Maurizio Nichetti, regista, attore, produttore, docente, invia le richieste di un intero mondo. Per il quale, ormai, ci vuole davvero l’aiuto di Santa Claus
Cari Babbi Natale,
mi dicono che anche quest’anno non sono stato molto buono: ma non è tutta colpa mia, ve lo giuro! Voi siete sempre sorridenti, svolazzanti su carri veloci trascinati da servizievoli renne, ma vi si può vedere e scrivere solo una volta l’anno, a Natale! Io, invece, dovrei essere buono 365 giorni all’anno. Non è facile, credetemi. Avrei bisogno di voi anche all’inizio di febbraio, a luglio, a settembre, nei pochi giorni liberi che mi lasciano i film che sono promossi da grandi multinazionali della comunicazione, dai Festival internazionali, dagli Oscar, dalle Feste comandate, sempre prenotate in anticipo da qualcun altro. Io devo essere buono solo aspettando di parlare con voi, sperando di trovarvi, in mezzo alle nevi eterne in cui passate la maggior parte della vostra vita.
E il problema vero è che dopo avervi cercato, spesso invano, per undici mesi, quando vi devo scrivere, quell’unica volta all’anno in cui me lo permettete, non so bene cosa chiedervi. Chiedere soldi a Natale mi sembra troppo volgare, e poi la storia del cinema è piena di film poveri ma belli. Potrei chiedere un pubblico bello anche se povero. Persone capaci di ragionare con la loro testa, in grado ancora di capire la differenza tra un regista e un iPhone… Ecco, i telefonini. Quelli che si accendono anche in platea, e che distraggono, silenziosi, luminosi, scorrevoli… con le loro lucine nascoste a svelare l’ultimo cinguettìo, il risultato di una partita, l’inutile foto di uno sconosciuto accettato per sbaglio come amico.
A volte mi domando: ma vale ancora la pena d’essere buoni quando poi il pubblico non se ne accorge più? Quando uno spettatore esce di casa solo per partecipare a un evento epocale e poi ci partecipa davvero con gli occhi del suo portatile, solo per “rubare” un fotogramma, un selfie, la foto di un biglietto d’ingresso da postare subito in fb così da disturbare in diretta altri “amici” impegnati in altri “eventi”.
E io, Cinema Italiano, devo stare zitto, buono, sempre più buono “sennò i Babbi Natale non ti portano più i regali”. Già, ma quali regali vi posso chiedere? Una, due, dieci sale per invitare almeno i pochi amici che mi sono rimasti. Mi rifiuto! Se faccio il buono vorrei che lo potessero sapere in tanti. Non sono un ingenuo, so che 600 sale non ci starebbero mai nei vostri sacchi, e poi, probabilmente, non riuscireste a trovarle neppure voi… per quelle ci vuol altro, per quelle ci vogliono veri santi in paradiso. Non è facile esprimere un desiderio. Senza sale cinematografiche e senza pubblico vi dovrei chiedere una nuova piattaforma digitale on demand… ma ho paura che non sappiate ancora cosa significa.
Vi capisco, anche per voi è complicato vivere tutto l’anno soli, nel freddo e nell’isolamento infinito, condannati a leggere milioni di lettere che chiedono sempre e comunque aiuto! Dev’essere una bella noia. Toglietemi una curiosità: ma qualche volta andate al cinema anche voi? O vi fidate solo di quello che dicono gli uffici stampa? Vi voglio fare una domanda semplice: lo sapete ancora riconoscere un progetto davvero buono? O vi fidate di chi, sempre in buona fede, certo per aiutarvi, vi segnala quello che è buono per lui ?
Io vi giuro che “dentro” mi sento molto buono, è che non sempre riesco a farlo vedere. A volte basterebbe un aiutino. L’ultima lettera ve l’avevo scritta quattro anni fa… e sto aspettando ancora una risposta. Pensare che basterebbe poco per aiutarmi, una pacca sulla spalla al momento giusto, così, tanto per non farmi sentire del tutto inutile… Basta, so che in questo periodo avete molto lavoro, non voglio farvi perdere altro tempo prezioso.
Una cosa che non vi chiederò mai sono le idee, quelle ne ho sempre avute, anzi, a volte penso che questo sia il mio vero problema. Per fare alti ascolti in televisione, per avere 600 sale, per riempirle di gente che poi guarda il telefonino non occorrono grandi idee. Gli “eventi”, si sa, si aspettano, si sognano, si conquistano, si prenotano… poi guardarli è secondario, giudicarli inutile, criticarli impossibile. Io alle mie idee ci tengo e sono sicuro che, prima o poi, scoprirò altri che la pensano come me, e allora potremo tornare a esser riconosciuti da tutti come buoni anche senza dovervi disturbare con richieste continue, insistenti, imbarazzanti.
Cari Babbi Natale, coraggio, tra poco le Feste saranno finite e potrete, finalmente, tornare a poltrire felici tra le vostre nevi eterne.
Con simpatia immotivata, il vostro fedele
Cinema Italiano !