Claudio Bonivento racconta in “A mano disarmata” la drammatica storia di Francesca Angeli, cronista del quotidiano la Repubblica che ha rivelato le guerre di malavita per controllare la spiaggia di Roma. Tra debolezze e ingenuità causate pure dal budget limitato, il film ha il pregio non equivocabile e il senso non differibile di raccontare le scelte e i dubbi, la forza e la solitudine di una protagonista
A mano disarmata è il nuovo film di Claudio Bonivento tratto dall’omonimo libro autobiografico della giornalista Federica Angeli (interpretata da Claudia Gerini), racconta le vicende della cronista dell’edizione romana de La Repubblica, che nel 2013 decise di denunciare apertamente il potere sconfinato dei clan mafiosi di Ostia, dove vive con la sua famiglia. L’inchiesta cambierà per sempre la sua vita e quella del marito e dei tre figli: da allora è costretta a vivere sotto scorta in seguito alle minacce inviate a lei e ai figli.
Il film parte dal 2013: è maggio e Federica, che si occupa di cronaca nera e giudiziaria per il suo giornale, sta percorrendo le spiagge di Ostia per lavorare a un’inchiesta sul racket degli stabilimenti balneari. Viene presa, sequestrata per diverse ore e minacciata di morte da alcuni esponenti del cosiddetto clan Spada. Li denuncia. Due mesi dopo assiste dalla finestra di casa a una sparatoria tra la famiglia Spada e i rivali Triassi. I vicini abbassano impauriti le tapparelle, lei torna a denunciare, unica testimone, e pubblica la sua inchiesta. Ripercorrendo le diverse tappe del percorso doloroso che la reporter romana ha affrontato e continua ad affrontare, la pellicola mette in luce la sua forza, la caparbietà che dopo anni di battaglie contro la violenza e l’omertà hanno portato all’apertura il 6 giugno 2018 del maxi processo per mafia contro i clan di Ostia.
Tra debolezze esplicite e ingenuità assortite, derivanti anche dal budget limitato e dalle riprese mordi-e-fuggi, il film ha comunque un pregio non equivocabile e un senso non differibile: nell’exemplum della Angeli, eroina poco borghese, inquadra il tradizionale fuoricampo del crime nello specifico del mafia-movie, non solo privilegiando la vittima, ma di questa ancor più che il coté professionale, quello familiare, amicale, relazionale. Il film infatti sottolinea costantemente il lato privato della vicenda: l’amore viscerale per i figli, la complicità e la passione con il marito che l’ha sempre sostenuta in momenti nei quali chiunque avrebbe gettato la spugna, lo sconforto e la solitudine che l’hanno colpita sentendosi abbandonata dalle Istituzioni, dagli amici, dal suo giornale.
Così non è difficile immedesimarsi nella sua famiglia spaventata, interdetta dalle scelte coraggiose, giuste ma pericolose di Federica Angeli che a una vita tranquilla e agiata ha preferito quella in prima linea del giornalista d’inchiesta: per far conoscere la verità, anche quella più brutale e scomoda. A differenza di altre recenti produzioni cinematografiche, piuttosto che far prevalere le “imprese” delinquenziali questa volta risaltano le gravissime e terribili situazioni nelle quali si trova una persona sotto minaccia di morte. Situazioni che coinvolgono sia la sua vita che quella di chi le sta intorno, rivoluzionando completamente la quotidianità e rinunciando così alla libertà.
A mano disarmata è stato realizzato con lo stesso impegno e la stessa passione che contraddistingue (e merita) una storia vera come questa, fatta di scelte e di dubbi, di solitudine ma insieme di forza, di coraggio e di amore. Tutti elementi che caratterizzano la vita di una donna, giornalista, moglie e madre, e che quindi non potrà non portare al coinvolgimento di un vasto pubblico interessato e attento ad aspetti poco noti e quasi mai raccontati dai mass-media. Un film dove viene raccontata una storia reale, ricca soprattutto di un’alta dignità morale, di un forte senso di responsabilità civile e di un estremo bisogno di ricerca della verità, qualità di cui tutti oggi sentiamo il bisogno.
A mano disarmata, di Claudio Bonivento, con Claudia Gerini, Francesco Venditti, Mirko Frezza, Francesco Pannofino, Rodolfo Laganà, Gaetano Amato, Nini Salerno, Giorgio Gobbi, Emanuela Fanelli, Milena Mancini, Massimo De Francovich,