Duecento immagini – un libro e una mostra all’Opera di Firenze a cura di Alfredo Albertone – per raccontare la relazione speciale con i suoi musicisti
Nella vita c’è spazio per alcune rivelazioni, come quella che ebbe Claudio Abbado a sette anni, mentre ascoltava i Nocturnes di Debussy dal loggione della Scala di Milano. Fu guardando il direttore d’orchestra Antonio Guarnieri che quel bambino capì che cosa sarebbe diventato da grande: non tanto direttore, quanto artefice della magia tra i musicisti, magia che è collaborazione e intesa e ascolto continuo. Una folgorazione simile l’ha avuta Alfredo Albertone, photoeditor di D la Repubblica, che attorno al 2000 si innamorò di quel rapporto speciale con i musicisti che il Maestro, nato nel 1933 e scomparso il 20 gennaio 2014, chiamava “fare musica insieme”.
L’idea di raccontare quell’uomo e la magica connessione che si creava ogni volta che suonava con le sue orchestre è diventata Claudio Abbado. Fare musica insieme, un libro, edito da Contrasto, e soprattutto una mostra fotografica organizzata grazie «al coraggio e alla voglia di raccontare l’arte» dell’Opera di Firenze/Maggio musicale fiorentino, sede dell’esposizione, e alla collaborazione con la Fondazione Claudio Abbado.
«Prima del suo 75esimo compleanno – racconta Albertone – ho sentito che avrei dovuto fare ad Abbado un omaggio, per quanto imperfetto». Per un photoeditor la storia non si può raccontare se non con le fotografie, oltre 200: un percorso cronologico nella vita di Abbado, che comincia con le sue prime prove di direttore della Scala.
Albertone e il sovrintendente dell’Opera di Firenze Francesco Bianchi non volevano però creare una mitica figura di direttore, ma concentrarsi sul suo rapporto con i musicisti, dai più affermati, come Pollini e Marta Argerich, che negli anni tornano a suonare con lui in un continuo scambio musicale e intellettuale, a quelli delle orchestre giovanili da lui fondate a partire dal 1980 e in cui credeva moltissimo.
Il contributo dei fotografi che l’hanno seguito negli anni e nelle sue oltre 3mila esibizioni è stato fondamentale: Abbado era una persona estremamente schiva, non desiderava apparire e aveva dunque un rapporto molto particolare con la fotografia. «Che ci fossero testimonianze visive del suo lavoro – spiega Albertone – era del tutto ininfluente: per lui, in quel momento, esisteva solo la musica».
Marco Caselli Nirman lo seguì come fotografo di scena dal 1989 per 23 anni: «Per fotografare Abbado e i suoi musicisti dovevo farmi musicista anche io, con il mio strumento, la macchina fotografica – racconta Caselli – Lo avevo già imparato in dieci anni di esperienza, ma con Abbado accadeva qualcosa di fluido, magico e misterioso».
Anche Caselli non andava alla ricerca del divo, ma della persona che opera l’arte direttamente, che rende a chi le sta intorno le cose più facili, «e questo Claudio lo apprezzava». Si era costruito una speciale copertura imbottita per la macchina fotografica, che gli consentiva di avvicinarsi il più possibile all’orchestra senza interferire con la concentrazione dei musicisti e con le esecuzioni di Mahler, Mozart, Beethoven.
La domanda è: riesce questa mostra a raccontare l’esperienza di Abbado? Per Attilia Giuliani, presidentessa del Club degli Abbadiani itineranti – che seguivano il Maestro nelle sue esibizioni in tutto il mondo – lo fa meravigliosamente, raccogliendo ricordi che loro stessi hanno vissuto e in cui ritrovarsi. Per me, che non ho mai visto Abbado dirigere, anche.
Nelle fotografie di Caselli, Cesare Colombo, Ferdinando Scianna, Silvia Lelli e Roberto Masotti, Oliver Hartung e tanti altri sono raccolti tutti quegli sguardi che dimostrano la profonda complicità tra il direttore e la sua orchestra, quei sorrisi che testimoniano l’immensa gioia della musica, che Abbado disse sempre che non era un lavoro, ma la passione della sua vita.
Fare musica insieme, a cura di Alfredo Albertone, Opera di Firenze fino al 28 giugno 2015. Gli spazi della mostra saranno aperti e visitabili in occasione degli spettacoli, un’ora prima dell’inizio
Foto: in apertura Oliver Hartung, Gustav Mahler, Sinfonia n.3, Lucerne Festival Orchestra KKL, Lucerna 19 agosto, 2007
Peter Fischli, Anton Bruckner, Sinfonia n.1 in Do minore, Lucerne Festival Orchestra, KKL, Lucerna
Mattia Zoppellaro, Orchestra Mozart, 2011