Il nuovo album di Daniele Silvestri: riflessioni malinconiche sul mondo di un acrobata in bilico sulle note
L’attacco è perfetto, due accordi di chitarra e una voce che sembra leggerti dentro quando pensi ai tuoi viaggi e ai luoghi meravigliosi dove vorresti vivere. È La mia casa, primo brano di Acrobati, il nuovo, bellissimo e preveggente album di Daniele Silvestri.
Perché preveggente? Perché Silvestri, tornato giovane a 47 anni, riesce e essere diretto e immediato nella musica e nelle parole come forse mai è riuscito ad essere. E la sua visione diventa quella di un paio di generazioni e forse più. Disincanto, vita quotidiana, male di vivere, sguardi adulti, ma non retorici sulla nostra realtà.
Insomma, erano anni che non mi ritrovavo in pieno nelle parole di qualche canzone italiana… e qui è preveggenza pura, dalle ardite analisi linguistiche di Quali Alibi ai pensieri tra il profondo e il banale di Acrobati, riflessioni malinconiche sul mondo dall’alto di un aereo.
Un disco personale che diventa generazionale: quanti di noi si sono fatti le domande su prezzi e provenienza del cibo biologico che sono riassunte in Mio Bio? O le riflessioni amare di Un altro bicchiere dedicate al “popolo della notte” che non sa più cosa cercare se non un modo per passare la notte?
Gran disco insomma, di quelli importanti che restano nella storia di un artista che ha già 20 anni di carriera (primo album 1995) e che ha la fortuna di essere bravo a scrivere testi e anche a scrivere musiche, e la capacità di giocare con i generi e i suoni senza paura di fare mescoloni di stili e di artisti.
Dentro Acrobati ci sono rock, boogie, ballad, funky, tempi quasi charleston, beat melodico, echi reggae… suonati da Silvestri con una nuova band di giovani musicisti di Lecce (dove il disco è stato prevalentemente registrato), alcuni suoi collaboratori storici e un po’ di ospiti trasversali, da Caparezza a Roy Paci, da Roberto Dellera ad Enrico Gabrielli fino a Diodato, Diego Mancino e i fantastici Funky Pushertz from Naples.
Un disco che dura più di un ora e che assomiglia ad un LP anni settanta, di quelli che meritavano davvero un ascolto filato. Un disco che è una bella fotografia di questi nostri anni liquidi, che è sempre più difficile raccontare senza perdersi nell’ovvietà.
Silvestri si mette i vestiti dell’acrobata e guarda la realtà dall’alto, dando una forma e un colore a tanti pensieri che restano inespressi dentro le nostre vite compresse. Ad un disco di musica italiana, difficile chiedere di più, oggi.
Un album che è già concerto, e che passerà da Milano il 2 e 3 aprile agli Arcimboldi (prima data già sold out). Per info su date e altro www.danielesilvestri.it
Daniele Silvestri Acrobati (Sony Music)