Un nuovo complesso di colpa per Cenerentola

In Teatro

Il materiale della celebre fiaba continua a rinnovarsi, questa volta col nuovo astro francese Joel Pommerat, in una versione scenograficamente e freudianamente inedita

C’era una volta e c’è ancora, fino a domenica 26 aprile al Piccolo Teatro Strehler, una versione moderna di Cenerentola, scritta e diretta da Joël Pommerat.

Negli ultimi anni sembra essere un fenomeno piuttosto diffuso la ripresa di alcune fiabe della tradizione occidentale ed in particolare del racconto di Cenerentola.

Nel 2015 esce Into the woods che riporta in vita il personaggio dell’orfana il più fedele possibile alla versione dei fratelli Grimm, ma la giovane porta con se il dramma moderno di non saper scegliere tra il sogno e ciò che invece si possiede di sicuro, non perde la scarpetta, rimane incastrata nel catrame e di conseguenza in un matrimonio riguardo al quale ammetterà di aver fatto uno sbaglio. Rob Marshall sceglie di non farla risultare come vittima innocente senza colpe, ma come qualcuno che vuole a tutti i costi qualcosa senza pensare realmente a ciò di cui ha necessità.

Un anno dopo, sempre al cinema, esce la Cenerentola diretta da Kenneth Branagh, anch’essa rivisitata in chiave moderna in questo lavoro i valori diventano una forza da supereroe. Questo remake è fedele in modo straordinario alla versione del 1950 di Wylfred Jackson, ma nonostante questo ci appare molto più vero e reale rispetto agli altri lavori che la Disney sta producendo. Ultimamente infatti, la più grande azienda del campo dello spettacolo cinematografico sta realizzando dei lungometraggi con attori in carne ed ossa partendo dai classici di animazione. Le scene il più possibile realistiche di Dante Ferretti ce lo fanno apparire molto più vicino all’umano di quanto invece ci appariva Maleficent o Alice in Wonderland.

E sempre nel 2015 arriva a Milano al Piccolo Teatro un’altra rivisitazione di Cenerentola, Cendrillon, questa volta teatrale ma con uno stile ultramoderno che abbandona i soliti canoni che caratterizzano questo tipo di messa in scena. Joël Pommerat riprende i temi della favola a modo suo, ritroviamo alcuni elementi della versione originale ma con una attualizzazione del tutto contemporanea che ci fa vivere il dramma del senso di colpa originato da una difficoltà di comunicazione, di cui il mondo moderno, nonostante i potenti mezzi che ci sono oramai a disposizione per poter comunicare in tempo reale in tutte le parti del mondo, è schiavo.

Teatrale in un modo del tutto particolare, lo spettacolo si presenta già dalla scrittura, dello stesso regista, molto interessante, la recitazione semplice senza grossi cambi di intensità ci narra la storia in uno stile che è proprio del racconto delle fiabe che ci faceva la mamma, gli inserti di Pommerat sono ultramoderni, dove tutto ciò che è obsoleto risulta fuori luogo. Così anche la scena, quasi completamente spoglia di elementi di attrezzeria, risulta ricca e contemporaneamente odierna e surreale tutto questo reso possibile da un sapiente uso di retroproiezioni, che rendono i cambi scena veloci ed efficaci, qualche volta addirittura spiazzanti.

Si ritrova con facilità l’atmosfera fiabesca del testo ma con drammi riferiti al presente e unlinguaggio drammaturgico e visuale che spinge lo spettatore a interrogarsi sulla vita senza ricevere dallo spettacolo risposte precostituite.

Tutti gli elementi si amalgamano armoniosamente forse perché lo spettacolo è pensato come corpo unico dal regista/autore, infatti lui stesso dichiara «io non scrivo testi, scrivo spettacoli… il teatro si vede e si ascolta e io lavoro con tutto, con la voce, il gesto, il suono, le immagini».

Cendrillon, testo e regia Joël Pommerat, fino al 26 aprile al Piccolo Teatro Strehler

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