Costretto a letto da un incidente forse non casuale, Stephen Monk torna a leggere nella casa che ha abbandonato da trent’anni le lettere della sua prima moglie, morta ormai da tempo. Così, da naufrago del secondo matrimonio, attraverso le parole della sua prima compagna torna a ricostruire una immagine di sé rispecchiandosi in ciò che non aveva mai sospettato prima, neppure di sé stesso.
Adelphi pubblica “Il mondo di sera”, romanzo di forte impianto autobiografico di Christopher Isherwood, straordinario autore di “A single man”.
Curioso gioco di specchi, Il mondo di sera, il romanzo di Christopher Isherwood appena uscito da Adelphi.
Stephen Monk, il protagonista racconta in prima persona la sua vita, ha bisogno di riprenderne in mano i fili ingarbugliati. Non ha combinato granché, i tempi sono grami: siamo alle soglie della seconda guerra mondiale e il suo mondo si sta sgretolando. Il matrimonio con Jane, la seconda, sadica e infedele moglie, è finito una buona volta. Vincendo la sua consueta vigliaccheria l’ha seguita durante una festa di Hollywood e l’ha beccata infrattata in una serra con un bel giovanotto.
Affranto, Stephen torna alla casa della sua infanzia, che nel suo peregrinare per il mondo non vedeva da trent’anni, in una piccola comunità quacchera della Pennsylvania, dalla vecchia zia che l’ha allevato con amore incondizionato.
Appena arrivato, Stephen ha un brutto incidente che lo costringe a letto per diversi mesi e, tra una coccola e l’altra, recupera le lettere della prima moglie Elisabeth, una scrittrice di successo morta qualche anno prima. Ed è a questo punto che comincia il gioco degli specchi di cui si diceva all’inizio. É proprio attraverso i ricordi, le lettere, l’amore di Elisabeth che Stephen riesce a riprendere i fili della sua vita, rivivendo la sua passività, il suo lasciarsi andare al flusso, all’influenza degli altri e a disfarsi del passato.
‘Mettilo in una teca di vetro e ammiralo come fosse un tesoro, se vuoi’, gli scriveva la moglie. L’importante è riflettere sulle leggi imperscrutabili che governano l’attrazione, accettare la stranezza del matrimonio, di tutti i matrimoni, almeno di quelli che durano. E sarà sempre Elisabeth, che in un certo senso l’ha ‘colto’ da giovane e l’ha modellato, ‘inventato’, che in fondo con Stephen ha creato il più realistico dei suoi personaggi, a aiutarlo nel percorso di comprendere e perdonare se stesso: come se l’amatissima moglie lo guidasse ancora nella scrittura del suo primo libro, Il mondo di sera, che è proprio l’opera che lei avrebbe voluto scrivere:
‘Ah, come mi piacerebbe saper buttare giù a decine di quei vasti, informi romanzi impulsivi, pieni di opinioni contraddittorie, e di calore, di energia, di stupidità e di vita’, gli scriveva prima di morire.
Con questo romanzo Christopher Isherwood riesce a darci la sensazione di leggere la sua autobiografia romanzata, tanto sono la sincerità di tono, l’autocommiserazione, i dettagli più intimi: ma anche questo è un gioco di specchi, orchestrato con mirabile artificio.
Il mondo di sera richiama il clima de Il grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald, ma con una cultura e una mentalità tutta europea, senza nessuna dimensione eroica; anche la passione amorosa e erotica è filtrata attraverso una sorta di conoscenza esperienziale.
Come Stephen Monk, il suo protagonista, Christopher Isherwood è bello, ricco e talentuoso, attira attenzione e amore di donne e uomini, frequenta i salotti mondani e intellettuali di tutto il mondo.
É a Londra, dove conosce l’amante e amico di una vita, Wystan Hug Auden, poi è a Parigi. Nel 1929 si trasferisce a Berlino, capitale della giovane repubblica di Weimar, attratto dal suo fermento creativo e dalla sua libertà sessuale, ove scrive romanzi e racconti da cui verrà tratto il famoso musical Cabaret. Fugge il nazismo e sempre con Auden, viaggia prima in Cina, poi si trasferissce nel 1939 in California.
Qui i due si uniscono a uno straordinario gruppo di intellettuali mistici come Aldous Hukley, Bertrand Russel, Igor Stravinskij. Isherwood traduce testi buddisti, scrive saggi e commedie ispirate al misticismo. A Hollywood è sceneggiatore di successo.
Tutte queste esperienze confluiscono come un torrente in piena ne Il mondo di sera, uscito nel 1954.
Il suo romanzo più famoso, e forse il più bello è A single man, del 1964, che dedica all’amico Gore Vidal, da cui è tratto il film omonimo di Tom Ford interpretato da Colin Firth.