La visibilità di uno scrittore. Istruzioni per l’uso

In Letteratura

Luca Bianchini decide di aiutare un’amica a salvare la sua libreria londinese.” Dimmi che credi al destino” si rivela una magnifica operazione di marketing

Luca Bianchini ha il talento dell’istrione, nei testi e nella vita. Attivissimo sui social, ha accumulato un book di conoscenze stellate di tutto riguardo. Basta vedere quali e quanti personaggi stanno rispondendo più che positivamente alla sua ultima fatica letteraria Dimmi che credi al destino.

Nel suo caso Facebook cede il passo a Instagram e alla condivisione fotografica.

Dimmi che credi al destino, edito da Mondadori è uscito nelle librerie da un mesetto. E, contravvenendo al suo codice etico, stavolta l’autore parla di una storia vera. Come lui stesso ha detto in una recente intervista «io che ho sempre avuto da ridire sul tratto da una storia vera, ci sono cascato, è proprio vero che non si dovrebbe giudicare nessuno». La storia vera è questa: l’Italian Bookshop di Londra, gestito da Ornella Tarantola, rischia la chiusura dato che il palazzo in cui è alloggiato verrà a breve abbattuto. Due mesi di tempo per salvare la libreria o darle l’estrema unzione.

Ornella, personaggio principale del libro e persona vera, sta facendo di tutto per salvare la sua creatura, punto d’incontro degli italiani espatriati nella capitale inglese o punto d’arrivo di autori italiani tradotti all’estero. La scintilla della storia ha inizio per Bianchini dalla frase-confessione che Ornella gli fa «La libreria mi ha salvato la vita, ora spetta a me salvare la libreria». E l’autore l’ha voluta aiutare nel solo modo a sua portata: scrivendo.

Dimmi che credi al destino segue il grande successo di Io che amo solo te, un libro che sta divenendo un film (sono iniziati da pochissimo le riprese in Puglia). Dati i primi risultati promette di essere un successo ancora più grande: dopo Faletti e Camilleri, Bianchini è in terza posizione nella classifica dei libri più venduti.

Ma il buon Bianchini è inarrestabile anche nella promozione del suo libro. Non solo sui social, ma anche e soprattutto peregrinando per l’Italia, di libreria in libreria, di città in città, con un calendario serratissimo che lo fa materializzare il giorno prima a Napoli, il giorno dopo a Genova passando per Savona e La Spezia.

Un’operazione di marketing che sa anche di sensibilizzazione e raccolta fondi per la salvezza dell’Italian Bookshop di Ornella. E devo dirlo lo fa magnificamente. Ho avuto modo di vederlo all’opera alla presentazione tenuta alla Feltrinelli di Verona e Bianchini è un arruffapopolo nato: si è istintivamente conquistati dalla sua verve, dalla sua energia e dall’ironia dilagante che si porta appresso. Ecco quindi finire la presentazione con alzate di mano, cori da stadio e una fila interminabile per l’autografo, ottenuto il quale Bianchini ricompensa con una calamita.

Il fenomeno Bianchini è un fenomeno tutto personale. Caratteriale. Tagliata su misura e affinata negli anni di lavoro attivo in radio.

E se non vi bastasse cura il blog PopUp su Vanity Fair.

Bianchini è come il vecchio spot della Vodafone: tutto intorno a te.

Luca Bianchini, Dimmi che credi al destino (pp. 264, 17€)

Immagine: Oiluj Samall Zeid – marketing

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