Dallo studio di registrazione al palco: abbiamo messo due esperienze musicali a confronto per capire come cambia la musica in due contesti diversi
Silvia – Sabato sera sono stata al Forum di Assago al concerto dei Negrita, una band che non ero mai riuscita a ascoltare live. Avevo sentito moltissimi pareri positivi sul loro modo di tenere il palco, in particolare riguardo a Pau, il cantante, quindi la mia aspettativa era altissima. E di solito quando si parte così si resta sempre delusi. Invece devo dire che sono stati impeccabili. Sia musicalmente sia nella gestione del palco e nello “scambio” con il pubblico: sono stati davvero incredibili! Per le vecchie canzoni (Magnolia, Mama Maè, Rotolando Verso Sud, Gioia infinita) il pubblico era incontenibile; alla fine del live eravamo stremati per il continuo saltare, ballare e cantare! C’era un’energia incredibile in tutto il palazzetto. La vera incognita di questo live erano i pezzi del nuovo album, 9.
Chiara – Di energia senza dubbio 9 è pieno; infatti penso sia uno degli album migliori dei Negrita da qualche tempo. La prima cosa che mi ha colpita ascoltandolo sono i testi. Non che sia la prima volta che Pau ci delizia con il suo stile di poesia rock; ma in questo disco mi sembra si sia superato. A partire già dalla traccia di apertura, Il gioco, il senso di avventura e di sfida che la vita ci regala viene catturato benissimo sia nel testo che nella musica, piena di chitarre e cori travolgenti. Immagino che al concerto tutti la cantassero a squarciagola!
S – Sì l’effetto che il nuovo album ha sul pubblico è proprio quello; queste canzoni sono già entrate nella testa e nel cuore dei fan. Il gioco poi è una canzone splendida, con quel retrogusto britpop, perfetto per un’esibizione live. È quella che preferisco tra le nuove hit.
C – Non avevo dubbi che avrebbe reso benissimo live. La mia preferita dell’album invece è Sei L’Amore, perché nonostante il titolo non è la classica ballata sul tema; è un trattato sul dolore e la passione. E ‘togli il mio cuore dal frullatore’ è una delle frasi più belle che abbia sentito in una canzone negli ultimi tempi! Un pezzo che diventerà un classico dei Negrita, secondo me. Quali sono stati i pezzi dell’ultimo album che ti sono piaciuti di più dal vivo?
S – A parte Il gioco direi che Mondo Politico e Poser sono state le due che hanno avuto la resa migliore durante il live. E non a caso sono state eseguite per prime! Ma anche 1989 mi è piaciuta, ha un testo molto bello, che resta in testa. Ma si sa che con le parole loro ci sanno fare.
C – Senza dubbio, infatti nel disco ci sono anche molti momenti di ironia intelligente. Poser sta tutta nel titolo, per esempio: dai talent show ai selfie, il pezzo glorifica il loser, il perdente che invece di cercare la fama si fa il mazzo per mostrare un’arte vera al mondo. L’Eutanasia del Fine Settimana ha un tono simile, ma qui si parla del ‘sogno artificiale’ del weekend, visto come miraggio dal mondo in cerca di liberazione dalla noia della settimana lavorativa. Il testo è talmente forte che il pezzo funzionerebbe quasi di più come performance poetry – il che è fortissimo in fin dei conti. La poesia e il rock dei Negrita formano una miscela che nel rock italiano è veramente unica.
Negrita, 9 (Universal Music 2015)