Inner_Spaces, la rassegna di musica elettronica del Centro San Fedele, nella sua edizione autunnale azzarda un tema complesso e affascinante: il “chiaroscuro”. E lo fa trasferendo nella composizione musicale il gioco di variazioni di luci e ombre inteso a dare rilievo a un’immagine. Fitto il calendario di ospiti da Christian Fennesz, a Lorenzo Senni, da Lisa Morgenstern a Shackleton. Da segnalare la rielaborazione del “Requiem” di Fauré realizzata da Pasquale Corrado
Dal 16 settembre al 2 dicembre torna, nella sua edizione autunnale, Inner_Spaces il Festival di musica elettronica (ma non solo) della Fondazione Culturale San Fedele. L’iniziativa in realtà cerca di mettere in risalto anche la profonda connessione che esiste tra le diverse espressioni dell’interiorità e quelle delle arti. Ispirazione che, quando l’avventura di Inner_Spaces partì nel 2011/12, l’istituzione milanese poté integrare nei suoi obiettivi: incontrare l’uomo di oggi – che deve confrontarsi con paure, speranze, interrogativi – partendo dalla musica, dall’arte e dalla cultura. Una impostazione che rimanda alla grande tradizione milanese di saper tenere insieme spiritualità e cultura (vedi per esempio l’esperienza dell’Angelicum dei frati francescani di Sant’Angelo).
Come mi racconta don Antonio Pileggi – anima delle attività culturali di San Fedele e motore pulsante di Inner_Spaces – «questo percorso di elaborazione dei nostri obiettivi ci ha permesso di fare una sintesi della nostra missione: da una parte incontrare l’uomo attraverso una proposta culturale sempre interessante, ma cercando di mantenere alta la qualità dell’offerta e la fruizione dell’ascolto (ndr. grazie anche all’alta qualità acustica dell’Auditorium San Fedele), dall’altra aiutare un pubblico nuovo a conoscere un repertorio particolare che va dal Cinquecento alla musica elettronica, partendo dall’uomo stesso e dalle sue esigenze, uscendo pertanto dalla nostra torre d’avorio».
Quest’anno il tema di Inner_Spaces è il Chiaroscuro. Quel procedimento che, attraverso variazioni di intensità del tratto pittorico, tende a restituire la tridimensionalità di un corpo o di un oggetto rispetto alla sorgente luminosa che lo investe. La tecnica del chiaroscuro di caravaggesca memoria rimanda a un’idea di fragilità autentica, intensa, terribilmente umana, che sarà il motivo ricorrente del programma di Inner_Spaces virato sulla musica: cioè come i contrasti si possono declinare in vari modi attraverso differenze stilistiche o di concezione musicale ed espressiva. Nell’ultimo concerto, quello del 2 dicembre, per esempio, verrà affrontata la tematica della morte attraverso un tributo di Kevin Richard Martin alla cantante Amy Winehouse e al suo celebre disco Back to Black. La pianista Lisa Morgenstern eseguirà una musica vitale e malinconica che farà da contrappunto a un tema così doloroso.
Nadia Struiwigh (foto @ Riccardo Trudi Diotallevi)
La rassegna è iniziata lunedì 16 settembre con un sold out. Il primo concerto ha portato il suo pubblico (in gran parte composto da Under 30) alla scoperta di nuovi talenti e di nuovi modi d’intendere la musica ambient con Nadia Struiwigh e Huerco S., ormai affermati sulla scena internazionale.
Il calendario dei concerti non è arbitrario. Quelli del 30 settembre e del 4 novembre cadono non casualmente a ridosso della commemorazione degli angeli custodi (2 ottobre) e di tutti i morti (2 novembre).
Il primo dei due concerti ci porta nella Chiesa di San Fedele per un programma costruito proprio intorno alla ricorrenza. All’interno della chiesa, saremo avvolti in un live set intorno al tema de Il cielo sopra Berlino, celebre film di Wim Wenders del 1987 dove gli angeli sono protagonisti e guardiani silenziosi che non interferiscono con il destino umano. «Siamo in un luogo, la Chiesa di San Fedele, – mi racconta sempre don Pileggi – dove gli angeli hanno un’ampia raffigurazione, e abbiamo immaginato una grande lode a Dio. Partendo dagli elementi architettonici della Chiesa abbiamo elaborato una rappresentazione musicale, suddivisa in due sezioni. Nella prima Ars Discantica (il duo composto da me e da Massimo Colombo) eseguirà Laus Angelorum, un pezzo per organo (lo strumento liturgico per eccellenza) ed elettronica. Nella seconda Christian Fennesz (vecchia conoscenza del Festival) alla chitarra elettrica proporrà in prima esecuzione mondiale un brano sul tema degli angeli custodi».
Huerco S. (foto @ Riccardo Trudi Diotallevi)
La Chiesa, in questo caso, non è solo un luogo che ospita un evento, è un “personaggio” attivo del concerto. Si entra e si è attorniati da sculture, soprattutto, appunto, angeli. Questi volti celesti che ci guardano, così come nel mondo pittorico del Sei e Settecento, sembrano rappresentare la mediazione tra mondo terreno e ultraterreno.
Dagli angeli che osservano i destini umani passiamo ai grandi temi di rassegnazione e abbandono che sono al centro del Requiem di Fauré, capolavoro del tardo Ottocento sinfonico, protagonista del concerto del 4 novembre. Nel programma da una parte abbiamo il Requiem rielaborato dal musicista e direttore d’orchestra Pasquale Corrado, dall’altra il compositore britannico di elettronica Shackleton con una musica abitata da voci che sembrano provenire da un mondo scomparso e lontano, come nei culti antichi dove si possono trovare voci stratificate, quasi fossero delle cantilene.
Don Pileggi racconta così come è nato il lavoro intorno al Requiem di Fauré: «In occasione della commemorazione di tutti i fedeli defunti, io e Pasquale Corrado abbiamo deciso di prendere un capolavoro della fine dell’Ottocento – appunto il Requiem di Fauré – e rielaborarlo, mantenendo il tessuto originario dell’opera e adattandolo a un ensemble di musica da camera (Syntax Ensemble) coadiuvato dai sintetizzatori che possono dare un’estensione sonora orchestrale». Il Requiem di Fauré chiude idealmente il cerchio in questa meditazione sulla morte e sulla vita. Il Requiem abbandona ogni contrasto o sentimento di violenza – il chiaroscuro – in favore del desiderio di assenza e silenzio.
Ma non finiscono qui le sollecitazioni musicali della rassegna Chiaroscuro che vi invitiamo a scoprire data per data.
In copertina: Shackleton (foto 2 © soukizy)