Suoni e colori da sempre incrociano i loro destini. Questa volta s’incontrano all’Auditorium, complice il pianista russo Mikhail Rudy e la Filarmonica de LaVerdi
Nel concerto di Mikhail Rudy, all’Auditorium di Milano, la musica incontra le immagini di Chagall (della cui mostra al Museo Diocesano abbiamo parlato pochi giorni fa) in una performance che vede la proiezione di un breve film insieme all’esecuzione di un programma speciale. Marc Chagall, la couleur des sons è il titolo del cortometraggio realizzato dal pianista russo naturalizzato francese che ha raccolto e messo in animazione gli schizzi e i disegni preparatori per il soffitto dell’Opéra di Parigi, affrescato dal pittore nel 1964. Allo stesso modo per accompagnare lo scorrere delle immagini sceglie pezzi brevi, trascrizioni e studi di alcuni dei compositori che vi sono raffigurati.
L’Olimpo di Opéra Garnier comincia a roteare con la sognante Melodia di Orfeo e Euridice di Gluck, nella trascrizione di Sgambati del 1878. La Fantasia per pianoforte in Re minore di Mozart, autore prediletto da Chagall, è riletta, con un po’ di spregiudicatezza, in chiave fortemente drammatica: un’accesa dinamica accentua gli scarti tematici e i contrasti tra le diverse sezioni. Le pagine di Isoldes Liebestod conducono per mano di Liszt verso la musica francese di inizio ‘900, profondamente influenzata dal ripensamento delle forme classiche (tedesche).
Rudy seleziona due dei virtuosistici Douze Études di Debussy che, raramente eseguiti in concerto, sono la vera perla della serata. Ma il punto di arrivo dell’esibizione pianistica è La Valse di Ravel. Rudy è perfettamente a suo agio nelle asperità tecniche del brano originariamente concepito per pianoforte ma al di là dello strumento, la lettura trasparente dello spartito disegna, nell’interpretazione, la radiografia della sua versione orchestrale.
Nella seconda parte del concerto Jader Bignamini, a capo de LaVerdi, accoglie e amplia il progetto del pianista. A video spento è l’orchestra a essere chiamata a dipingere i colori de L’Uccello di Fuoco di Igor Stravinskij. E ci riesce: è preciso lo scambio tra le varie sezioni dell’orchestra e si intuisce la cura che il direttore pone all’esaltazione della ricchezza timbrica. A conclusione la versione orchestrale di La Valse, decostruzione formale di un valzer perturbato solo dall’incertezza di qualche ingresso del corno solista.
Mikhail Rudy (pianoforte), Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi diretta da Jader Bignamini all’Auditorium di Milano.