sentita dal cast e non solo.
D’altra parte, la dedica dei suoi fan non potrà essere più autoreferenziale di così: Hopelessy devoted to you!
Grease, regia di Saverio Marconi, al Teatro della Luna fino al 3 maggio