Bruno Maderna, libero e bidimensionale, libero perché bidimensionale, è protagonista della retrospettiva offerta dalla ventiquattresima edizione di Milano Musica. Un compositore che ebbe l’arditezza di intrecciare…
Bruno Maderna, libero e bidimensionale, libero perché bidimensionale, è protagonista della retrospettiva offerta dalla ventiquattresima edizione di Milano Musica.
Un compositore che ebbe l’arditezza di intrecciare per la prima volta uno strumento solista col nastro magnetico – eccole le due dimensioni –, trovando così gradi espressivi impensabili nel meccanico dominio dell’elettronica anni cinquanta.
Ma le due dimensioni stanno anche nel suo doppio ruolo di esecutore e compositore, di successo nel primo caso, meno stimato nel secondo, almeno in vita. Forse perché costantemente gravato dagli impegni di direttore – anche d’opera, da Wagner all’amato Debussy, il cui Pelléas stava sulla sua scrivania il giorno in cui morì – e per di più pochissimo interessato ai dibattiti teorici in cui al contrario i colleghi avanguardisti amavano naufragare.
Non a caso una delle migliori registrazioni con Maderna sul podio – si trova su Youtube – riguarda la nona Sinfonia di un altro geniale compositore che per tutta la vita fu elogiato più per le doti interpretative: Gustav Mahler.
E così Maderna scriveva di fretta, senza nemmeno esibire un supporto intellettuale. Certe cose osava persino lasciarle un po’ incompiute, tanto che molti si indispettivano davanti agli ad libitum a discrezione dell’esecutore. Come se “Brunetto” fosse ancora l’enfant prodige che era da ragazzino, un Amadeus veneziano tutto istinto e niente rigore, che si permette anche di scaricare su altri le sue responsabilità.
Mentre con questa sua Musica su due dimensioni – titolo che sentiremo il 24 ottobre al Coro di San Maurizio –, per niente piatta a dispetto del nome, Maderna intuisce che persino in una partitura seriale l’interpretazione sta al centro.
Nel missaggio – termine che oggi farebbe sorridere un dj, come mi fa sorridere mio nonno quando mi prega di accendergli il calcolatore – c’è una commistione di caso e necessità, di lirica sensibilità per i suoni e funzionamento elettromagnetico degli ingranaggi, combinazione lontanissima dalla freddezza sistematica che sembrano emanare le immense partiture che uscivano dallo Studio di Fonologia della Rai di corso Sempione – che Maderna fondò insieme a Berio nel ‘55.
Quindi nastro magnetico, ma non solo. Nell’arco compositivo della vita artistica di Maderna c’è spazio per spigolosi ritmi bartokiani – Concerto per due pianoforti e strumenti, il 12 ottobre al Conservatorio in Sala Puccini – e per le affannate, in fondo espressionistiche ambasce del Concerto per violino, o per i preziosismi orchestrali di Aura – sentiti entrambi alla Scala il 4 ottobre per l’inaugurazione, con l’eccellenza di Ingo Metzmacher (nella foto) sul podio. Da non perdere poi la Serenata per un satellite e la Serenata n. 2 per undici strumenti il 16 ottobre all’Auditorium San Fedele.
Accompagnano questo percorso di approfondimento alcuni capolavori delle avanguardie italiane: Berio e Donatoni per la serata del 12 in Conservatorio, Sciarrino il 16 all’Auditorium San Fedele. Stefano Gervasoni, già presente in varie edizioni di Milano Musica, si confronterà con il suo terzo Quartetto in una serata da camera accanto a Maderna e Beethoven – che con il suo Quartetto op. 135 non si può mai considerare un intruso, nemmeno in un contesto contemporaneo.
Tre le prime esecuzioni assolute: Luca Francesconi con Fresco ha già aperto il festival di fronte ai passanti della domenica, dirigendo cinque bande nel bel mezzo della Galleria, poi Luca Valli col suo Novità – nomen omen – e Insieme di Aureliano Cattaneo saranno sul palco dell’Elfo il 13 novembre.
Nemmeno il teatro viene trascurato in quest’edizione. Ieri sera al Teatro dell’Arte è andato in scena il balletto allegorico francese Democracy, in cui danzano insieme democrazia e utopia, forse un’alternativa meno reazionaria al vecchio ballettone milanese Excelsior. La musica è di Francesco Filidei, che il 7 novembre vedrà allestita allo Strehler anche la sua opera di argomento filosofico, Giordano Bruno.
24° Festival di Milano Musica – Bruno Maderna e l’umanesimo possibile – 4 ottobre/14 novembre