Il comico lombardo ha scritto, diretto e interpretato “Contromano”, una commedia sul tema dei migranti e della xenofobia dilagante anche in Italia. Gli intenti sono nobili, ma il copione non va oltre qualche buona battuta, e la sua prova d’attore ondeggia tra la paura di esser troppo comico o troppo drammatico. Efficaci i comprimari, dal divertente Alex Fondja alla bellissima Aude Legastelois
Cosa succederebbe se ognuno riportasse, di sua iniziativa e con le sole proprie forze, un migrante a casa, nel paese suo? Lo scoprirà Mario Cavallaro (Antonio Albanese), protagonista di Contromano, che l’attore 53enne ha anche diretto, abitudinario commerciante di mezza età la cui vita si divide tra un negozio di calze ereditato dal padre e un orto che cura con estrema passione sul terrazzo della sua abitazione. Ogni cambiamento lo spaventa, figuriamoci se il bar in cui va da trent’anni viene venduto a un egiziano e per di più davanti alla sua bottega arriva Oba (Alex Fondja), spavaldo senegalese venditore abusivo di calzini. Per «rimettere le cose a posto» il protagonista escogita una soluzione tanto semplice quanto folle: rapire Oba per riportarlo semplicemente a casa sua. Inizierà così un viaggio on the road, Milano-Senegal «tutta una tirata», che andrà tutt’altro che liscio. Infatti, oltre agli altri problemi, farà capolino la bellissima Dalila (Aude Legastelois), sorella di Oba, il quale ha acconsentito al suo forzato rimpatrio a patto che Mario accompagni anche lei.
Antonio Albanese, regista, sceneggiatore e protagonista di questa pellicola, si fa carico del peso di portare sullo schermo lo stato di xenofobia e razzismo che sta dilagando in Italia negli ultimi anni e lo fa attraverso il suo stile ironico, con garbo e leggerezza. Spinto da un desiderio sociale e personale, in quanto anch’egli spettatore di tali eventi, vuole raccontare in maniera diversa un fenomeno che colpisce tutti. Ma attraverso l’umorismo, il film descrive anche l’incontro fra due solitudini: da un lato quella di Mario, che vive questa vita “verticale” che lo porta al suo orto, dall’altro quella di Dalida e Oba, che la solitudine dei migranti sono purtroppo costretti a sopportarla quotidianamente. “Contromano” vuole insegnare che l’incontro deve partire dal dialogo e Mario, grazie al viaggio, scopre e capisce queste persone. L’intento è chiaro: far arrivare un messaggio di eguaglianza e fraternità.
Ma il risultato è in realtà un prodotto fin troppo semplice, che sa di già visto e dai risvolti facilmente intuibili fin dall’inizio. Il film ricerca la sua forza nell’attualità del tema e nella riconoscibilità del viso di Albanese, il quale, però, sfortunatamente mostra una certa titubanza nel dare forma al suo personaggio, per paura di scivolare eccessivamente nella comico o nel drammatico. E finisce per restituire al pubblico un ibrido: Mario Cavallaro passa troppo facilmente da un opposto all’altro senza mai maturare veramente un’evoluzione, forse perché il tema, preso così a cuore dall’attore, l’ha coinvolto al punto da trascurare gli altri fattori che avrebbero giovato alla pellicola.
Sorpresa del film è invece la giovane attrice francese Aude Legastelois, che regala un’ottima interpretazione. Al suo primo ruolo da protagonista è in grado di dar vita in modo naturale a un personaggio credibile, a cui si affianca la vivace comicità di Alex Fondja, fatta di smorfie e movimenti.
Contromano è un viaggio che riesce ad allontanarsi dagli stereotipi razzisti, dà voce a chi non ce l’ha e mostra l’altra faccia della medaglia, si tratti di immigrati o disabili – splendida la parte, anche se marginale, di David Anzalone, attore che si batte per combattere i luoghi comuni legati alla disabilità – portando in primo piano un bellissimo messaggio: peccato che il film finisca schiacciato dal peso di quel tema, e lasci poco all’uscita dalla sala, se non qualche sporadica risata.
Contromano, di e con Antonio Albanese e Alex Fondja, Aude Legastelois, Daniela Piperno, David Anzalone