I deliziosi intrighi di Lady Susan in un 700 che parla molto d’oggi

In Cinema

Il raffinato regista americano Whit Stillman, lanciato anni fa dalla commedia urbana “Metropolitan”, riscopre un testo poco noto di Jane Austen e ne fa un racconto divertente e caustico, “Amore e inganni”, sul nostro bisogno di manipolare la realtà e controllare l’immagine pubblica. Ottimo il gruppo di interpreti guidato dall’affascinante Kate Beckinsale e dalla briosa Chloe Sevigny

Lady Susan Vernon (Kate Beckinsale), gran protagonista di Amore e inganni, è bellissima, intelligente, affascinante, dimostra 25 anni ma ne ha almeno dieci di più, e quindi in base ai canoni dell’epoca (siamo in Inghilterra, alla fine del Settecento) è una donna matura. Rimasta vedova di un uomo che purtroppo non è stato abbastanza lungimirante da lasciarle una cospicua eredità, non ha molta scelta se vuol evitare di sprofondare nell’indigenza e assicurare un avvenire decente alla figlia Frederica (Morfydd Clark): trovare un ricco marito, anzi magari trovarne due, possibilmente abbastanza sciocchi da lasciarsi manovrare, o abbastanza vecchi da morire in un lasso di tempo ragionevole.

Avendo in mente questi scopi, forse poco edificanti ma di sicuro piuttosto precisi e pragmatici, Lady Susan si trasferisce a Churchill, l’immensa tenuta di campagna dei suoceri, e inizia a tessere le sue trame con l’aiuto di una scaltra amica americana (Chloe Sevigny) che ha saputo scegliersi come marito l’ottimo (nel senso di ricchissimo, rispettabile e piuttosto anziano) Mr. Johnson (Stephen Fry).

Naturalmente il resto della famiglia non apprezza affatto la spregiudicata scaltrezza di cui lady Susan dà prova, e ben presto il film si trasforma in un diabolico balletto di sorrisi e maldicenze, gelosie e trappole, raffinati cerimoniali aristocratici e perfidi giochi di manipolazione e inganno. Il risultato, inutile dirlo, è semplicemente esilarante.

Scritto in forma epistolare nell’ultimo decennio del Settecento da una giovanissima Jane Austen, Lady Susan è stato dato alle stampe soltanto nel 1871 da un nipote della scrittrice diventata famosa grazie a capolavori come Ragione e sentimento e Orgoglio e pregiudizio.

A condurre l’operazione cinematografica è stato poi Whit Stillman, regista americano rivelatosi negli anni Novanta (del Novecento!) con film dal tocco elegante e minimale come Metropolitan e quasi del tutto sparito nel nuovo secolo. Senza un vero perché. In Amore & inganni, di cui ha firmato anche la sceneggiatura – diventata poi un romanzo cinico e spassoso, pubblicato in Italia da Beat Edizioni – siamo di fronte a un’operazione apparentemente facile ma in realtà tutt’altro che banale: prendere una vicenda del XVIII secolo, metterla in scena ricostruendo tutto con meticolosa precisione, dai mobili agli abiti, dagli ambienti alle mode, fino al modo di camminare e parlare dei diversi caratteri a seconda della classe sociale di appartenenza, trasformandola però in una storia degna di essere raccontata nel XXI secolo in cui noi oggi viviamo.

amore e inganni

Un racconto meravigliosamente cinico e straordinariamente divertente, che sembra voler descrivere soltanto riti antichi e diaboliche bugie, ma in realtà parla molto di noi, del bisogno che abbiamo di tenere sotto controllo l’immagine pubblica e del desiderio di manipolare la realtà, delle nostre debolezze e del tentativo di non lasciarci sopraffare dalle inesorabili regole del mondo. Troppo spesso tutt’altro che amichevoli, soprattutto nei riguardi delle donne. E proprio pensando a questo, non possiamo che guardare con enorme simpatia a Lady Susan Vernon.

Amore e inganni di Whit Stillman, con Kate Beckinsale, Morfydd Clark, Chloe Sevigny, Stephen Fry

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