Belli e fortunati i racconti d’arte al cinema: ora tocca a Goya, sulla scorta della mostra londinese. E in Italia? qualcosa si muove, ma non abbastanza su una strada tutta da scoprire
Forte del consistente e crescente successo di pubblico (180 mila spettatori nel 2015) trova sempre più spazio nelle sale di cinema italiane la divulgazione artistica, più o meno d’autore. E il 2016 offre già un cartellone, grazie alla Nexo Digital ma non solo, piuttosto interessante. Anche perché, accanto a capolavori storici come Arca russa di Aleksandr Sokurov, viaggio visionario dentro l’Hermitage di San Pietroburgo, o l’assai più recente National Gallery dell’inglese Frederick Wiseman, dove della strepitosa pinacoteca londinese venivano mostrate non solo i dipinti ma anche le pratiche di conservazione, esposizione e presentazione al pubblico, si sta consolidando un’opera di documentazione di singole mostre e specifici autori (o anche di periodi creativi degli stessi). Altro genere in ripresa è quello dei lungometraggi biografici o comunque di fiction, a sfondo o a tematica artistica, come dimostrano negli ultimi due anni il bellissimo bio-pic Turner di Mike Leigh o Francofonia dello stesso Sokurov, ambientato in parte al parigino Louvre.
Dopo qualche anno di partecipazione episodica e minore, comincia ad affermarsi anche una produzione italiana, che andrebbe però con decisione incrementata e sostenuta dai responsabili degli enti pubblici italiani, dal Ministero della Cultura alle regioni, ai grandi comuni presto metropolitani, titolari delle sedi espositive più ricche e varie, Firenze, Roma, Venezia e non solo: forse non per stringenti necessità promozionali, data la loro planetaria notorietà, ma comunque per giovarsi di un pubblico, giovane o meno, più preparato e abituato a vedere e capire le opere, conoscendone i tempi, i modi di produzione e le biografie degli autori. Un modo poi di valorizzare il patrimonio d’arte in linea con la contemporaneità e, come si vede, premiato dal pubblico.
Il cartellone Nexo offrirà l’1 e 2 febbraio Goya Visioni di carne e sangue, un bel saggio di bravura dell’inglese David Bickerstaff, impegnato a ricostruire la vita e la stagione artistica di un grandissimo come Francisco Goya, visto dall’angolazione forse non più conosciuta, quella del ritrattista, di regnanti e nobili ma non solo. Sulla scorta della bella mostra ospitata di recente dalla National Gallery di Londra, emerge qui la dialettica forte tra Goya personaggio ufficiale, abbastanza presto e per decenni accolto a corte con tutti gli onori, e l’artista curioso della vita comune e dei diversi modi che la pittura poteva mettere in campo per rappresentarla. Bickerstaff, partito dal documentario sociale (una decina di anni fa ne girò due sul disastro nucleare di Chernoblyl vent’anni dopo), è di recente approdato al racconto dell’arte con il fortunatissimo Vincent Van Gogh – Un nuovo modo di vedere, cine-tour nel Van Gogh Museum di Amsterdam mostrato in oltre mille sale di tutto il mondo.
Tornando ai risvolti italiani, qualcosa si muove e meritano segnalazione due appuntamenti primaverili , firmati entrambi dal regista Luca Licini: San Pietro e le basiliche papali di Roma (nelle sale il 11-12-13 aprile), girato in occasione del Giubileo e Leonardo da Vinci – Il genio a Milano (visibile il 2-3-4 maggio), che documenta la mostra realizzata in occasione di Expo 2015 ma si allarga poi ai luoghi milanesi del maestro toscano, dalla celeberrima Ultima cena di Santa Maria delle Grazie al Codice Atlantico, dagli esperimenti anticipatori documentati al Museo della Scienza e della Tecnica, al più recentemente scoperto, il cosiddetto “vigneto di Leonardo”.