Il Disordinario, il Polverottilo, Frank il ragno sono alcune delle bestie fantastiche che il compositore marchigiano (qui in veste anche di direttore d’orchestra per il festival MITO) ha inventato e messo in scena con effetti esilaranti accanto agli “animaux” di Saint-Saëns. Come si dice per la gioia di grandi e piccini
Uno degli aspetti più interessanti del festival di MITO è di aver mantenuto la curiosità verso ogni genere di repertorio, offrendo occasioni d’ascolto interessanti per barocchisti e modernisti, per cultori dell’intimità della musica da camera e amanti delle potenti sonorità dell’intera orchestra. Ebbene, per parte nostra siamo andati alla ricerca di un interessante percorso nella musica contemporanea poiché anche questa trova una sua piccola ma pregevole collocazione nel cartellone del festival settembrino di classica. Nel weekend del 10 e 11 settembre, le composizioni di Régis Campo e Carlo Boccadoro hanno accompagnato rispettivamente le pagine di due compositori francesi, Hector Berlioz e Camille Saint-Saëns, in due incontri che hanno riscosso grande successo.
Sabato sera è stato il turno dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai diretta da Robert Trevino, uno dei più interessanti e richiesti talenti delle giovani generazioni. Il concerto dal titolo “Luci fantastiche” si è tenuto nella Sala Verdi del Conservatorio. Il programma ha accostato la arcinota Symphonie fantastique (op.14) di Berlioz a un brano in prima esecuzione italiana del compositore francese Régis Campo, The wonder of life. Campo, per quanto nel nostro paese sia praticamente sconosciuto, è un musicista di un certo spessore, noto per il suo stile compositivo giocoso e leggero (che non ha certo ereditato da Gérard Grisey, di cui è stato allievo). E sebbene la maggior parte del pubblico fosse probabilmente in sala per riascoltare una volta di più il Dies irae allucinato del malefico sabba di Berlioz, la luminosità del brano di Campo è stata accolta con entusiasmo. D’altra parte, avrebbe stupito il contrario: il pezzo riusciva fin dall’inizio a dipingere la “meraviglia della vita” con grande maestria. Pochi e misurati tocchi strumentali tipici della tradizione francese, lunghi campi armonici e una sonorità risultante di un impatto paragonabile soltanto a quello della musica da film.
Robert Trevino e l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai
Apprezzabile e all’altezza delle aspettative la bacchetta del direttore messicano nell’esecuzione della Fantastique. L’Orchestra, abile, ha saputo essere lo strumento ideale per le mani del maestro, capace di una visione matura e completa. Attento nei dettagli quanto nella macro forma poiché l’esecuzione è apparsa coesa, indipendentemente dal fatto che incontrasse o meno i gusti del singolo spettatore. Una conduzione disincantata, espressiva mai abbandonata all’impeto. Forse non il migliore approccio per un’opera viscerale e drammatica come questa sinfonia, cionondimeno un’ottima esecuzione.
La musica francese ha segnato anche il concerto dell’indomani, domenica pomeriggio, al Teatro Dal Verme. Qui, l’Ensemble Cameristico dell’Orchestra Filarmonica di Torino, diretto da Carlo Boccadoro e accompagnato dalla splendida voce recitante di Laura Curino, ha dato luogo a uno spettacolo meraviglioso e divertente.
Il programma accostava al Carnaval des animaux un’opera, Animalia, commissionata allo stesso Boccadoro in prima esecuzione assoluta. La commissione nasceva proprio con l’intento di trovare un giusto abbinamento, soprattutto in termini di organico, per il celebre carnevale. Il nuovo brano si avvale dei testi di Martino Gozzi (presente in sala e debitamente applaudito a fine spettacolo) che ha inventato un bestiario di creature “domestiche” esilaranti come il Disordinario, il Polverottilo o Frank il ragno. A condire il tutto l’attrice torinese Laura Curino, che ha accompagnato la prima parte del concerto presentando di volta in volta gli animali che la musica di Saint-Saëns metteva in scena e si è inserita in partitura nella seconda come voce recitante. Risate tra il pubblico e non solo dei bambini alle sue imitazioni “animalesche”. Mette in musica Boccadoro che coglie perfettamente lo spirito del testo e si colloca in un felice spazio a metà strada tra accessibilità e raffinatezza, spazio che gli è particolarmente congeniale. Una musica divertente e piacevole, come quella che il musicista francese aveva composto per i suoi contemporanei.
Foto di Lorenza Daverio