Rosanna Chiessi, che visse d’arte e d’amor

In Arte

Un ritratto, e un omaggio, per Rosanna Chiessi, la grande gallerista scomparsa nel 2016. Il suo impegno, tra Cavriago, Reggio Emilia e Bologna, è stato fondamentale per la conoscenza e la diffusione di alcune delle avanguardie più influenti del secondo Novecento. Ora il MAMBo di Bologna le dedica un’esposizione

“Penso a te tutto il tempo della vita mia dal momento di te videre. Imaginato ho molte volte a baciare te et abbraciare in pace in molte mode, ma la vita va più presto que la pace…”

Questo scriveva, in uno straordinario miscuglio linguistico, Dieter Roth a Rosanna Chiessi nel 1980.  Dieter Roth, icona estrema dell’arte contemporanea, celebre e celebrato in tutto il mondo, che fece la sua prima personale in Italia nella casa-galleria di Cavriago alla presenza, oltre a loro due, di un suonatore di fisarmonica. Nessun altro.

George Maciunas, Spell your name Rosanna Chiessi, 1977. Tecnica mista, 10×7 cm, Edizioni Pari & Dispari, Reggio Emilia, collezione privat. Foto Marco Borciani

Ma è anche quello che tutti abbiamo provato quando abbiamo avuto a che fare con Rosanna. Risate di gusto, saggezza da raccontare, sguardo penetrante, seduzione, gioia, racconti inesauribili. Il primo matrimonio civile di Reggio Emilia, il primo divorzio dopo l’approvazione della legge, l’amata figlia, l’amore cacciato di casa perché osò appendere, senza chiederlo, una camicia nel suo armadio, violandola e rendendole così inevitabile il distacco.

E allo stesso modo l’incontro con George Maciunas, già malato, che sillabò il suo nome riempiendo di oggetti una scatolina, uno degli oggetti di cui andava più fiera, e il tavolo rotondo attorno al quale si chiacchierava a casa sua, su cui Charlotte Moorman aveva eseguito una delle sue magiche performance musicali.

Charlotte Moorman, foto di copertina del libro dentro al cofanetto: Charlotte Moorman, Cello Antology, 2006, con posters riprodotti a colori del festival annuale Avant Garde of New York e 4 cd. Pubblicato da Alga Marghen, Milano, Archivio Pari&Dispari. Foto Marco Borciani

Questo e molto, moltissimo altro era Rosanna Chiessi, che ci ha lasciati nel 2016 senza mai essersi fermata a riflettere, colei che come pochi altri ha contribuito a diffondere in Italia l’amore per l’arte e gli artisti che lei amava. Più di quarant’anni dedicati alla vita e all’arte, raccolti oggi nel fondo “Rosanna Chiessi, Archivio fotografico storico-artistico Pari&Dispari”, 54 album donati dalla figlia alla Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia che raccolgono migliaia di fotografie riordinate e commentate dalla stessa Rosanna Chiessi.

Una vita intera lavorando con artisti dell’area concettuale italiana e della poesia visiva, con l’Azionismo Viennese, Fluxus e il movimento Gutai. I viaggi per il mondo a conoscere e a vivere con gli artisti, invitati poi a Bologna, a Cavriago, a Casa Malaparte a Capri, suo luogo del cuore per tutta la vita. Le performance, le provocazioni, i festival, l’editoria, i libri d’artista, gli incredibili  multipli. Joseph Beuys, John Cage, Allan Kaprow, Nam June Paik, Hermann Nitsch, Arnulf Rainer, Urs Luthi, Franco Vaccari, Giuseppe Chiari, Shazo Shimamoto…

Dieter Roth e Rosanna Chiessi nella casa di Reggio Emilia, 1976

La lista degli artisti con cui Rosanna Chiessi ha lavorato e che ha sostenuto negli esordi è lunghissima, e riempie diverse pagine del prezioso e intelligente catalogo della mostra che il MAMbo di Bologna le dedica a cura di Lorenzo Balbi. Una mostra che sembra di entrare a casa sua, con le opere che riempivano le stanze, i mobili che la arredavano. Una mostra densissima, forte e fresca di giornata, con le opere di artisti che non invecchiano mai perché spinti da un’energia e una necessità primordiali e universali, come lei.

Anni fa, all’inaugurazione di una mia mostra a Reggio Emilia con la galleria Dispari e Dispari del suo amico Andrea Sassi – chiaro omaggio e segno di continuità con la sua ricerca – ballammo un valzer leggero, allegro, perfetto, io agli esordi e lei non più giovane ma sempre sensuale come una ragazza. Una ragazza che ci si girava a guardarla, una bellezza da Miss Italia, che faceva innamorare gli artisti, che faceva voglia di vederla. Rosanna Chiessi era una una donna unica, una forza della natura, carica di inesauribile energia vitale, entusiasmo e ottimismo. Alla faccia delle amarezze. Alla faccia della vita.

 

Rosanna Chiessi. Pari&Dispari, MAMbo – Project Room, Bologna. Fino al 16 settembre 2018.

Immagine di copertina: Nam June Paik, Candle TV, 1990. Tecnica mista, 67x49cm, pubblicata dall’artista dalla versione del 1975, collezione privata. Ffoto Marco Borciani

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