Oltre i confini dell’amore secondo Robin Pront

In Cinema

Buon debutto dietro la cinepresa per il 30enne belga Robin Pront, subito “nominato” dal suo paese all’Oscar. Una rivalità amorosa familiare che s’intreccia a una sfortunata impresa criminale sa un po’ di Coen e un po’ di Tarantino – con qualche difetto di humour rispetto a entrambi – evoca uno sfondo di critica sociale e segnala molta abilità registica nel tagliare le inquadrature, suscitare paura, evocare atmosfere. E dirigere gli attori. Anche se il plot va un po’ a singhiozzo e non brilla per originalità

Due fratelli e una rapina finita male, è questo l’incipit di Le Ardenne – Oltre i confini dell’amore, il film del belga Robin Pront candidato al premio Oscar come miglior film straniero e ottima scelta per godersi un po’ di aria condizionata in compagnia di un buon film di genere. Kenneth (Kevin Janssen) finisce in galera e paga per tutti, mentre Dave (Jeroen Perceval) prosegue nella sua vita, si ripulisce da alcol e droga, e ogni settimana fa visita al fratello che, eroico, marcisce dietro le sbarre, in attesa che arrivi la fine della pena. Ma il suo ritorno – in anticipo, per buona condotta – in realtà non è affatto una buona notizia. Perché alla rapina aveva partecipato anche una donna, Sylvie (Veerle Baetens), che guidava l’auto ed era la fidanzata di Kenneth, ma poi era fuggita con Dave, destinato a diventare presto il suo nuovo compagno e il padre del figlio che porta in grembo.

 

Kenneth è stato per anni tenuto all’oscuro di tutto, ma ora è uscito di prigione, e non si potrà continuare per molto a raccontargli bugie sempre più assurde. Così le cose prendono da subito una gran brutta piega, dando vita a una vera e propria escalation di violenza. Dal finale imprevedibile? Beh, non proprio! Come dicevamo all’inizio, il film di Robin Pront, al suo esordio nel lungometraggio, è un buon prodotto di genere, ma nulla di più. Ciò significa che personaggi e situazioni pescano abbondantemente nel grande mare dei cliché e non riservano particolari sorprese. Di triangoli amorosi su sfondo criminale ne abbiamo visti tanti al cinema, e così pure di sfide all’ultimo sangue fra fratelli incapaci di amarsi, e al tempo stesso impossibilitati a lasciarsi.

E la sceneggiatura (tratta da una pièce teatrale dello stesso protagonista Jeroen Perceval e del regista Pront) si limita a mettere in fila i vari elementi, in modo corretto ma senza particolari guizzi: tranne forse nel finale, che rischia però di sprofondare nel vortice del grandguignol in salsa grottesca. Vengono in mente il primo Tarantino e sicuramente film come Blood Simple dei fratelli Coen, anche se l’ingrediente decisivo – l’ironia – tende un po’ sempre a latitare.

Robin Pront sembra prendersi troppo sul serio, e questo forse è il suo vero limite, soprattutto quando non si ha a disposizione una sceneggiatura impeccabile che scorre come un ingranaggio ben oliato. Ma, come regista, il ragazzo ci sa fare: sa dove posizionare la macchina da presa, sa come ottenere un’inquadratura in grado di trasmettere inquietudine, sa creare un’atmosfera di paura dipingendo luci e ombre sul finestrino di un’auto o dentro l’imbuto di una strada di montagna che corre inesorabile fra alti muri di conifere.

Fra la grigia città di Anversa e i misteriosi boschi delle Ardenne, Pront confeziona così un noir ruvido e potente, dalla fotografia sporca ed efficace, denso di immagini forti e momenti emozionanti, usando al meglio un gruppetto di ottimi attori. Che altro dire? Lo aspettiamo fiduciosi all’appuntamento con il secondo film!

Le Ardenne – Oltre i confini dell’amore, di Robin Pront, con Kevin Janssens, Jeroen Perceval, Veerle Baetens, Viviane de Muynck

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