Da 15 anni ormai la Costantini Art Gallery collabora con Joanpere Massana. Oggi il suo ultimo lavoro, Il libro della pelle, ci stuzzica particolarmente
Non una pelle intesa come cute, elemento fisico e corporeo ma concepita come contenitore di memorie e allo stesso tempo confine tra una realtà e l’altra.
L’artista spagnolo Joanpere Massana (Ponts, 1968) è anche scultore, e lo si vede nella materialità che si dispiega nei quadri: polpa di carta, brandelli di tela, bottoni o piombo. Si tratta di immagini a strati, che si lasciano alle spalle la bidimensionalità tipica dei dipinti tradizionali per sfondare il limite tradizionale dell’immagine pittorica stessa. Ma fin qui, niente di nuovo.
Eppure, come in tutti i suoi lavori precedenti, Massana ha l’idea originale di creare un libro di opere, un insieme di tele legate da un tema comune: in questo caso, la pelle. Ma tutto è una catena di rimandi, in cui altri elementi percorrono le opere; ad esempio, una piccola una spilla da balia, sempre aperta, a rappresentare l’impossibilità di chiudere, terminare, bloccare una storia.
Scorrendo il Libro della pelle, ci viene raccontata la ciclicità del tempo e la trasformazione della materia: dagli oggetti di uso comune incastonati nella tela come cimeli antichi a superfici impalpabili come quelle delle pozzanghere, da apocalittiche palle di cannone alla primavera rappresentata da nidi e fiori. E così il tempo entra nell’opera: la grande sfida del Novecento portata in una sensibilità da anni Duemila.
I più scettici potrebbero dire, delle sue opere, “vista una, viste tutte”, ma – a starci in mezzo – si ha davvero la sensazione di non guardare mai lo stesso quadro.
Joanpere Massana | Il libro della pelle, Costantini Art Gallery, fino al 2 maggio 2015
Foto: Joanpere Massana, La pell del fort de Bellegarde