Asterix è più buono e tecnologico

In Cinema

Nono film dalle strisce di Uderzo e Goscinny e primo in computer animation. Che aiuta, con discrezione, a divertirsi con la buffa guerra tra galli e romani

Si vede la mano di Louis Clichy, giovane animatore con esperienze americane (Wall.E e soprattutto l’ottimo Up) nella cabina di regia di Asterix e il Regno degli Dei, di cui divide la regia con il 40enne attore, sceneggiatore e regista Alexandre Astier. Perché si fa apprezzare nella nuova avventura dei bellicosi guerrieri galli disegnati, dal 1959 in avanti, da René Goscinny e Albert Uderzo, la brillante resa dinamica e  l’uso creativo della computer grafica al servizio della storia e dei personaggi. E non viceversa, cosa più che consueta nella produzione americana corrente.

Certo, al nono film disegnato (da Asterix il gallico, lanciato con strepitoso successo nel 1967 da Georges Dargaud, a totale insaputa degli autori) in avanti, e dopo quattro rilanci delle coloratissime strisce con attori in carne e ossa,  in cui accanto a Obelix-Depardieu si sono succeduti grandi interpreti comici come Roberto Benigni, Clovis Cornillac, Christian Clavier, BenoÎt Poelvoorde e Dany Boon, ben poco c’è di inedito nel conflitto tra questo impero romano goffamente imperialista e  quei simpatici, irriducibili, barbari.

Qui forse, nel raccontare lo stratagemma del divino Cesare, che non riuscendo a espugnare manu militari (ci perdonerete il latino, visto il tema) il minuscolo borgo dell’Armorica sceglie di costruirne uno accanto, in stile romano, una sorta di vilaggio turistico superlusso dove i romani sono “costretti” ad abitare sperando che i galli più allocchi facciano altrettanto, si può scorgere una sorta di buonismo meno bellicista delle strisce originali.  Si combatte di meno e si vagheggia una sorta di pacificazione tra i popoli, romano e gallo, che sono meglio dei loro capi (i primi soprattutto).

Sia chiaro, i romani ne prendono come sempre un sacco e una sporta, e per far contento il cane Idefix, di incrollabili idee (ed esigenze) ecologiste (gli alberi per lui sono indispensabili) la subdola lottizzazione sarà combattuta e sconfitta dal furbo Asterix e dal roccioso Obelix. Però sempre meno pesa la novità satirica dello spunto iniziale e sempre più deve funzionare la resa, in questo caso cinematografica, che pare accettabile. In attesa che i nuovi autori della serie, Jean-Yves Ferri (testi) e Didier Conrad (disegni), debuttanti lo scorso anno con l’album Asterix e i Pitti, rinnovino il tutto.

Asterix e il regno degli Dei di Alexandre Astier, Louis Clichy

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