Milano-festival: una città in pieno rilancio tra produzione e consumo di cinema

In Cinema

L’inizio d’autunno regala al pubblico belle realtà e molte promesse. Registi mainstream e indipendenti hanno ripreso a girare in città, si consolidano spazi di qualità per il pubblico (come il Mare Culturale Urbano) e prendono corpo progetti nuovi (il Palazzo del Cinema Anteo), che sarà presentato nella tre-giorni di “Fuori cinema”, tra anteprime a incontri d’autore. E mentre è al rush finale il Milano Film Festival n.21, arrivano i film dell’ultima Mostra di Venezia e del Festival di Locarno: Ralitza Petrova (Pardo d’Oro) e Andrei Konchalovsky (Leone d’Argento), Francois Ozon, Wim Wenders e Tom Ford

Non ci sarà solo la presentazione ufficiale del Palazzo del Cinema Anteo, la cui data d’apertura è fissata per settembre 2017, progetto davvero kolossal per il numero di sale (conterrà 10 schermi lungo tutta via Milazzo) e la qualità di servizi offerti al pubblico, al centro della prima edizione di Fuori cinema, una kermesse di tre-giorni (16-18 settembre), condotta in scena da Teresa Mannino e collocata nella nuova area di Porta Nuova ai piedi del Bosco Verticale progettato da Stefano Boeri: ospiterà un palco e uno schermo, un’arena da un migliaio di posti seduti e altrettanti sul prato, street food, market place, con relativo coinvolgimento, nell’area di via Gaetano de Castillia, della Stecca degli Artigiani, della Casa della Memoria e della Fondazione Riccardo Catella, che proporrà Gesti di narrazione – studio per un racconto senza parole, un’installazione di Studio Azzurro.

Il programma, ideato da Cristiana Capotondi e Cristiana Mainardi, è fitto e nei tre giorni si susseguiranno incontri e interviste, da Aldo, Giovanni e Giacomo a Luciano Ligabue, passando per Silvio Orlando, Caterina Caselli, Mauro Pagani, Linus, Elio, Angela Finocchiaro, Carlo Verdone, Matilda Lutz, Lella Costa, Paola Cortellesi, Pif, Giuseppe Piccioni, Teo Teocoli, Gino & Michele, Stefano Accorsi e Maurizio Nichetti, guest star Walter Veltroni e il sindaco di Milano Beppe Sala. Nelle tre serate, sono in programma altrettante anteprime: venerdì il film La Vache, 2016, diretto da Mohamed Hamidi con Fatsah Bouyahmed e Lambert Wilson, sabato la preview della serie HBO-Sky All the way diretta da Jay Roach, con Bryan Cranston, Anthony Mackie, Melissa Leo, Bradley Whitford, più un omaggio notturno a Enzo Jannacci (Lo stradone col bagliore di Ranuccio Sodi) domenica in chiusura Yo Yo Ma e i musicisti della via della seta di Morgan Neville.

la-vache

Ma in questo inizio d’autunno non è questa l’unica buona notizia per i milanesi, oggi titolari di una città in cui il cinema ha davvero ripreso molto vigore, tra registi mainstream e indipendenti che sono sempre più spesso qui sul set: solo all’interno della “Cerchia dei Bastoni”, tra spot pubblicitari, lungometraggi, corti, documentari e serie tv nel 2015 si sono girati 580 “film” (gli ultimi, ora in lavorazione, sono Che vuoi che sia di Edoardo Leo e un serial di produzione cinese), erano 344 del 2010. E all’ultima Mostra di Venezia in concorso c’erano i “milanesi” Parenti-D’Anolfi (Spira Mirabilis).

Ma è soprattutto l’offerta di film che è incoraggiante. Certo, settembre con l’inizio della nuova stagione offre sempre titoli di primo piano, italiani e dal resto del mondo, e da 21 anni il Milano Film Festival “copre” pure la produzione “indie” nazionale e soprattutto internazionale, con moltissime anteprime (continuerà fino a domenica 18); ma poi, in una sorta di ideale staffetta, dal 19 al 26 arriveranno in varie sale (Apollo, Arlecchino, Colosseo, Anteo, Orfeo, Ariosto, Arcobaleno, Eliseo, Mexico, Centrale, Palestrina, Ducale, Beltrade, Plinius) parecchi film di cartello della Biennale cinema e del Festival di Locarno, a partire dal Leone d’argento di Andrei Konchalovsky Paradise fino al Pardo d’oro ticinese Godless di Ralitza Petrova. Passano per Frantz di François Ozon, Nocturnal Animals di Tom Ford (Premio speciale della Giuria veneziana), The Journey di Nick Hamm, Les beaux jours d’Aranjuez 3D di Wim Wenders, Vangelo di Pippo Delbono, Liberami di Federica di Giacomo, Los Nadie di Juan Sebastiàn Mesa (premiato alla Settimana della Critica) , Les ogres di Léa Fehner (premio del pubblico lagunare) Le ultime cose di Irene Dionisio e altri ancora.

Anche fuori dal circuito delle istituzioni e iniziative consolidate da tempo, tra pubblico e privato, le cose però si muovono. Un esempio interessante è il Mare Culturale Urbano, un progetto di ristrutturazione di una serie di spazi in via Gabetti, zona Novara-San Siro, dove si sono creati, oltre a un ampio spazio di ristoro, al chiuso e all’aperto, locali per il co-working e altre attività sociali, e dove per tutta l’estate si è susseguita una bella programmazione di incontri e di film, corti e lunghi, chiusa dall’anteprima milanese del notevole Walls, sorta di mix tra documentario e cinema di scrittura, opera degli spagnoli Pablo Iraburu e Migueltxo Molina, che partendo dagli entusiasmi suscitati nel 1989 dalla caduta del Muro di Berlino mostrano come oggi i muri si moltiplichino lungo molti confini del mondo, dal Marocco al Messico, da Israele al Sudafrica, provocando drammi, morti, divisioni, desolazione.

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