Fino al 6 ottobre 2024 CAMERA, Centro Italiano per la Fotografia di Torino, accoglie negli spazi della Project Room la terza tappa della mostra Bar Stories on Camera, realizzata in collaborazione con Galleria Campari e Magnum Photos: un racconto per immagini, dagli anni Trenta all’inizio degli anni Duemila, del mondo del bar e di quella cultura della convivialità di cui Campari è portavoce dal 1860. Un aperitivo da non perdere!
La mostra “Bar stories on camera”, visibile al Centro italiano per la fotografia di Torino e risultato della collaborazione tra Galleria Campari e Magnum Photo, presenta una cinquantina di immagini che celebrano il mondo del bar e vedono immortalati divi del cinema, personalità eminenti e gente comune che, tra macchine del caffè e bottigliere, trasmettono un senso di umana complessità che fa rimpiangere i bei tempi andati. Che sia per merito del talento di maestri come Robert Capa e Elliott Erwitt o a causa di una nostalgia dell’età dell’oro dura da sconfiggere, le fotografie esposte descrivono una realtà lontana dal divertimento prescritto e stereotipato dei contemporanei aperitivi ed happy hour. Gli scatti esaltano la funzione del bar come luogo in cui confluiscono pubblico e privato e dove una socialità autentica sembra in grado di influire sul farsi della vita collettiva. Il bar può lenire o acuire brucianti solitudini, fornire momentaneo riparo dalle contingenze o esporre agli accadimenti della storia.
Ferdinando Scianna inquadra dall’alto un gruppo di turisti seduti in piazza a Capri che, apparentemente intoccabili dagli eventi, si trasformano in un pattern astratto e ripetitivo. Nella foto di Leonard Freed del ’74, centinaia di volantini e brandelli di giornale disintegrano la composizione e informano i cittadini milanesi dell’esito epocale del referendum sul divorzio. In uno scatto anonimo, le insegne del Caffè Camparino risplendono al sole di una bella giornata di cent’anni fa. Per più di ottanta volte le vetrine del locale affacciato su Piazza del Duomo, le cui sorti s’intrecciano ai travagli del XX secolo, sono state danneggiate durante scontri tra fazioni politiche o in seguito a circostanze più folcloristiche, come la rissa in galleria eternata dal celebre dipinto di Boccioni del 1910.
Nella rassegna trovano poi spazio una serie di immagini promozionali legate all’evoluzione del marchio Campari, che incapsulano modi e tendenze d’epoca. Le forme architettoniche in stile space age del chiosco Campari alla fiera campionaria di Milano, le sgargianti insegne al neon, gli slogan entusiastici degli anni ’60 raccontano l’influenza culturale americana nell’Italia del secondo dopoguerra, divisa tra il persistere di tradizioni antiche e l’assimilazione un po’ ingenua di nuovi usi e costumi. Contraddizioni divenute il campo di indagine prediletto della cosiddetta commedia all’taliana.
Gli imperativi produttivi e le modalità di lavoro sempre più opprimenti portano ad un tempo libero compresso e fin troppo disimpegnato. La compartizione netta tra dovere e svago e la regolamentazione dell’uno e dell’altro impediscono l’instaurarsi di relazioni sociali fertili. Tra un selfie per apparire e un cocktail da degustare ci si scorda del potere benefico e rivoluzionario dell’autentico stare insieme. Le istantanee di “Bar stories on Camera” rammentano quanto i momenti trascorsi nei luoghi pubblici siano occasioni preziose di scoperta, ispirazione, incontro e riflessione attiva sullo stato delle cose, da vivere, possibilmente, off camera.
Bar Stories on Camera, CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia, Torino, fino al 6 ottobre 2024
In copertina: Germany. 1963-1964. Galleria Campari