Al Litta cinque attrici per sei racconti: la donna mannara, la suora, la ragazzina, la ministra e la donna in attesa: la femminilità negli occhi del famoso umorista
La Donna Mannara, Beatrice, la suora, la ragazzina, la ministra e la donna che aspetta sono il collettivo Beatrici, al Teatro Litta con la regia di Stefano Benni. La raccolta di monologhi dà il titolo allo spettacolo e, per la sera di Capodanno, Le Beatrici saranno l’apripista di una grande festa al teatro.
Beatrice, una scanzonata Gisella Szaniszlò, apre le danze. Diverte immaginare la ragazzina Beatrice Portinari che non sa che farsene dei versi di Dante e preferirebbe le più rudi attenzioni di un calcia-tore dalle spalle larghe.
Segue il monologo della Ragazzina, che, per quanto Beatrice Pedata faccia del suo meglio, rimane un personaggio macchietta. L’idea è buona, ma l’autore è troppo anagraficamente lontano da quel che racconta perché risulti convincente, o divertente. Tra uno stuolo di assistenti impaurite è il turno della Ministra interpretata da Benedetta Marinoni. Non originale, ma efficace per inerzia, perché caricatura agile della maggior parte delle esponenti della politica becera e cinica di questi anni.
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La Suora di Valentina Virando è un concentrato di mestiere e di bravura che non oltrepassa mai il limite del giusto. E si ride di gusto. Con la Donna dell’Attesa di Valentina Chico, ci si allontana dal cabaret per entrare nella parte emo-zionale dello spettacolo. Sapientemente collocata dopo l’assolo della Suora, il monologo dell’attesa inzuppa lo spettatore dentro il mondo di chi non vive nelle cordinate della normalità, ma di chi irri-solto, aspetta.
Il gran finale è La donna Lupo. Corale ed energica in ogni momento. Non ci sono più cliché nel racconto e tutto il Collettivo dà vita a una donna-prodigio che si svela nella sua umanità.
Pennellate di universo femminile colorano le Beatrici, all’interno di una cornice quantomai essen-ziale: una scatola nera dove le attrici – moderne giullari – aprono valigia e sedia pieghevole e a turno indossano il loro racconto.
Tutto è dichiarato, messo in scena in modo onesto, quasi umile, piacevolmente alloggiato nella zona di confort dello spettatore. Non è straordinario, non rompe uno stereotipo e nemmeno dà degli squarci assoluti sull’umanità. È Stefano Benni.
Si ride un po’, ci si emoziona un po’.
E un’ora passa.. leggera.
Le Beatrici – regia di Stefano Benni – Teatro Litta fino al 31 dicembre