Farmacia Wurmkos presenta “Entrare e uscire”, personale di Caterina Caserta, artista del gruppo Wurmkos, che da sempre lavora sulla geometria quotidiana di mobili, porte e finestre. Una struttura architettonica racconta il senso metaforico dell’entrare e uscire in un rovesciamento di spazi che ne cambia la percezione e la fruizione. Un’esperienza che non lascia indifferenti.
I templi di Khajuraho, in India, sono famosi in tutto il mondo per l’esplicito realismo degli altorilievi che ne decorano le pareti esterne. Scene erotiche di ogni genere, che non lasciano niente all’immaginazione, indugiano sui dettagli anatomici, sulle rotondità dei seni e sulla virilità maschile.
Ma non è, appunto, che una facciata perché, man mano che ci si inoltra all’interno della costruzione, lo spazio diventa sempre più rarefatto, spoglio e intimo. Il messaggio è semplice ma profondo: dobbiamo passare per i desideri terreni, per il corpo con i suoi istinti e le sue pulsioni, per poi abbandonarli ed entrare in noi stessi, liberandoci dei pesi terreni ed elevandoci verso l’illuminazione, verso la trascendenza.
Qualcosa di analogo succede in “Entrare e uscire”, la mostra personale di Caterina Caserta negli spazi della Farmacia Wurmkos a Sesto San Giovanni. Qui l’erotismo esplicito è sostituito da una fisicità che diventa amore silenzioso e costante per i luoghi del quotidiano, una claustrofilia istintiva, naturale ma strutturata, geometrica come lo sono gli oggetti amati.
Il mondo fisico di Caterina Caserta è un monumento all’abitare nella sua etimologia di “habitus”, che è anche abitudine e abito. È il mondo infraordinario che conosciamo tutti, fatto di mura, mobili, porte e finestre. Sono i confini fisici dell’esistere quotidiano che, invece che chiudere, definiscono l’esistenza.
In Entrare e uscire i confini si animano in un gioco teatrale, rigoroso nella forma e barocco nell’effetto, attraverso un capovolgimento che trasforma la mostra in un’esperienza immersiva ed emozionante. L’interno di Wurmkos diventa infatti spazio esterno per la struttura architettonica che lo occupa, opera in sé e contenitore di opere, tempio della quotidianità quasi ossessiva dell’artista.
Le pareti esterne della struttura sono un’esplosione di colore e forme geometriche – riprese da alcuni tra le centinaia di disegni che Caterina Caserta esegue da anni su quaderni di ogni tipo – le quali arrivano a un livello di astrazione altissimo, raffinato e coerente, su cui sono appese, perfettamente in dialogo tra loro e con lo spazio, opere su tela. La forma dell’edificio simbolico è articolata, quasi labirintica e, nonostante le dimensioni contenute, sembra proseguire all’infinito, curva dopo curva.
Quando però si arriva a uno dei due ingressi, l’esuberante sovrapposizione dell’esterno diventa rarefazione quasi mistica e ci si trova avvolti da un biancore assoluto, senza nessuna linea prospettica a darci il necessario orientamento. Le repentine deviazioni tolgono l’uscita allo sguardo, confondendolo e disorientandolo, ma non il panico assale, bensì un senso di calma, di sospensione che predispone all’incontro con le poche tele che, con discrezione, ci accolgono all’interno per rassicurarci e guidarci di nuovo fuori, alla fine del viaggio.
Sorprende come in così poco spazio l’artista, con il valido supporto del gruppo dei suoi colleghi artisti per la parte installativa, sia riuscita ad alludere a uno spazio che appare immenso e pieno di luce. Spazio e luce anche interiori, che vanno oltre la geometria di cui è fatto tutto il suo lavoro, perché la sua è una geometria intesa come simbolo, misura e definizione di sé e del mondo, non come oggetto astratto fine a se stesso.
Meraviglia e rassicura che ci si possa imbattere, in questo spazio libero e aperto ai margini del sistema dell’arte, in un’esperienza di così grande intensità che questa timida e sorridente signora, fiori in mano e vestito della festa, ci regala con una naturalezza spiazzante e commovente assieme.
Caterina Caserta, Entrare e uscire, Farmacia Wurmkos, Sesto San Giovanni, fino al 14 maggio
Tutte le immagini: Caterina Caserta/Wurmkos, Entrare e uscire, 2017. Installazione, Farmacia Wurmkos, Sesto San Giovanni (MI). Foto Antonio Maniscalco.