A Milano arriva il collettivo newyorkese che rivisita Rage Against The Machine, Black Sabbath e tanti altri con un’intera sezione di ottoni. Appuntamento questa sera al Legend Club.
La musica, si sa, è da sempre uno degli strumenti di protesta per eccellenza. Capace di portare alle orecchie di tutti messaggi politici e sociali annegati in un mix di strumenti e voci, e di dare voce a chi voce non ne ha. Voice of the voiceless, cantavano i Rage Against the Machine, uno dei gruppi più politicamente schierati degli ultimi trent’anni di musica ma che da tempo è solo un ricordo, con Zack de la Rocha ormai da troppo silente, e Brad Wilk, Tom Morello e Tim Commerford a continuare ad esporsi direttamente dal palco con il loro ultimo progetto, i Prophets of Rage. Ma in un periodo storico in cui in America – ma non solo – proliferano nazionalismi ed estremismi, risuonano ancora per molti inni come Killing in the name o Wake Up. Risuonano soprattutto per un collettivo di musicisti – un batterista, un chitarrista e un’intera sezione di ottoni – che da New York City arrivano per la prima volta in Italia.
Si tratta dei Brass Against, progetto unico nel suo genere fondato dal chitarrista Brad Hammonds e dal sassofonista Andrew Gutauskas, che questa sera si esibiranno al Legend Club di Milano, portando sul palco la loro rabbia e la loro indignazione per una politica ormai degenerata rileggendo con la forza di trombe e sax i pezzi migliori di grandissimi della musica internazionale, dai Tool ai Black Sabbath, dai Pantera ai Living Colour, fino ovviamente ai Rage Against the Machine. Proprio dai RATM prende forma, nel 2017, il progetto: tutto inizia, come spesso accade, con un video postato su internet. È una cover di Killing in the Name, magistralmente cantata da Sophia Urista (ex concorrente di The Voice in America). Un successo immediato, che ne chiama molti altri nei mesi seguenti: Bombtrack, Freedom, Know Your Enemy. I numeri crescono: aumentano i follower sui social e, da centinaia, le views diventano migliaia e in alcuni casi persino milioni. E intanto aumentano i brani online, dagli Audioslave ai Jane’s Addiction.
I Brass Against contano oggi 264mila fan su Facebook, oltre 12 milioni di visualizzazioni su Youtube e un esercito di supporters che tramite la piattaforma Patreon sostengono (anche economicamente) la creazione di nuovi video della band. E dopo decine di video sui social e qualche apparizione pubblica in America, finalmente arriva un meritatissimo tour europeo, The Resistance Tour, in cui vedremo dal vivo il loro mix di hip hop, rap e rock duro e puro proprio come quello delle band che coverizzano.
Diverse voci si affiancano a Sophia: Amanda Brown (anche lei ex The Voice), Samuel Hope, Mazz Swift, e la lead singer di questo tour, Maya Azucena. Nata e cresciuta a Brooklyn, Maya è una delle voci più interessanti del panorama musicale R&B e Hip Hop statunitense, non solo per i tanti riconoscimenti avuti nel corso della sua carriera (non ultimo un Grammy per la sua collaborazione con Stephen Marley nel 2013), ma anche per la sua grandissima attività politica, che l’ha portata a cantare addirittura alle Nazioni Unite o di fronte al presidente Bill Clinton.
E per chi segue la band da tanto, la presenza di una sola cantante, Maya, è sicuramente un plus non indifferente. La curiosità riguardo il collettivo newyorkese, al suo primo tour europeo, è altissima e per un mercoledì di febbraio davvero non potevamo chiedere di meglio.