Chaplin, tempi modernissimi

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Un capolavoro ritrovato, grazie al restauro della Cineteca di Bologna, che ce lo ridà, attualissimo

Con l’uscita di Tempi Moderni, capolavoro di Charlie Chaplin, il progetto di distribuzione nelle sale dei classici del cinema restaurati dalla Cineteca di Bologna raggiunge uno dei suoi punti più alti. è infatti davvero un film fondamentale, perché segna il commiato dalle scene del personaggio romantico di Charlot, che saluta a modo suo nel 1936 il cinema sonoro con l’irriverente storpiatura della canzone Je cherche après Titine in un linguaggio grammelot. Il cinema di Chaplin si affaccia così al 900, diventando fortemente politico e critico nei confronti della modernità, rifiutata dal personaggio della Monella, che va in giro scalza e ruba il pane, ma in fondo sogna anch’essa una vita agiata e borghese.

Il restauro delle opere del creatore di Charlot, fatto dalla Cineteca di Bologna insieme all’Association Chaplin, è legato a una data fondamentale nella sua vita artistica, il 1919, quando fonda la United Artists e si mette a produrre in proprio. Tutto il materiale girato prima, risulta di difficile reperibilità: sono copie in mano a collezionisti privati, conservate in condizioni non ottimali. Inoltre le prime comiche di Chaplin, per la Keystone e la Mutual, sfornate a ritmi vertiginosi, spesso uscivano in due versioni differenti per i mercati americano ed europeo. Più semplice invece è il discorso su Tempi Moderni, perché di quel film si conserva una copia in negativo, che è la sorgente di solito più affidabile per un restauratore perché non soggetta a quell’usura cui è invece sottoposta una copia positiva per la proiezione.

La particolarità di questo restauro è la colonna sonora, scritta da Chaplin per un’orchestra sinfonica di 64 elementi, della durata totale di circa 4 ore. Una partitura musicale così imponente riveste grande importanza nel film, soprattutto nelle scene iniziali dove la musica sembra duettare cogli ingranaggi dei macchinari in fabbrica.

Si è scelto stavolta di sostituire la colonna sonora originale, gracchiante e inadeguata, con una nuova registrazione, eseguita da un’orchestra tedesca, sincronizzata in laboratorio. Il risultato che si potrà gustare è un film il più possibile fedele all’originale, anche se è ovviamente impossibile replicare l’esperienza di uno spettatore degli anni Trenta. Tempi Moderni restaurato verrà infatti stampato in pellicola solo per la conservazione, ma sarà distribuito in formato digitale. Però è già una grande conquista poter vedere un capolavoro di Chaplin al cinema.

Tempi moderni, di e  con Charlie Chaplin e Paulette Goddard

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