All’apice della decadenza

In Letteratura

Jason Goodwin disegna un intrigo internazionale nella Istanbul del sultano Mahmut II con il suo celebre detective eunuco Yashim

Prendete alcune sfoglie di pasta fillo, spennellatele con del burro e appoggiatele in una teglia a formare diversi strati da guarnire con noci tritate o, a vostro gusto, pistacchi e mandorle. Infornate e, dopo la cottura, spennellate generosamente il tutto con una soluzione di zucchero e succo di limone oppure miele e spezie con acqua di rose. Ecco, molto in breve, la ricetta del baklava, dolce tipico della tradizione culinaria turca. Ancora meglio, della tradizione ottomana, visto che ogni paese che fu vassallo della Sublime Porta vanta la sua versione nazionale.

Aggiungete a questa miscela di sapori il rapimento di un principe polacco, un gruppo di giovani italiani infervorati dagli ideali risorgimentali, un macabro omicidio e vi ritroverete tra le mani la nuova indagine di Yashim, particolare detective nato dalla penna dell’inglese Jason Goodwin.

Yashim è un eunuco, un guardiano dell’harem del sultano, senza più nulla su cui vegliare. I tempi sono cambiati, il sultano ottomano Mahmud II ha riformato il suo stanco impero a cominciare dalle consuetudini della sua corte. Tra le prime vittime dell’occidentalizzazione del suo palazzo c’è la tradizione dell’harem, dove rimarranno solo le vecchie favorite, lasciate a trascorrere gli ultimi anni della loro vita tormentandosi sulla giovinezza sfiorita e le glorie del passato. Una metafora malinconica della capitale di un impero ignaro di trovarsi al culmine della sua decadenza.

Proprio in questo sta il fascino del personaggio Yashim: è il simbolo vivente di un’epoca passata, un uomo privato di una parte del suo corpo per eccellere in un compito ormai obsoleto. Potrebbe vivere nel rimpianto, rifugiarsi nel rancore verso un mondo che lo ha tradito, invece è una delle poche persone a Istanbul che riesce a intuire la fine di una realtà secolare come l’impero che ha giurato di servire. I vecchi funzionari, vestiti ed educati secondo l’influenza occidentale, cercano di riciclare la loro immagine. Un cambio di apparenze non altrettanto facile per Yashim, che sceglie di vivere senza mentire, prima di tutto a se stesso.

All’eunuco non rimane altra alternativa che mettere a frutto l’educazione ricevuta e la sua intelligenza in ogni piccolo aspetto della sua esistenza. Metodo e dedizione diventano una costante, tanto per imbastire la cena del giovedì per l’amico di sempre, l’ambasciatore del fu regno di Polonia Stanislaw Palewski, quanto per indagare sull’ennesimo mistero che le correnti del Bosforo sospingono di tanto in tanto sui moli della città di Istanbul.

La capitale del “malato d’Europa” non è più il crocevia di due continenti che si mostrava al mondo ai tempi del suo apogeo sotto il governo di Solimano il Magnifico, ma attira comunque la sua buona dose di intrighi e cospirazioni. I cospiratori del Baklava è il quinto libro in cui il particolare investigatore ottomano viene chiamato a mettere alla prova il suo intelletto. Come nelle quattro precedenti, anche in quest’ultima indagine, Yashim abbandona la lettura dei suoi amati romanzi francesi per preservare la stabilità del traballante impero ottomano.

Nelle descrizioni della trama di questi romanzi ricorre spesso l’aggettivo ‘avvincente’. Una sorta di mantra, quando si tratta di romanzi investigativi. Eppure, parlando del lavoro di Goodwin, penso non sia quello giusto. In una trama avvincente i colpi di scena sommergono il lettore, non gli lasciano fiato, come per i protagonisti impegnati nella classica corsa contro il tempo. Nell’Istanbul del 1841 sono in pochi a correre, quasi sempre europei che non capiscono la città che li ospita. Ogni corsa si arresta sulle rive del Corno d’oro, dove l’unico modo per attraversare è affidarsi al lento rollio dei caicchi. Yashim, da bravo stanbuliota lo sa, senza mai cedere a un vizio così occidentale come l’affanno.

“I cospiratori del baklava” di Jason Goodwin (Einaudi, 2015, 362 pp., 19 €)

Immagine: The Kılıç Ali Paşa Mosque and the Fountain of Sultan Mahmud I at Tophane, Istanbul.

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