Lo storico spettacolo del Teatro dell’Elfo arriva al cinema collo stesso regista e un cast in gran forma da Christian De Sica a Natalino Balasso a Ale&Franz. E la scombinata compagnia di comici in lotta tra loro, che attendono di esibirsi nel numero migliore per vincere un passaggio tv, si tinge di malinconia. Al punto che il play dell’inglese Trevor Griffiths, alla base di tutto, avanza qualche quesito filosofico
Sei quasi giovani uomini, il proprietario di un club di periferia, un barista, un operaio, un impiegato delle ferrovie, un agente immobiliare e suo fratello attendono per 50 minuti di entrare in scena a tentare la gara degli stand up comedians. Dovrebbero far ridere, creare battute sulla realtà, ma sono evidentemente falliti, mediocri come umoristi, spesso in lotta tra loro. Li ha istruiti Eddie Berni, che sulla lavagna porta una citazione non proprio ottimistica del Macbeth. E a fine serata sarà un comico affermato, nemico da sempre del Berni, a dare i voti e a sceglierne due per il desiderato ingaggio tv.
E’ la trama di una vecchia commedia di Trevor Griffiths, autore di nascita operaia inglese che ha scritto anche The party per Laurence Olivier. Gli piacerebbe, venendo da Manchester, la Milano che aleggia ma non si vede nel nuovo film di Gabriele Salvatores, ed è grigia e piovosa. Il suo Comedians è claustrofobicamente chiuso in una stanza e regola il tempo dell’attesa del debutto, con tutti gli optional delle nevrastenie da piccolo artista. Sappiamo subito, da copione, che i ragazzi non fanno molto ridere, anzi si tratta di un testo malinconico sotto cui c’è una rete di protezione di una domanda filosofica: bisogna far ridere per lisciare il pubblico con facilità per avere likes, applausi e risate, o bisogna anche arrabbiarsi e combattere con la risata quello che non funziona nella società?
Christian De Sica è questa volta bravo nel personaggio del comico di successo che gli somiglia, ha fatto scelte facili, è un volto noto della tv e lui recita consapevole. Gli altri sono affamati di una gloria che probabilmente non raggiungeranno mai, ma la storia sta nell’attesa e rispecchia esattamente la bella commedia di Griffiths che lo stesso Salvatores aveva messo in scena nel 1986 all’Elfo, come uno dei fondatori del teatro. Fu un grande successo grazie a un gruppo strepitoso di giovani pronti alla fama, da Paolo Rossi a Renato Sarti, da Claudio Bisio ad Antonio Catania, da Silvio Orlando a Gigio Alberti. Solo che a teatro l’empatia fisica con gli attori portava a ridere anche delle battute poco spiritose, cosa che al cinema non succede, mentre è in primo piano il senso di delusione (sono passati non invano 35 anni anche della società dello spettacolo) e la sensazione che ci sia ben poco da ridere in generale.
Ma è molto bravo Natalino Balasso il maestro e i ragazzi del cast, alcuni volti già noti come Ale e Franz, oltre a Walter Leonardi, Giulio Pranno e a due giovani allevati tra gli “history boys” dell’Elfo di oggi, Marco Bonadei e Vincenzo Zampa, tutti in bilico tra verità e finzione, banchi scassati e lampadine vintage. In colonna sonora Tom Waits, in un film girato in poco tempo e con un budget ridotto ma che si segnala come una operazione interessante in rapporto col teatro. Ed è il raro, forse unico caso in cui rimane uguale il regista, Salvatores, che promette sempre di tornare all’Elfo.
Comedians di Gabriele Salvatores con Ale e Franz, Natalino Balasso, Christian De Sica, Demetra Bellina, Marco Bonadei, Elena Callegari, Aram Kian, Walter Leonardi, Giulio Pranno, Vincenzo Zampa