Sull’onda dell’ultimo album, American Spring, i due ex ragazzi della scena punk americana si presentano stasera al Magnolia all’insegna dell’impegno. Per una nuova rinascita? Speriamo anti-Trump…
Immaginate le origini di un gruppo punk degli anni ’90 più classiche possibile: due ragazzini, Justin Sane e Pat Thetic, che, a Pittsburgh, non hanno neanche idea di cosa sia una scala maggiore suonata sulla chitarra. Due ragazzini classe 1973 che però hanno voglia di suonare, di avere un gruppo, di poter esprimere in musica il disagio generazionale di un decennio ricco di inventiva e di voglia di uscire da un sound che, negli anni ’80, aveva permeato l’immaginario collettivo con l’utilizzo continuo di sintetizzatori e suoni pop elettronici.
Questi sono gli Anti-flag, che, dal 1996 ad oggi hanno pubblicato otto dischi e vari split con nomi della scena punk americana; e stasera suoneranno al Magnolia a Segrate, per proporre un live che sa di chitarre sporche, di sudore e di voglia di saltare a tempo su brani punk di grande potenza. Nel 2015 è uscito il loro ultimo album in studio, American Spring, che vuol essere una primavera e una rinascita sia per l’America sia per i membri della band a livello più personale; tra le tracce compaiono anche collaborazioni importanti, su tutti il chitarrista dei Rage Against The Machine Tom Morello e Tim Armstrong, front-man dei Rancid.
La band è nota soprattutto per l’attivismo politico a favore di una desiderata giustizia sociale che va ad affrontare quell’enorme differenza tra ricchi e poveri presente negli USA e che è ormai un’evidente piaga sociale. Infatti il nome Anti-flag è un chiaro riferimento ad una non-appartenenza a questa società che, secondo Justin Sane e compagni, non è corretta nei confronti dei meno abbienti, maltrattati dai governi e dalla polizia; è da evidenziare anche una lotta per la difesa dell’ambiente in favore degli animalisti e della necessità di ridurre l’inquinamento. Un motto vigeva nel movimento punk di Pittsburgh, al quale il gruppo si è ispirato: libertà, non fascismo. Brano famoso tra i manifestanti a favore del ritiro delle truppe dall’Iraq è Die for your government.
Quello che gli Anti-flag propongono è un punk di stampo californiano, melodico, urlato e sporco. Si tratta di un punk fruibile ad un pubblico molto ampio, anche a chi non è mai stato attratto da un sound simile: ma se si è curiosi di scoprire e di conoscere un movimento così importante nella storia della musica degli anni ’90, stasera è l’evento giusto.
Al Magnolia sarà possibile rivivere un misto di creste enormi piene di gel e lotta sociale cantata con rabbia e attraverso testi molto diretti, che non bussano alla porta prima di entrare in casa, ma che la abbattono a calci. L’unica imperdibile data italiana sta per scoccare e non essere presenti è un vero e proprio insulto per chi è cresciuto a suon di punk, magliette stracciate e ideali di libertà e uguaglianza che, gli Anti-flag, metteranno in musica in maniera schietta e diretta senza permettere momenti per pensare: prima si salta, poi ci si ferma a ragionare su questa società.
Magnolia Anti-Flag (15 giugno)