Superare il cenone senza la raccolta di Frank Sinatra si può. Quest’anno festeggiamo con le canzoni di Natale della playlist alternativa firmata Cultweek
Manca poco più di una settimana al fatidico evento: il pranzo di Natale è ormai alle porte. Ineluttabile come l’eterno ritorno dell’uguale e le code in tangenziale, la tavolata con i parenti si prefigura un tour de force mentale e fisico.
Il primo ostacolo: il pranzo, in sè e per sè. I più ingenui si lasciano abbindolare dalla promiscuità degli antipasti, per soccombere all’arrivo dei primi.
A rendere l’impresa più ardua, il terzo grado degli zii sulla progressione degli studi o del lavoro, la nonna sorda che irrompe a gamba tesa con domande imbarazzanti sulle relazioni amorose, il cugino irrequieto che vuole alzarsi da tavola per giocare con l’ipad (il cugino è per definizione viziatissimo).
La combinazione tombolata+regali+compilation natalizia di Mario Biondi, infine, segna il definitivo decorso di ogni attività cognitiva: la pennichella sul divano resta l’unica opzione di uscita percorribile.
Per superare gli scompensi emotivi che dicembre tradizionalmente porta con sè, la redazione musicale di Cultweek ha deciso di accorrere in vostro aiuto con una playlist natalizia alternativa. Spulciando tra gli archivi musicali, abbiamo scovato perle di ogni tempo a prova di narcolessia post-pranzo. Con la nostra lista, vi garantiamo che non rimpiangerete alcuna (!!) liturgica raccolta di Frank Sinatra. Ecco le nostre proposte.
Il definitivo colpo di grazia ai tormentoni di Bing Crosby, tema disco in grado di rianimare i familiari over 70.
Non solo panettoni e Ferrero Rocher. Per i Low il Natale è un po’ sommesso.
Nel Natale degli hipster non può mancare il colore retrò Anni ‘80.
Mentre pasteggiate con le tartine al salmone, fuori al freddo c’è una renna rocker vessata da un datore di lavoro pieno di impegni…
Per tutti quelli che ricorreranno all’alcol nel pub sotto casa, da cantare in coro con avventori occasionali e habitué.
Una visione satirica sul nonsense di chi odia il Natale: il protagonista non apprezza le feste se non è ubriaco.
Prima o poi dovrete spiegare a vostro cugino (quello viziatissimo) che Babbo Natale non esiste. Potete farlo con questa canzone.
Quando il cugino ormai disilluso attaccherà con i lacrimoni, ricambierete con questo dolcissimo pezzo, da ascoltare rigorosamente sotto l’albero.
Una rivisitazione in chiave moderna e proletaria dell’Avvento. Da gustare davanti al caminetto (se non ce l’avete, esistono versioni in dvd).
Basta con i litigi e i cuori spezzati: il punk dei Ramones vi riconcilierà con l’universo familiare e amoroso.
Il classicone di Mariah Carey con un tocco di rabbia adolescenziale. Da urlare in faccia alla prozia che vi regala SOLO calzettoni.
Il Natale non salverà il vostro matrimonio in crisi. Ma potete sempre cantarci sopra.
La magia del Natale in una canzone. Da ascoltare quando siete a corto di entusiasmo, per ritrovare il bambino coi lucciconi che è in voi.
Un sensuale e avvolgente canto carico di buoni auspici, mentre state ineluttabilmente sprofondando nel divano.
Saranno le calde voci di Rufus e Sharon a riscaldarvi dal gelo con i parenti e salvarvi dalla congestione digestiva del polpettone con le lenticchie.
Se optate per il riposino durante lo scarto dei regali, vi serviranno adesivi con occhi aperti finti e una dolce ninnananna in cuffia.
Con un po’ di fortuna anche quest’anno dovrebbe nevicare. Il pupazzo di neve è obbligatorio. Bublé e le Puppini Sister vi daranno la giusta motivazione.
Per i più arditi: un 6/8 incalzante con cui coinvolgere la nonna ficcanaso in un ballo sfrenato.
Dedicata a chi passerà la vigilia lontano da qualcuno di caro, un antidoto contro la saudade dicembrina.
È ormai assodato che molti di voi troveranno consolazione nell’alcolismo. Sting, nel caso, è un ottimo compagno di bevute.
Ghost Track:
La canzone eupeptica (dal greco, “che aiuta la digestione”) per eccellenza: se avete abusato di insalata russa, non potete rinunciare a una tisana allo zenzero.