Ovvero, quando la divulgazione scientifica di Carlo Rovelli ha scalato tutte le classifiche di vendita, battendo Eco e Houellebecq
Sette brevi lezioni di fisica raccoglie una serie di articoli pubblicati sul supplemento Domenica del Sole 24 ore da Carlo Rovelli. Il libro, come chiarisce lo stesso autore, «è stato scritto per chi la scienza moderna non la conosce o la conosce poco». Non pretende di fornire gli strumenti per scalfirne i misteri, neanche in superficie.
Quello in cui riesce è accendere in chi legge la curiosità di saperne di più. Come ci riesce? Raccontandoci una bellissima storia. Se di fronte alla fisica moderna abbiamo le competenze di un bambino, è proprio a lui che Rovelli si rivolge.
Galeotto fu Che tempo che fa e il Fazio che lo condusse. Ho deciso di leggere Sette brevi lezioni di fisica incuriosito da una metafora usata dal suo autore per presentare il suo libro nel salotto buono di Rai 3: «Vivo la fisica come una passeggiata in montagna. Più si sale verso la cima e più l’ambiente intorno si fa spoglio e di conseguenza semplice. Solo chi ha la perseveranza di proseguire fino in vetta può godere del panorama circostante e guardarsi attorno con maggiore consapevolezza».
Mi sono reso conto che di quella montagna ho sempre solo visto le pendici, frenato nella mia curiosità da un atavico timore reverenziale per una materia oscura che non ho gli strumenti per penetrare. Un pregiudizio che credo di condividere con la quasi totalità del genere umano.
C’erano una volta un gruppo di scimmie che guardavano il cielo notturno. Le altre le accusavano di perdere il loro tempo, ma qualche volta la curiosità paga. Nonostante i tanti errori i discendenti di quelle scimmie ne hanno fatta di strada, trovando le risposte alla loro tante domande liberi da paure e superstizioni. Peccato che spesso una singola domanda sfoci in due nuovi quesiti e, se si è fortunati, in una mezza risposta.
Una spirale all’apparenza assurda che ci ha comunque portati al punto in cui siamo oggi.
Come funziona l’universo in cui viviamo? Una domanda, (almeno) due risposte: la teoria della relatività generale e la meccanica quantistica. Nell’ambiente, da quanto ho capito, è un po’ come parlare di notte e giorno. «Il paradosso è che entrambe le teorie funzionano terribilmente bene».
E quindi? Il quindi è ancora tutto da scoprire. Sicuramente non dal sottoscritto, e forse neache dall’attuale generazione di studiosi. Ma non importa. Dentro di noi sappiamo che ciò che conta davvero di alcune storie non è il finale, ma la certezza che qualcuno continuerà a volercele raccontare.
Sette brevi lezioni di fisica di Carlo Rovelli, Adelphi, pp.88, €10
Foto di Roberto Gómez