Da esperimento globale, l’America sta diventando un Paese populista, pericoloso e terrificante. E se dovesse vincere di nuovo Donald Trump l’incubo si avvererà
In questo periodo storico di guerra, di violenza, di divisioni politiche e sociali, di incapacità di ascoltare l’altro, mi sembra di sentire ancora più forte l’alito dittatoriale e populista sul collo. Mentre si vota in Europa, l’incubo delle elezioni americane rischia di avverarsi. Le minacce di Trump di sguinzagliare i suoi scugnizzi in caso di perdita o perché è stato condannato vengono ascoltate con terrore, disagio e scalpore. Il Paese della democrazia a tutti i costi, quello che la impone anche a chi non la vuole, ha odore di fascismo.
Donald Trump è stato dichiarato colpevole di 34 (trentaquattro) crimini, che comprendono finanziamenti a pornostar per farle tacere e ai giornali per nascondere la notizia, con lo scopo di influenzare l’esito delle elezioni del 2016. Ad arrivare a tale conclusione non sono state le toghe rosse, come diceva il nostro Berlusconi. Sono stati cittadini che, dopo aver ascoltato diligentemente gli avvocati difensori e i pubblici ministeri, hanno deciso che i crimini sono stati commessi.
Che non la prendesse bene era quasi scontato. Ma che cominciasse a scaldare gli animi della fazione violenta (quella del 6 gennaio, per intenderci) mi fa venire in mente le camicie nere, sempre pronte a menare pur di far tacere i dissidenti E lui, Trump, considerato ormai come il guru di una setta armata fino ai denti, ha accumulato fin troppo potere: riesce a far tremare gli Stati Uniti con una sola frase: “Ci sarà vendetta”. Cos’è questo se non un atteggiamento a noi italiani ancora ben presente? Potrebbe essere simile al fascismo o forse all’ndrangheta, occhio per occhio? Tutto il mondo ha visto di cosa sono capaci i suoi squadristi, e la minaccia che potrebbe succedere fa palpitare tutti.
Ma questo avvertimento non è che l’ultima goccia che fa traboccare il vaso. In questi due anni, negli Stati Uniti sono state prese decisioni politiche gravissime e allarmanti. Dopo che Roe v. Wade, la decisione della Corte suprema che rendeva l’aborto un diritto federale è stata rimossa, gli Stati più bigotti e conservatori si sono scatenati. Non solo sull’aborto, reso illegale o difficilissimo da ottenere, utilizzando addirittura vecchie leggi dell’Ottocento e già di per sé gravissimo, ma anche sulle nuove regole del curriculum scolastico: i bimbi di pelle bianca non devono imparare troppi dettagli sullo schiavismo, per esempio, perché poi si sentirebbero in colpa; usare la parola gay è diventato pericoloso, molti libri sono stati bannati da scuole e biblioteche. Sono questi passaggi essenziali se si vuole creare un popolo bue: mantenerlo fedele a Dio e alla Nazione e minimizzando la storia, la cultura e pensieri di dignità e collaborazione.
Per raggiungere davvero una dittatura, è anche importante limitare il numero di votanti, soprattutto se storicamente democratici. Per lo più nei territori cosiddetti della “Bible Belt” sono state introdotte regole statali (fortunatamente, non ancora federali) su come votare, quali voti contare e quali no. Questo è avvenuto negli stati del sud, dove il 59% della popolazione è nera e democratica. Le restrizioni imposte riguardano i voti per corrispondenza, l’obbligo di avere un documento di identificazione (che non è richiesto da nessun’altra parte degli Stati Uniti), intimidazioni, file lunghissime sotto il sole e altro.
Trump e la sua ideologia è riuscita a colpire metodicamente i diritti delle donne, immigrazione, istruzione e partecipazione civile alle elezioni. Il Paese più potente del mondo sta arrivando velocemente al fascismo.
Il programma politico di Trump, alquanto preoccupante, si può riassumere così: “Vorrei diventare un dittatore ed eliminare chi osa contraddirmi. Grazierò i bravi ragazzi che, dopo il tentato colpo di Stato, sono finiti in carcere, quelli senza alcuna inclinazione satirica chiamo prigionieri politici, e incarcererò i marxisti e i comunisti, cioè chi crede ancora in un Paese democratico”.
Da esperimento globale, l’America sta diventando un Paese populista, pericoloso e terrificante.
Fatemi scendere.
In apertura foto Nik Shuliahin-unsplash