Diario americano: Donald, il dittatore

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Immigrati, cultura, istruzione, diritti civili: a colpi di ordini esecutivi, licenziamenti e uso della forza Donal Trump continua a picconare la già traballante democrazia americana. Ed è inutile contare troppo sugli stop della magistratura, mentre l’opposizione è debole e litigiosa…

Come tutti i dittatori che si rispettano, Trump sembra seguire pari pari il libro di testo “How To Become a Dictator in 1 year”. Il primo passo è creare un nemico che sta attaccando la cultura e l’establishment del Paese: gli immigrati, che hanno invaso gli Stati Uniti e sono venuti per ammazzare, violentare, distruggere. In realtà gli immigrati senza documenti formano la comunità meno violenta di questo Paese, il cui primato spetta a chi qui ci è nato. D’altronde si sa: più si ripete una bugia, più si crede che sia vero.

Dopo aver convinto la maggior parte della gente che gli immigrati sono dei mostri con un quoziente intellettivo più basso della norma (frase di Trump), si passa alla seconda fase: eliminare il cancro dalla nostra società, anche se i diritti umani vengono completamente ignorati.  I tre aerei pieni di immigrati, alcuni dei quali non hanno mai fatto nulla di illegale, sono stati spediti in Salvador e i viaggiatori messi in una delle prigioni più orrende del Paese: quaranta in ogni cella, mezz’ora di ora d’aria, violenza e sopraffazione delle guardie. Ma, davanti a un’invasione, i dettagli non contano. Non importa se un giudice federale, messo lì da Bush figlio, dunque probabilmente repubblicano, vieti che gli aeroplani partano o li obbliga a rientrare immediatamente. Perché un vero dittatore non sta mica ad ascoltare il potere giudiziario: deve salvare la Patria dal nemico! Risultato: giorni di feroci discussioni e possibili crisi costituzionale. In poche parole: un casino pazzesco. I democratici sperano ardentemente che i giudici possano fermare Trump, ma, come scrivono Ryan D. Doerfler and Samuel Moyn, giornalisti del Washington Post nella loro analisi pubblicata il 20 marzo, non illudiamoci più di tanto.

Il terzo passo è attaccare altre comunità, come per esempio quella LGBTQ+, o di chi, sono pochi, osa contraddire il presidente, mandando i picciotti di MAGA ad intimidire famiglie, rovinare carriere, diffamare, distruggere. Nel frattempo ha anche attaccato i pensionati, i lavoratori delle agenzie governative e immagino che presto attaccherà anche la comunità disabile. Dobbiamo dargli atto: per essere lì solo da quattro mesi, mi sembra che stia dando il meglio di sé.

Un altro passo fondamentale per distruggere la democrazia e creare una dittatura è minare l’istruzione e la cultura. Il 20 di questo mese Trump ha firmato un ordine esecutivo ordinando la chiusura del dipartimento dell’Istruzione, uno delle più grandi ed efficienti organizzazioni statunitensi. Di cosa è responsabile il ministero? Circa il 70% del budget viene utilizzato per aiutare studenti e famiglie bisognosi con i costi delle università. Ma non solo: il suo compito è quello di assicurarsi che ogni studente abbia accesso a un’istruzione ad alto livello, e che il livello sia uguale per tutti, senza discriminazioni. Inoltre sovvenziona i programmi scolastici nei vari stati, per il sostenimento alla creazione di programmi scolastici per i più bisognosi, supporta scuole statali sia dal punto finanziario e pedagogico. Si occupa inoltre di accertarsi che nelle scuole non ci siano azioni contro i diritti sociali: omofobia, razzismo, bullismo. La distruzione del dipartimento dell’istruzione, dice il manuale per diventare un dittatore in un anno, insegna che è essenziale mantenere e sostenere l’ignoranza. Per creare, per dirla alla Mussolini, un popolo bue, come è il movimento MAGA. Infatti, la stragrande maggioranza di chi appoggia o si impegna nel movimento di estrema destra è meno istruita, e dunque più malleabile, rispetto alla controparte democratica.

Inclusi nel bombardamento alla cultura sono i tagli fatti nelle università, soprattutto quelle che hanno permesso agli studenti di protestare contro la distruzione di Gaza. Non ci saranno più soldi per la ricerca scientifica, per i musei, per le biblioteche. Saranno tagli che colpiranno la conoscenza e la ricerca medica e scientifica e a mantenere l’idea che i vaccini non servono, che per non prendersi il Covid si potrebbe sempre bere candeggina, che le donne non hanno il diritto di decidere sul proprio corpo.

Mantenere un Paese di 340 milioni nell’ignoranza e nella paura significa raggiungere un potere assoluto, significa scartare le idee woke, e cioè pensare agli altri in modo civile, i diritti sociali, i diritti delle donne, la democrazia in poche parole, per farsi avanti.  

E gli americani, cosa stanno facendo di fronte a questo sfacelo? Assolutamente niente: non ci sono manifestazioni, non ci sono leader da seguire, non si organizza un bel niente. Come se non bastasse, il partito democratico è in forte crisi dopo che il leader della minoranza, Chuck Shumer ha votato sì al programma fiscale di Trump. Stanno a litigare, insomma. I partiti di sinistra un po’ in tutto il mondo, mi sembrano piuttosto assenti. 

Quando leggo con apprensione i giornali, spesso mi viene in mente la famosa poesia scritta dal pastore Martin Niemoller:

Quando vennero per gli ebrei e i neri, distolsi gli occhi.
Quando vennero per gli scrittori e i pensatori e i radicali e i dimostranti, distolsi gli occhi.
Quando vennero per gli omosessuali, per le minoranze, gli utopisti, i ballerini, distolsi gli occhi.
E poi quando vennero per me mi voltai e mi guardai intorno, non era rimasto più nessuno…

Donald Trump, in quattro mesi ha già attaccato ebrei e neri, scrittori, pensatori, radicali e dimostranti, omosessuali, minoranze, utopisti, ballerini. Noi siamo i prossimi della lista, e forse è arrivato il momento di reagire, altrimenti chi rimarrà a distogliere gli occhi da noi, Elon Musk?

In apertura: foto di Mitchel Lensink/unsplash

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