Il 35enne Roberto De Paolis racconta l’amore quasi impossibile, in una degradata periferia romana, tra Agnese, ragazza timorata di Dio ma sfinita dai precetti di una madre oppressiva, e Simone, giovane vigilante di un parcheggio di supermarket in lotta col mondo, gli stranieri e la sua difficile sopravvivenza. Sullo sfondo, il tema della perdità della verginità, fisica (della ragazza) a confronto col mondo maschile, e sociale (della città) nel contatto drammatico con altre genti e culture diverse
Agnese (Selene Caramazza) ha appena compiuto diciotto anni, frequenta la parrocchia e cerca il suo posto nel mondo tentando di sfuggire alle ossessioni di una madre troppo devota (Barbora Bobulova), che da lei pretende ubbidienza assoluta e il voto di castità fino al matrimonio. Stefano (Simone Liberati) ha venticinque anni e un passato difficile, lavora come custode nel parcheggio di un centro commerciale confinante con un grande campo rom e fatica a tenere a bada la rabbia che sembra consumarlo.
Il loro incontro, tema principale di Cuori Puri, opera prima del 35enne Roberto De Paolis, avviene sotto il segno della casualità, eppure esprime subito la vocazione a trasformarsi in destino. In apparenza tanto diversi, Agnese e Stefano sono ugualmente fragili, incerti, sensibili, alla ricerca di un senso delle cose, di un riscatto a cui non sanno nemmeno che nome dare. Forse sono semplicemente alla ricerca di amore, quell’amore che nelle loro famiglie, pur diversissime, non sembra moneta corrente. E così Stefano, disgustato dalla rancorosa rassegnazione dei suoi genitori, si ritrova a seguire come fosse una sorta di padre putativo il piccolo boss (Edoardo Pesce), che gestisce lo spaccio di droga nel quartiere. Va meglio ad Agnese, che trova una figura adulta positiva (l’unica!) in don Luca (Stefano Fresi), una sorta di prete filosofo capace di parlare di verginità, peccato e sacrificio con accenti di verità e saggezza ben lontani da ogni forma di fanatismo, religioso e non.
L’amore fra Agnese e Stefano nasce così con naturalezza, sulla spinta di un’emozione autentica, di un bisogno profondo di reciproco aiuto, ma è davvero difficile immaginare se da questo intreccio di mani fragili e sguardi fuggitivi possa sprigionarsi una forza sufficiente a sopravvivere in un mondo che troppo spesso sembra somigliare al parcheggio in cui lavora Stefano: inospitale, sporco, ingombro di macerie, privo di ripari.
È un film ambizioso Cuori Puri, in cartellone in questi giorni alla Quinzaine des Réalisateurs del festival di Cannes. Perché non vuole semplicemente mettere in scena una storia d’amore, e nemmeno soltanto raccontare la periferia romana (Tor Sapienza, per la precisione) con il suo corteo di disagi sociali ed esclusione, paura degli immigrati e lotte fra poveri, il tutto destinato a farsi sempre più drammatico.
Quello che De Paolis vuole fare (aiutato dalla sceneggiatura firmata anche da Luca Infascelli, Carlo Salza e Greta Scicchitano) è tenere insieme le due cose utilizzando proprio il tema della verginità, vista – secondo le parole dello stesso regista – come “la perdita di un’illusione infantile di purezza e di perfezione: la verginità di un corpo, di un territorio che vogliono rimanere puri, senza mischiarsi con l’esterno”. Da un punto di vista simbolico, il corpo di Agnese, attratta dall’alterità di Stefano e al tempo stesso spaventata dalla possibile contaminazione che quel desiderio implica, finisce così col rappresentare le tante periferie italiane che vorrebbero difendere la loro “purezza” tenendo lontano lo straniero, ma sono destinate inevitabilmente a mescolarsi, venendo a patti col sovrapporsi di culture diverse e bisogni contraddittori.
Un’opera prima di grande maturità stilistica, sostenuta da un ottimo cast (in prima fila i due giovani protagonisti, davvero convincenti). Un film vivo, vitale, sincero, a tratti struggente. Soprattutto perché la cinepresa non si concede mai il lusso di osservare dall’alto, e quindi di giudicare inevitabilmente da una comoda distanza di sicurezza, personaggi e situazioni: preferisce seguirli da vicino, accompagnarli passo passo, lasciandosi, proprio come i protagonisti, contaminare dal mondo.
Cuori puri di Roberto De Paolis, con Selene Caramazza, Simone Liberati, Barbora Bobulova, Stefano Fresi, Edoardo Pesce