Le belle luci di Chanukkah

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Le città degli altri: a Casale Monferrato, fiorente comunità ebraica sin dal medioevo, per lo sguardo d’artista – quest’anno Marco Zanuso – sulla festa dei lumi

Sapere che esiste una festa dedicata alla Luce come quella di Chanukkah, la ricorrenza ebraica che si celebra a dicembre, mette felicità. Un semplice rito l’accompagna: dopo il tramonto tutta la famiglia si raccoglie intorno alla chanukiah, un candelabro a otto lumi più uno diverso dagli altri, lo ’shammash’ (il servitore), che serve per accenderli. Ogni giorno si accende una fiamma fino ad arrivare all’ottavo, in cui risplende tutto. Si recitano brani della Torah, si cantano inni, si mangia, si fanno doni ai bambini. La festa celebra la liberazione di Gerusalemme nel 167 a.C. dopo la cacciata di Antioco e la distruzione del Tempio. Tra le pietre insanguinate, i sacerdoti ritrovano miracolosamente intatta la ‘menorah’, la lampada sacra, e la riaccendono.

Per celebrare il miracolo e la vittoria, Giuda Maccabeo istituisce la Chanukah, Festa delle luci. Nei secoli, questa festa era diventata secondaria rispetto alle grandi ricorrenze religiose del popolo ebraico. A riportarla in auge nel XX secolo, paradossalmente, è la tragedia della Shoah. Lo sterminio nazista innesca nel popolo ebraico un desiderio di riscatto della sua identità, della sua storia e Chanukkah commemora proprio la liberazione di Gerusalemme.

Ma c’è un altro elemento che l’ha resa così popolare: la festa cade intorno al Natale cristiano. Fino ad almeno cinquant’anni fa i bambini ebrei vedevano i loro amichetti gohim pieni di giocattoli portati da Babbo Natale, così i saggi rabbini pensarono di recuperare la festa di Chanukkah anche per far felici i loro piccoli.

C’è una storia molto vicina a noi che richiama quella della ricostruzione del tempio di Gerusalemme. A Casale Monferrato esisteva sin dal Medioevo una delle comunità più grandi e fiorenti d’Italia con una meravigliosa sinagoga, distrutta durante la II guerra mondiale. Tra le macerie si trovò, miracolosamente intatta, la splendida chanukiah di bronzo. La sinagoga, capolavoro del barocco piemontese, venne restaurata ed è tornata all’antico splendore. Nel 1969 si inaugura il Museo Ebraico, con la sala degli Argenti che raccoglie arredi di culto, oggetti di vita quotidiana, un Archivio Storico informatizzato con gli antichi testi. Non basta: negli anni Ottanta s’è formata una collezione di moderne chanukiah, create da artisti e designer contemporanei, che ha dato origine al Museo di cui tratta il libro  Cento Lumi per Casale Monferrato (Skira, 2010). Tra i primi, Emanuele Luzzati ne modella una in ceramica (sopra nella foto): appoggiati a un muro (quello del Pianto?), stanno otto rabbini. “I rabbini sono dei vasi…o sono i vasi che diventano rabbini: conterranno le candele o l’olio, quasi a ricordare che in quanto maestri sono contenitori del sapere, sono loro a tramandare le tradizioni’,  è la spiegazione di Luzzati.

Ogni anno al museo arriva una chanukiah diversa. Ogni artista è lasciato libero nella sua interpretazione. Troviamo lumi ‘concettuali’ e di un’ingenuità infantile, grandi e minuti, preziosi e poveri, che riprendono la tradizione ortodossa ed esotici. Quest’anno, Marco Zanuso ha ideato un candelabro in pyrex, linearità e trasparenza reinventano l’oggetto tradizionale. Roland Topor crea due mani dalle lunghe dita in lamina di ferro, le unghie diventano fiammelle vibranti. Arman crea i bracci della lampada scomponendo in sezioni un violino in bronzo, le impugnature sono fuse a forma di fiamma. Denso di significato simbolico è quello di Alì Hassoun: una calligrafia araba, i cui arabeschi diventano rami su cui fioriscono i lumi. La scritta è un sura del Corano: “Nel nome di Allah il Misericordioso il Compassionevole’, che riprende l’invocazione di Mosè: ‘”Signore, D-o Misericordioso e Compassionevole, lento all’ira e D-o di Bontà e di Verità”.

Tutta questa libertà stupisce in un mondo che sembra dominato dagli integralismi, irrigidito nella sua ignoranza, cieco nel suo materialismo, ma la luce di Chanukah illumina Casale. Ogni anno nei giorni della sua ricorrenza vengono invitati diversi rappresentanti delle religioni monoteistiche per ricordare che la fede nasce e cresce con la conoscenza, l’incontro, lo scambio e, sì, anche con la bellezza.

Chanukkah 5775,  personale di Marco Zanuso dedicata al tema delle luci e accensione dei lumi di Chanukkah. Casale Monferrato, vicolo Salomone Olper  44, 21 dicembre ore 16

Foto: courtesy Comunità ebraica di Casale Monferrato

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