“Burning – L’amore brucia” di Chang-dong Lee ha sfiorato la vittoria all’ultimo Festival di Cannes con una storia semplice: due ragazzi e una ragazza diversamente innamorati tra loro. Lo scrittore e il ricco sono in lizza per lei, quasi oggetto del desiderio che non pare soffrire nel sentirsi “plasmata”. E una straordinaria prova di attori i cui sguardi bucano lo schermo trasmettendo la forza dei sentimenti
Burning, in italiano bruciare, è un termine che nella lingua inglese viene utilizzato anche per descrivere il sentimento emotivo, molto forte e passionale, per eccellenza: l’amore. Il nuovo film di Chang-dong Lee gira attorno a questo gioco di parole, prendendo spunto da un racconto dello scrittore giapponese Haruki Murakami, il quale a sua volta probabilmente si è ispirato a una novella di William Faulkner pubblicata nel 1939. Tutti e due parlano dell’atto di bruciare fattorie sperdute nelle campagne. Nonostante essi siano molto brevi, il film è molto lungo, con i suoi 148 minuti.
É un film d’amore, su questo non c’è dubbio ma, stavolta, il regista coreano ci fa entrare in un mondo che si distingue da consuete solite moderne, andando ad approfondire (seppur indirettamente) temi molto più intensi e complicati di quanto sembra. Il fuoco che brucia dentro le menti dei protagonisti è così forte che lo spettatore si aspetta scoppi da un momento all’altro, ma ciò non succederà mai. Anzi, non se ne vedono proprio, di fuochi. Lee, già autore di Poetry e Secret Sunshine, lancia un messaggio: questa che vi mostro è la società coreana attuale, queste cose succedono tutti i giorni. Ha entusiasmato Cannes, tanto da finire in lizza per la vittoria, andata poi al connazionale Bong Joon-ho con Parasite, altro film da non perdere in uscita nel 2020.
La trama del film è molto semplice: Jeon, uno scrittore sulla trentina (Ah-in Yoo), mentre lavora come fattorino incontra per strada una ragazza, Hae-mi (Jong-seo Jun) che gli si avvicina presentandosi come una sua vecchia compagna di classe. Lui non la riconosce inizialmente, ma per qualche strano motivo si fida di lei e accetta la sua richiesta di rivedersi. Lei gli racconta la sua passione per il mimo e gli chiede se può tenere il suo gatto mentre va in Africa in vacanza, lui accetta e una volta arrivati a casa di lei fanno l’amore freddamente. Ma lui s’innamora di lei all’istante. Lei parte e torna qualche tempo dopo in compagnia di un altro ragazzo, Ben (Steven Yeun), di cui sembra innamorata. I tre si addentrano, da quel momento in poi, in una relazione strana, contorta, colma di silenzi e sguardi pieni di fuoco passionale. Una sera Jeon confessa a Ben di essere innamorato di Hae-mi e si rende conto che lui non è interessato minimamente a lei ma solo al suo “personaggio”. Il giorno dopo, Hae-mi scompare e da quel momento il film prende tutta un’altra piega, sconvolgendo sia la storia in sé che lo spettatore.
Burning è una fotografia esatta della realtà attuale, rappresenta i due opposti poli maschili, alpha e beta, ricchi e poveri. Jeon è povero, se la cava con poco e niente, Ben è molto ricco, nonostante la giovane età. La differenza tra i due si “sente” molto e si vede attraverso gli occhi di lei. Ma il film non si ferma qui, mette anche in luce il ruolo della donna: è una donna o un oggetto sessuale? È un essere umano libero o un “oggetto” da plasmare a proprio piacimento? Hae-mi si affida totalmente ai due uomini della storia, si rende succube ma non sembra soffrirne.
Cosa succede quindi, in questo film, di così eclatante e incredibile da avvicinarlo molto alla Palma d’Oro? La recitazione. Indelebile, resta impressa nella mente come fosse una bruciatura. È molto difficile, anche a distanza di tempo, dimenticarsi lo sguardo di Jeon quando scopre che Hae-mi è scomparsa, e mentre agisce di conseguenza. Infine, una nota brevissima sui colori usati dal regista per rappresentare le emozioni dei vari personaggi: come per quasi ogni film asiatico che si rispetti, il grigio è il tono dominante. È come se ci fosse un filtro attaccato alla videocamera che rende tutto grigio e incupito, lasciando all’architettura delle case i colori (rosso, in particolare) alimentando l’ansia e la tristezza sia nei personaggi che nello spettatore. Se si presta attenzione, però, si possono notare due piccoli momenti “colorati” che rendono il film ancora più magico e surreale.
Burning – L’amore brucia, di Chang-dong Lee, con Yoo Ah-In, Steven Yeun, Jong-seo Jun, Joong-ok Lee, Soo-Kyung Kim, Seungho Choi, Seong-kun Mun, Bok-gi Min, Soo-Jeong Lee, Hye-ra Ban, Mi-Kyung Cha