Quando le popstar facevano la rivoluzione

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Breve ritratto di Cindy Lauper

All’inizio degli anni ’80, in piena epoca di riflusso, due ragazze bionde e americane, Louise Veronica Ciccone e Cynthia Ann Stephanie Lauper, pubblicavano due dischi, Like a virgin e She’s so unusual, a solo un anno di distanza l’una dall’altra.

All’inizio degli anni ’80, essere bionde, giovani e nate in suolo americano significava respirare a pieni polmoni l’epoca del riflusso, con tutto quello che ne conseguiva: ambizione alla scalata al successo, abiti appariscenti, culto della femminilità sfacciata e del “mi prendo quello che voglio esattamente come farebbe un uomo”. La lezione del femminismo di qualche anno prima era stata pienamente assorbita, rimescolata, reinterpretata.

Le due ragazze americane, di New York e del Michigan, si apprestavano a compiere una piccola rivoluzione per le tante ragazze comuni che le avrebbero ascoltate. Una cantava Girls just wanna have fun, le ragazze vogliono il divertimento: alla faccia di doveri millenari e padri protettivi, Cyndi voleva essere quella che camminava nel sole (I want to be the one to walk in the sun) e non la protetta del principe azzurro. L’altra, Louise, diceva di sentirsi “come una vergine, toccata per la prima volta”, facendo intendere al suo uomo (e al Vaticano) che qualche amore poco casto l’aveva già vissuto.

Cynthia e Louise, grazie a questi testi, sarebbero diventate di lì a poco Cyndi e Madonna: belle e trasgressive, incarnavano l’invito a godere del materialismo in piena epoca materialista, senza inutili moralismi.

Delle due icone rivali, Madonna è stata sicuramente quella più in grado di interpretare un prodotto ben riuscito dello show-business, Cindy, invece, nonostante i cinquanta milioni di dischi venduti e il ricco parterre di premi (due Grammy, un Emmy e un Tony Awards), è passata alle cronache più in sordina, meno capace di reggere il peso della fama, e delle aspettative del pubblico.

Cindy nasce a New York nel 1953 da una famiglia piccolo borghese di immigrati italiani e tedeschi, si avvicina alla musica giovanissima, a 12 anni, quando scopre la chitarra e le cover band. Il primo disco, She’s so unusual (1983), è l’essenza del suo personaggio : Cyndi è una ragazza fuori dal coro, nella copertina viene ritratta in abiti stracciati e colorati di fronte a un edificio cadente. Non è certo la figlia borghese di papà Fred, ma piuttosto una bohémienne che urla al mondo la sua diversità dalla massa.

cindy she's so unusual

Del primo disco, tre canzoni sono passate alla storia: il primo singolo, Girls just wanna have fun, è l’inno spensierato delle ragazze degli Eighties, a cui segue She bop, la prima canzone nella storia a parlare di masturbazione femminile (“…In the pages of a blue boy magazine, Hey I’ve been thinking of a new sensation…”), mentre la title track, curiosa variazione al maschile del titolo dell’album è He’s so unusual, che affronta il tema del omosessualità.

Dal 1983, fra dischi da solista e collaborazioni, un paio di musical a Broadway, alcune apparizioni cinematografiche, Cyndi non si è più fermata: la ascolteremo a Roma e a Torino in occasione della presentazione del suo ultimo album, Detour, una raccolta di cover di canzoni country.

In un’intervista recente a IoDonna le chiesero se le sue origini siciliane la avessero influenzata. “Totalmente” ha risposto “Mi ha segnato vedere mamma soffrire per non aver ricevuto una solida educazione e aver persino dovuto rinunciare a una prestigiosa borsa di studio. E proprio in onore suo – e di mia nonna – ho partecipato alla prima manifestazione femminista a 15 anni. Mi era chiarissimo: intendevo vivere con la stessa libertà degli uomini.”

Non male per una pop star, vero?

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