Anthony e Joe Russo confezionano in “Civil War” un racconto fantasy dal plot semplice ma perfetto nei ritmi, e dalle coreografie roboanti: cast stellare, da Chris Evans a Robert Downey jr., da Scarlett Johansson a Daniel Bruhl. In sala in questi giorni anche un horror non banale, “The Boy” di William Brent Bell, dal finale sorprendente, e la spy-story “Il traditore tipo” (in originale “Our Kind of Traitor”), che porta l’improvvido professor Ewan McGregor sulle piste del mafioso russo Stellan Skarsgard
È più forte Superman o Capitan America? Iron Man o Batman? Dawn of Justice o il nuovo Captain America – Civil War dei fratelli Anthony e Joe Russo, già alla regia del precedente Captain America – Winter Soldier? O è più forte Zack Snyder, o uno qualsiasi degli onesti mestieranti che, più o meno alle prime armi, si sono finora avventurati con successo nella giostra del Marvel Universe sul grande schermo? Il primo round nella gara al superscontro se lo aggiudica a pieno titolo la collaudatissima macchina da guerra dell’onnipresente Stan Lee, patron e uomo simbolo della creatività Marvel, dall’Uomo Ragno in su. Perché questo nuovo, ennesimo capitolo nella saga di Avengers e dintorni, procede a passo spedito e deciso proprio laddove l’entourage del pretenzioso Snyder continua irrimediabilmente a inciampare. Il che, per certi aspetti, è insieme sorprendente e frustrante.
Sebbene sia stata proprio la casa madre di X Men, Spiderman, Fantastici Quattro, Capitan America e compagni a inventare nel mondo dei comics il “supereroe con superproblemi”, mentre i creativi DC Comics preferivano puntare principalmente su modelli di eroe-semidio e archetipi semplici e ben riconoscibili, la piega presa dalle due case editrici rivali a partire dagli anni 90 sembrava aver quantomeno pareggiato i conti: da un lato si segnalava infatti lo smarrimento Marvel tra storie (troppo) colorate, fiumi di dialoghi surreali e sceneggiature ingarbugliate e inconcludenti, dall’altro anche la concorrenza scopriva la complessità e la vulnerabilità dei propri personaggi di punta, sfornando graphic novel in sequenza, più simili a romanzi a fumetti che banali albi periodici. La tendenza si trasferiva pressoché identica, con tanto di rimonta e sorpasso, nelle sale cinematografiche, dove imperversavano i Superman di Donner e Lester e i Batman di Burton e Schumacher, contrapposti soltanto al silenzio innaturale di chi ostenta disinteresse per la sfida, ma invece attende soltanto il momento più opportuno per passare al contrattacco.
E che contrattacco. Oggi, mentre in casa DC ancora si prosegue a tentoni e si ripudia l’unico prodotto di qualità realizzato finora (quel Dark Knight di Nolan giudicato non abbastanza spettacolare per il grande pubblico), i capitoli della grande saga Marvel si susseguono quasi col pilota automatico. Con alti e bassi, certo, ma anche con una sicurezza di fondo capace di regalare sequenze d’azione sempre nuove e mai noiose, e soprattutto di caratterizzare tutti i personaggi, dal primo all’ultimo, quanto basta per rendere l’incredibile verosimile al punto giusto.
Eppure, dopo le recenti mezze delusioni (il pessimo reboot di Spiderman, il fiasco dei Fantastic Four di Josh Trank, la faciloneria dei Guardiani della Galassia), era lecito qualche dubbio o timore, primo tra tutti quello per il recupero di un personaggio e di un plot, quello del “Winter Soldier”, che aveva già dato vita a una pellicola riuscita soltanto a metà. Invece Captain America – Civil War è un prodotto d’intrattenimento puro e semplice ma coerente e godibile da ogni punto di vista, che fila dritto e sicuro grazie anche alla scelta vincente di atmosfere seriose ma non troppo. E soprattutto di una trama più snella (la si potrebbe riassumere in dieci parole e rischiare di essere prolissi), lasciando cavallerescamente spazio a roboanti coreografie di lotta tra titani che avranno, sugli spettatori più appassionati, l’effetto dei regali sotto l’albero la mattina di Natale.
Il cast, neanche a dirlo, è sempre quello, collaudatissimo con assenti giustificati solo Thor/Chris Hemsworth e, soprattutto, Hulk/Mark Ruffalo (uno dei personaggi più riusciti degli episodi precedenti della saga Avengers): a far la parte del leone sono Steve&Tony nemiciamici, ovvero Capitan America/Chris Evans, sempre più piazzato, e Iron Man/Robert Downey Jr, sempre più istrione. Al loro fianco una carrellata di personaggi e divi che sembra un album di figurine: Scarlett Johansson è l’ex spia sovietica Vedova Nera, Jeremy Renner l’arciere Occhio di Falco, Paul Bettany il cyborg Visione, Elizabeth Olsen la strega Scarlet Witch, Don Cheadle l’arsenale umano War Machine, Paul Rudd l’appena arrivato Ant-Man. E, come se non bastasse, nelle settimane precedenti l’uscita del film hanno già iniziato a circolare in rete anticipazioni circa un giovanissimo Tom Holland che, in effetti, rischia seriamente di diventare lo Spiderman più azzeccato visto finora sul grande schermo. Tra i curiosi cameo di William Hurt e Martin Freeman, la parte del villain vero e proprio è invece affidata al tedesco Daniel Brühl, già apprezzato in Rush di Ron Howard, e qui antagonista senza infamia né lode, deus ex machina di una vicenda che, una volta messa in moto, viaggia benissimo da sé.
Captain America – Civil War di Anthony e Joe Russo, con Robert Downey Jr., Chris Evans, Scarlett Johansson, Sebastian Stan, Paul Bettany, Jeremy Renner, Don Cheadle, Elizabeth Olsen, Paul Rudd, Tom Holland, Daniel Brühl