Aronne Pleuteri, che gioca con la morte

In Arte

Resterà aperta fino al 15 marzo allo Spazio su di Lecce – project space incastrato nelle scale d’ingresso di un palazzo signorile del centro storico – Alma, mostra personale dell’artista milanese Aronne Pleuteri. Dedicata al più scabroso e centrale dei temi, la Morte, trattata con grande rispetto, leggerezza e ironia, Pleuteri sviluppa la mostra in precario ma perfetto equilibrio tra esorcismo, gestaccio apotropaico e rito antropologico. Un giovanissimo talento, cristallino e vorace, da seguire anche in trasferta.

Prima di assecondare lo spaesamento e l’azione disturbante che inevitabilmente le immagini di Alma di Aronne Pleuteri provocano, provate, voi come me mortali, a sospendere il giudizio. Provate, attraverso l’empatia dello sguardo che le ha prodotte, a tenerle con voi il tempo sufficiente perché comincino ad agire nella vostra parte più intima e profonda.

Salite la scala osservati ad ogni gradino da un volto trapassato e poi provate, come me, ad andare al cimitero a passeggiare tra le lapidi, inesorabilmente costretti a guardare le foto dei defunti alla ricerca di altre facce buffe con cui, e non di cui, ridere. Orecchiate l’allegra canzoncina del video nel pianerottolo e provate, se ci riuscite, a non canticchiare inteneriti, per giorni, il buffo ritornello di Alma che sorride alla Morte. E provate a restare indifferenti, quando vi sarete girati per andarvene, davanti alla pittura frammentata e saldissima che mostra Alma, estremo saluto, che sorridendo alla Morte le rende l’anima.

La Morte. La Morte padrona, la Morte terrificante, la Morte inevitabile. Il crudele dio Thanatos figlio della notte che è, con Eros, fondamento della nostra esistenza. Ma anche Arlecchino, spirito degli inferi vestito di pelli di lupo che rapiva le anime dei morti per portarle con sé e che il volgo ha trasformato, per reggerne l’orrore, in una maschera coloratissima e innocua. O il tre volte grande Ermete/Mercurio, messaggero degli dèi, dio degli scherzi e dei ladri, che accompagna le anime dei defunti verso l’Ade e che di Arlecchino è il mitologico antenato.

Chi può dunque permettersi l’ardire di giocare non con i morti ma con la Morte in persona, se non un messaggero divino nelle vesti di buffone rituale? Chi se non Ermes, Arlecchino o, Deo gratia, un Artista? Aronne Pleuteri allora può, perché è così e non finge. E l’Artista, non solo Aronne, quando è Artista vero incarna l’entità simbolica – unificante per etimologia – che concede a noi mortali, appunto, di riposarci dalla penosa paura della Morte (penosa e presuntuosa, neanche ambissimo ad essere eterni come un dio sia pur minore). E che permette di trasformare l’orrore in riso come da sempre l’umanità ha fatto, da ben prima che l’iperrealismo ebete dei nostri giorni ci trascinasse in un perenne e sanguinolento esame di realtà.

Ma quale realtà? Quella del corpo, macchina molle e imperfetta, o quella del simbolo, della psiche collettiva che sopravvive ai secoli, della metafisica dell’esistenza che sconfigge la morte più di un corpo che risorge dalla tomba, Cristo o zombie che sia? La risposta è evidente. Aronne, lo sciamano-buffone, parla con i morti. E li deride amorevolmente, in un rituale che li riporta alla vita con naturale leggerezza, accompagnandoli con commovente immedesimazione e, da buon umano, con radicato dolore. Si fa carico, l’Artista, dell’indispensabile esorcismo ma per farlo, come Orfeo, deve scendere lui per primo agli inferi, e la discesa ha sempre un biglietto da pagare. Lo stesso biglietto che paghiamo tutti, qualcuno più caro degli altri. Salvo poi saper tornare, riportando in superficie la Bellezza.

Aronne Pleuteri, Alma, Spazio su, Lecce, solo su appuntamento fino al 15 marzo 2022.

Prenotazioni: spaziosu.lecce@gmail.com – 3406458433

Tutte le immagini: courtesy l’artista e Spazio su, Lecce.

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